Vasi Comunicanti: dall’esecuzione penale alla rete territoriale del lavoro e del benessere sociale

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In Breve
Il progetto rappresenta l’evoluzione e la messa a sistema delle azioni ultradecennali, in tema di interventi di inclusione sociale, lavorativa e di cittadinanza di persone sottoposte a misure penali promosse da Regione Liguria, in cogestione con gli Uffici dell’Amministrazione della Giustizia e numerosi Enti di Terzo Settore.

Durante la durata del progetto, verranno sviluppate le attività secondo una logica di welfare mix, in cui l’Amministrazione della Giustizia, nelle sue articolazioni territoriali, Regione Liguria e un’ampia rete di Terzo Settore collaboreranno per lo sviluppo coordinato di azioni di inclusione a favore di persone in esecuzione penale, condannate o imputate.

Queste attività verteranno principalmente su:

– informazione, sostegno e accompagnamento
– miglioramento della qualità della vita in carcere
– accoglienza abitativa (misure alternative)
– supporto ai dimittendi
– ampliamento opportunità per lo svolgimento dei Lavori di Pubblica utilità
– mediazione penale
– mediazione culturale
– supporto alla genitorialità
– giustizia riparativa
– inclusione lavorativa
– prevenzione

Nello specifico sarà utilizzato un approccio sistemico e una presa in carico multidimensionale valorizzando i seguenti aspetti: educativo, relazionale, informativo e sociale (anche sperimentando percorsi di presa in carico per giovani adulti autori di reato ristretti negli istituti per adulti). Gli interventi saranno sia individuali che di gruppo, rivolti alle persone in situazioni di fragilità, finalizzati alla definizione del progetto di reinserimento individuale, accompagnando il passaggio dalla struttura penitenziaria al territorio e creando l’aggancio ai servizi e alla rete di relazioni.

Il progetto si svilupperà su tre macro aree, tra loro coordinate e sistemiche che prevedono interventi a sostegno di persone sottoposte a:

  • provvedimenti penali intramurari al fine di elaborare un piano d’intervento costruito sui molteplici bisogni del target;
  • provvedimenti penali extramurari adulti- giovani adulti volti all’attuazione dei progetti individualizzati predisposti dal’UEPE e dall’USSM. Gli interventi verranno sviluppati in sintonia con le Amministrazioni e Servizi Locali e con le risorse operanti sul territorio (centri diurni, associazioni, volontariato, famiglie, gruppi di aggregazione sociale, parrocchie, centri sociali, ecc.)
  • provvedimenti penali giovani adulti e minori volti all’attuazione dei progetti individualizzati predisposti dall’USSM. Gli interventi verranno sviluppato in rete con iServizi sia Pubblici che del Privato Sociale
Analisi dei bisogni e motivazioni dell'idea progettuale
Dal 2011 in regione Liguria, attraverso il patto di sussidiarietà “La rete che unisce” sono attive progettazioni che vedono coinvolti oltre agli Uffici di Regione e dell’Amministrazione della Giustizia anche una rete di oltre 30 Enti di terzo Settore. Un macro bisogno rilevato è rappresentato dalla necessità di consolidare una rete mista pubblica, di terzo settore e una rete di soggetti della Comunità.

Dati generali

I dati emersi dall’attività de “La Rete che unisce”, ci dicono che le 12.953 persone che hanno beneficiato di interventi sono per il 91 % maschi e per il 49% stranieri e per quanto riguarda la loro collocazione territoriale sono per il 77,6% residenti nella Città Metropolitana di Genova, per il 5% nella provincia di Savona, per il 7,4 % nella provincia di Imperia e per il 10 % nella provincia di La Spezia. Rispetto alle azioni principalmente richieste queste sono state: per il 32,3% richieste consulenze e colloqui; per il 23% una presa in carico sociale; per il 12% richieste di attivazione di ludiche in carcere; per il 9% attività di sostegno alle MAP; per il 7% richieste di attivazione di attività laboratoriali; per il 6% azioni di sostegno alla genitorialità; per il 2,3 % mediazione culturale; per il 2% azioni di housing sociale; per il 1,9% inclusione lavorativa; per il 1,7% mediazione penale; per il 1,5% sostegno alla rete famigliare; per lo 1,3% varie azioni.

