Hero – Housing and Employment of ROma people

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IN BREVE

L’antiziganismo è una forma complessa, persistente e strutturata di razzismo contro un gruppo sociale stigmatizzato come “zingaro” che comprende diverse minoranze come Rom, Sinti e Caminanti.

La definizione stessa comprende una serie di atti specifici di discriminazione e razzismo storicamente legati a questi gruppi sociali che sono ampiamente diffusi all’interno dell’Unione Europea e hanno un effetto degradante e ostracizzante.

Documenti recenti pubblicati dalla Comunità Europea negli ultimi due anni (CELEX_52012DC0226 e CELEX_52019DC0406) mostrano come il numero delle vittime di razzismo, discriminazione ed esclusione sociale sia aumentato.
Gli stessi rapporti illustrano come queste minoranze vivano in condizioni di estrema marginalizzazione, con scarso accesso all’assistenza sanitaria, ad un’adeguata scolarizzazione e ad alloggi dignitosi.
La profonda carenza di istruzione e la forte discriminazione nel mercato del lavoro hanno portato a una elevata disoccupazione e/o ad impieghi cosiddetti informali e sommersi, non qualificati e sottopagati.
È necessario agire per smantellare questo meccanismo e promuovere una migliore inclusione delle comunità.

Il progetto HERO mira a promuovere l’inclusione combattendo l’antiziganismo e la discriminazione nell’accesso all’alloggio e al lavoro, contro gli stereotipi e la sfiducia, attraverso l’empowerment della comunità.

Contesto

Più di 10 milioni di rom, sinti e nomadi vivono attualmente nell’UE (EC, COM 406,2019). Negli ultimi 20 anni, i governi nazionali hanno iniziato a promuovere iniziative/strumenti legislativi e finanziari volti ad affrontare la “questione Rom” in modo integrato (ad es. programma di pubblico impiego, rigenerazione urbana) con un approccio orientato alla gestione dell’integrazione. La criticità risiede nelle specifiche forme di discriminazione e nelle condizioni di vita quotidiana di molte comunità, caratterizzate da segregazione ed esclusione sociale (CE, COM 406, 2019). Il persistere di condizioni abitative scadenti, caratterizzate da precarietà e scarso accesso ai servizi pubblici, con insediamenti ubicati in aree degradate e marginali, espongono le comunità rom a situazioni di marginalità, deprivazione e maggiori rischi di segregazione sociale, aggressioni xenofobe e sgomberi forzati (Housing Right Guarda, 2010). Nonostante le misure governative esistenti per migliorare la situazione del mercato del lavoro (ad es. programmi di pubblico impiego, sussidi all’occupazione, ecc.), gli ultimi dati pubblicati dalla relazione annuale della Commissione europea (2019) mostrano che: solo il 43% dei Rom di età compresa tra 20 e 64 anni hanno un lavoro retribuito e +63% di giovani non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione; Il 67% delle famiglie rom vive in quartieri dove sono tutte o la maggior parte rom, il 32% di queste famiglie vive in baraccopoli e +23% vive in zone caratterizzate dalla criminalità; Il 43% dei Rom è stato discriminato cercando di affittare/comprare una casa o cercando un lavoro e il 29% di loro ha subito comportamenti discriminatori.

Bisogni

Abitazioni: sostegno alla desegregazione, compresa la rimozione delle baraccopoli e misure territoriali integrate; promuovere l’accesso non discriminatorio all’edilizia sociale e interventi abitativi integrati rivolti alle comunità emarginate.

Occupazione: rimozione degli ostacoli al mercato del lavoro e sostegno personalizzato a chi cerca lavoro, sostenendo l’apprendimento permanente e lo sviluppo delle competenze individuali; garantire che i servizi pubblici per l’impiego generali raggiungano efficacemente i rom svantaggiati in cerca di lavoro.

Discriminazione: combattere l’antiziganismo attraverso la sensibilizzazione sui vantaggi dell’inclusione e della diversità dei Rom; combattere la retorica anti-Rom e l’incitamento all’odio; aumentare il ruolo delle autorità locali nel sostenere interventi in sinergia con progetti/beneficiari locali e misure per garantire l’applicazione della Direttiva sull’uguaglianza razziale (2000/43/CE).

Obiettivi

Gli obiettivi del progetto HERO sono:

  1. promuovere l’accesso delle comunità di rom e sinti, presenti sul territorio, all’alloggio e ai servizi per l’impiego attraverso azioni di capacity building a livello locale, nazionale ed Europeo;
  2. attuare contromisure per combattere gli stereotipi e la sfiducia delle agenzie immobiliari, dei proprietari di casa e della società civile nei confronti di queste minoranze;
  3. accrescere la cooperazione transnazionale di soggetti pubblici e privati ​​sull’inclusione sociale delle minoranze rom e sinte, coinvolgere gli attori chiave e le parti interessate per aumentare la consapevolezza politica e dei decisori.
Rilevanza

Il consorzio HERO comprende 5 partner di progetto e 10 Istituzioni Territoriali provenienti da Italia, Germania e Portogallo. Il progetto nasce da un’idea comune di aumentare lo scambio di buone pratiche a livello UE tra Paesi che hanno già implementato misure di successo per combattere le discriminazioni e le politiche anti-ziganiste e Paesi che devono ancora affrontarle. Sono stati scelti per supportare la condivisione di conoscenze, competenze e sinergie create con progetti passati (es. progetto Social Housing Opportunities Torino, 2019). Inoltre, secondo l’ultimo rapporto della CE nel 2019 in Italia oltre 150.000 Rom vivono in aree suburbane e 26.000 vivono in alloggi di emergenza in insediamenti formali/informali. Dopo la Strategia Nazionale Italiana (2017), la percentuale di persone che vivono in condizione di disagio è diminuita solo del 7%. A Torino e Genova vive una stima di circa 1200 rom appartenenti a diverse sottominoranze. A Torino, il Comune ha promosso l’edilizia popolare e l’accompagnamento all’autonomia abitativa attraverso l’accesso al mercato degli affitti privati ​​con il supporto di ONG (es. SHOT). A Genova il Comune non ha attuato efficaci politiche di sostegno all’edilizia popolare e all’accompagnamento lavorativo degli oltre 500 rom che vivono in città. Non ci sono dati ufficiali sul livello di occupazione in Italia. Nel 2017 il governo in carica aveva creato il gruppo di lavoro nazionale sull’occupazione per raccogliere dati e monitorare la situazione nazionale.

Metodologia

HERO prevede di sviluppare e implementare azioni progettuali sulla base di approcci congiunti incentrati sui Rom, garantendo un notevole impatto e feedback qualitativi e risultati del progetto nelle comunità locali coinvolte (Torino, Genova, Dortmund e Braga) e a livello UE con il coinvolgimento diretto delle principali parti interessate. Il consorzio del progetto attuerà le azioni pianificate utilizzando una visione comune basata sulle competenze e sull’esperienza passata del progetto e dei partner associati (comitato direttivo). Le azioni di sviluppo delle capacità e le attività di formazione saranno sviluppate considerando adeguate metodologie basate su approcci non formali e di apprendimento facendo per facilitare l’acquisizione di competenze cruciali dei beneficiari coinvolti. Per smantellare l’accettazione comune delle politiche di antiziganismo da parte della società civile, le azioni di sensibilizzazione pianificate ​​(ad es. campagna sui social media, pubblicità radiofonica, eventi informali di piccola dimensione) nelle comunità locali e a livello nazionale saranno create utilizzando una combinazione di approcci (ad es. metodologia interculturale e multiculturale, contro-discorso, modello GAMMA+ e teoria del cambiamento) rivolti al pubblico generale e ad alcuni altri sotto-target specifici come proprietari, agenzie immobiliari, enti istituzionali. Le azioni congiunte locali sviluppate con un approccio dal basso verso l’alto in collaborazione con le ONG locali e le parti interessate che si occupano delle minoranze rom e delle questioni di discriminazione saranno create durante la durata del progetto per promuovere la tolleranza e il messaggio positivo e migliorare la partecipazione e la voce dei rom.

Risultati attesi

HERO è stato progettato per coinvolgere attori e gruppi target cruciali in azioni straordinarie ad alto impatto a livello locale, nazionale e dell’UE che lasceranno un segno nelle comunità locali coinvolte nel progetto. Il capacity building, le contromisure e le azioni di sensibilizzazione saranno combinate per raggiungere:
– una significativa riduzione della percezione negativa dei Rom tra le principali parti interessate, creando una campagna di sensibilizzazione locale su misura per un pubblico target specifico quali proprietari di immobili, agenzie immobiliari , enti istituzionali (+20.000 persone raggiunte con azioni online/face to face; +30 stakeholder coinvolti a livello UE; +60 attori abitativi e occupazionali coinvolti a livello locale).
– aumento del numero degli accessi all’edilizia per le famiglie Rom e aumento del numero di Rom occupati (+160 persone).
– aumento del numero di responsabili politici e parti interessate che si occupano delle minoranze rom, quali ONG, istituzioni pubbliche/private, autorità pubbliche, organizzazioni ombrello, PMI e reti e piattaforme internazionali/nazionali 50 stakeholder istituzionali locali/nazionali/comunitari raggiunti; +60 stakeholder non istituzionali raggiunti).

Le attività del progetto produrranno un impatto concreto in quanto sono progettate per affrontare la discriminazione nei confronti dei Rom fornendo strumenti efficaci per la loro integrazione. Attraverso il capacity building, le parti interessate (principalmente agenzie immobiliari e datori di lavoro) riceveranno nuove competenze nella gestione della diversità e saranno in grado di offrire servizi più adeguati e più specializzati. Va anche sottolineato che la situazione dei Rom nell’UE è stata drasticamente influenzata dalle ricadute economiche e sociali provocate dal Covid-19, e che i governi sono pienamente consapevoli di dover trovare soluzioni efficaci per affrontare il problema, in particolare nell’UE orientale e sudorientale. Il Consiglio d’Europa ha recentemente rilasciato (7 aprile 2020) un comunicato stampa in cui ricorda la necessità di garantire pari protezione e assistenza a Rom e nomadi. Molti rom hanno perso le proprie risorse di reddito giornaliero e affrontano un accesso ridotto alle prestazioni sociali, spesso reso più difficile dalle misure di quarantena. Ora è giunto all’attenzione della stampa che il loro sostentamento dipende dal lavoro quotidiano o occasionale nel settore informale. Data questa situazione, l’eco del progetto e la sua efficacia potrebbero rappresentare l’occasione per avere un impatto elevato e fungere da catalizzatore per miglioramenti concreti a livello di politica europea, nazionale e regionale. Ultimo ma non meno importante, il progetto potrebbe rappresentare un nuovo stimolo per le parti interessate come le agenzie immobiliari nella ricerca di nuovi mercati in tempi di situazione economica incerta e potrebbe quindi essere esteso più facilmente concedendo benefici per le comunità in generale.

Capofila

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