Dati esecuzione penale esterna

Gli Uffici del distretto ligure, nel corso dell’anno 2022 hanno seguito 11134 persone di cui il 28% circa di stranieri ed il 20% di persone sotto i 30 anni. Le misure penali seguite nel corso dell’anno 2022 sono state 6902: la messa alla prova e i lavori di pubblica utilità costituiscono il 55,9%, mentre le misure alternative alla detenzione corrispondono al 39,5%. A seguito dell’entrata in vigore il 1 gennaio 2023 del decreto legislativo n.150/2022 (Riforma Cartabia) si devono sommare le pene sostitutive e l’ampliamento dell’applicazione della messa alla prova anche per alcuni reati con pena edittale fino ad anni sei. Gli UEPE si sono attivati per l’apertura degli sportelli presso i tribunali per una più celere ed efficace gestione di tali misure, che vedono impegnati funzionari e personale di supporto. In previsione di un rilevante aumento dell’attività degli sportelli per quanto attiene l’applicazione delle pene sostitutive, risulta necessario implementare la presenza di operatori presso gli sportelli e il numero di enti disponibili a convenzionarsi con i tribunali per accogliere le persone per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità. Permane in generale la necessità di implementare le opportunità di formazione, inserimento al lavoro e accoglienza abitativa anche in previsione dell’applicazione delle nuove pene sostitutive delle pene detentive brevi. In considerazione dell’aumento delle situazioni multiproblematiche, soprattutto coloro che accedono alle misure dalla detenzione, si ritiene necessario prevedere una figura che svolga attività di supporto e accompagnamento tesa anche a favorire il percorso di inclusione sociale.

Dati sull’esecuzione penale interna

In Liguria sono ristrette 1376 persone e così suddivisi: 63 a Chiavari, 705 a Genova Marassi, 137 (di cui 68 donne) a Genova Pontedecimo, 153 a La Spezia, 251 a Sanremo, 66 Imperia.

Gli stranieri presenti sono 759.

Da un’indagine conoscitiva, svolta dal PRAP nel 2022, sulle persone condannate presenti negli istituti liguri con un residuo pena non superiore ai 4 anni, ha evidenziato che il 25% della popolazione esaminata è totalmente priva di reti famigliari, sociali, lavoro e riferimenti abitativi.

A questi si aggiungono i condannati con fragilità psichiche e con problemi di dipendenza che non riescono ad accedere a misure extramurarie.

Una riflessione merita il dato relativo ai detenuti giovani, infatti su una presenza media di 1.350 detenuti sono circa 300 quelli che hanno meno di 30 anni (n.33, hanno dai 18 ai 20 anni)

L’analisi di contesto consente d’individuare le seguenti macro aree d’intervento:

  • persone che presentano situazioni di particolare vulnerabilità; soggetti che pur non avendo disturbi psichiatrici conclamati, hanno tratti personologici che li rendono di difficile gestione. La situazione di questi detenuti è molto complessa e “non può essere affrontata con il solo strumento disciplinare o trasferendoli da un carcere all’altro. Per questa tipologia di detenuti andrebbero attivati dei laboratori struttura flessibile, capace di garantire risposte articolate e differenziate adatte ad accogliere persone con problematiche diverse.
  • detenuti dimittendi, nei confronti dei quali è necessario rafforzare le attività a supporto dell’uscita, attraverso l’attivazione di un operatore specifico.
  • sex offenders, caratterizzati da una mancanza di collegamento con presidi esterni per i detenuti che scontano una pena per reati di violenza intrafamigliare, maltrattamenti, reati a sfondo sessuale.
  • detenuti giovani, soggetti che necessitano di un potenziamento della relazione educativa, risulta critica la partecipazione di questi detenuti che spesso sembrano disinteressati e questo comporta il rischio di vivere la detenzione in modo passivo. Introdurre figure educative che scommettano sulla prossimità, sull’aggancio informale e sulla relazione potrebbe favorire un clima di ascolto, accoglienza e proattività.

Nell’ambito dell’esecuzione penale interna le relazioni familiari rappresentano il principale sostegno per i detenuti ma talvolta esse sono disgregate già prima dell’ingresso in carcere o altre volte la “carcerazione” provoca un allontanamento dai membri del nucleo familiare. A ciò si aggiungono una serie di difficoltà pratiche per il detenuto il quale non riesce a far fronte ad una serie di adempimenti burocratici (richieste di sussidi economici, ISEE, riconoscimento dei figli, assistenza per la pensione o di pratiche di invalidità). Nel caso di detenuti stranieri il senso di solitudine diventa elemento di vulnerabilità che potrebbe essere gestito concedendo le autorizzazioni a telefonare alla famiglia lontana mediante procedure più snelle, ed assicurando il rilascio del un codice fiscale o del Permesso di soggiorno.

Obiettivi
Gli obiettivi specifici macro

  • Collaborare con le altre progettazioni che insistono su target in parte sovrapponibili e più in generale con ogni possibile opportunità di inclusione che possa andare a vantaggio delle persone sottoposte a misure penali;
  • Contrastare la recidiva, in particolare nei confronti degli autori dì primi reati e sviluppare azioni di prevenzione;
  • Contribuire all’analisi del fenomeno anche attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati a livello

Obiettivi specifici Area muraria

  • In attesa della realizzazione di un protocollo operativo tra enti, progettiamo partendo da quelli che sono i bisogni e le criticità Lo Sp.ln. Plus non viene concepito come mero sostituto degli sportelli amministrativi in carcere (che in ogni caso, ad oggi, non esistono) ma dovrà attivamente interfacciarsi con i detenuti, gli operatori interni e i diversi enti pubblici esterni deputati alla risoluzione delle problematiche dì carattere burocratico.
  • Attivare laboratori psico sociali sportivi e Centri Diurni a sostegno delle categorie più fragili dove si svolgano attività in base ai target (donne; giovani adulti; adulti con fragilità psicologica evitando l’isolamento sociale);
  • Consolidare le azioni di mediazione culturale in carcere;
  • Potenziare l’inclusione lavorativa tramite l’utilizzo di fondi FSE Plus e GOL;
  • Attivare sportelli specifici per i detenuti prossimi al fine pena, cd “dimittendi”. Per ridurre il rischio del rientro nel circuito penale è indispensabile che la dimissione dal carcere venga programmata dal punto di vista progettuale e Strutturazione delle azioni attraverso “pacchetti” di interventi modulabili che prevedano un supporto alle famiglie tramite un lavoro propedeutico volto a riaccogliere nel nucleo il detenuto.

Obiettivi specifici area dimittendi e reti famigliari

  • Sportelli specifici per i detenuti che hanno commesso reati sessuali: lN Plus esterno che dia continuità agli interventi svolti nei confronti dei detenuti che hanno scontato una pena per reati sessuali e /o maltrattamenti favorendo il collegamento con sportelli dedicati ( ad esempio “Il cerchio degli uomini”. C.A. M etc…)

Obiettivi specifici Area extramuraria

  • Consolidare la funzione di “snodo” e interfaccia tra il “dentro” e il “fuori” andando ad implementare la funzionalità e la connessione degli sportelli sul territorio (SP.ln. Plus) e il loro collegamento con quelli nelle carceri;
  • Creare azioni replicabili;
  • Promuovere un benessere sociale e rieducativo per minori in esecuzione penale;
  • Potenziare di formazione professionale propedeutiche all’inclusione lavorativa;
  • Potenziare l’inclusione lavorativa tramite l’utilizzo di fondi FSE Plus e GOL;
  • Potenziare le opportunità di accoglienza abitativa;
  • Ampliare il coinvolgimento degli enti del territorio, pubblici e del privato sociale, per lo svolgimento dei Lavori di Pubblica utilità;
  • Potenziare le iniziative di giustizia riparativa sul

Il perseguimento degli obiettivi sopra elencati permetterà di sviluppare e consolidare un modello flessibile di intervento in grado di rispondere alle multi problematicità in capo alle persone sottoposte a misure penali, sviluppando, inoltre, una prassi di intervento sussidiaria in cui gli interventi istituzionali vengano supportati ed implementati dagli interventi del terzo settore secondo un’unica progettualità

Attività
Nello specifico, le attività condotte da Arci Liguria attraverso i Comitati Arci Provinciali di La Spezia, Genova e Imperia per la prima annualità di questo progetto triennale sono le seguenti.

Casa Circondariale di Imperia:

  • accoglienza, servizio e sostegno, Sp.In. Plus*
  • organizzazione cineforum
  • laboratori di gruppo per la genitorialità

Case Circondariali di Sanremo:

  • accoglienza, servizio e sostegno, Sp.In. Plus*
  • corso di teatro
  • laboratori di gruppo per la genitorialità

Casa Circondariale di Genova Marassi:

  • laboratori di body music
  • laboratori di musicoterapia
  • laboratorio di scrittura e pubblicazione dell’edizione genovese del giornale Ristretti Orizzonti

Casa Circondariale di Genova Pontedecimo:

  • laboratori di danza movimento terapia

Città Metropolitana di Genova:

  • accoglienza, servizio e sostegno, Sp.In. Plus*

Casa Circondariale di La Spezia

  • laboratorio di musica rap

Arci Liguria, inoltre, condivide con la Cooperativa Jobel il coordinamento territoriale dello Spin Plus di Imperia e Sanremo, che vede coinvolti vari aderenti alla ATS: Cooperativa Ancora, Centro Ascolto Caritas S.Remo, Associazione Kaleidoscopio, UISP Imperia.

*Lo Spin Plus si colloca nell’ambito del “welfare di accesso” di Comunità, area alla quale nei diversi contesti locali sono associati diversi servizi in vario modo definiti come segretariato sociale, sportello sociale, porta unica di accesso, di cui lo Spin si pone come servizio ad uno stadio più evoluto. Lo Sp.In. Plus non viene concepito come mero sostituto degli sportelli amministrativi in carcere, ma dove interfacciarsi attivamente con i detenuti, gli operatori interni e i diversi enti pubblici esterni deputati alla risoluzione delle problematiche di carattere burocratico. Si progetta partendo da quelli che sono i bisogni e le criticità attuali.

Risultati attesi
Premessa

Non tutti i risultati di questo progetto saranno misurabili in termini quantitativi. Il benessere delle persone detenute e delle loro famiglie, la tutela dei loro diritti, la partecipazione e realizzazione di attività culturali, musicali e ricreative non sempre daranno risultati immediatamente visibili.

In generale, però, riteniamo utile monitorare e misurare la partecipazione  delle persone detenute alle attività e ai servizi proposti dal progetto.
Da questo punto di vista, quindi, i risultati attesi sono i seguenti:

  • cineforum, 20 partecipanti
  • teatro, 15 partecipanti
  • Sp.In. Plus, 30 persone/utenti
  • corso di musicoterapia, 15 persone
  • corso di body music, 15 persone
  • corso di danza movimento terapia, 15 persone
  • laboratorio di rap, 20 persone

Per quanto riguarda Ristretti Orizzonti il risultato atteso è quello di pubblicare almeno 3 numeri all’anno.

Questo progetto è realizzato grazie al finanziamento di
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