Raimondo Ricci (nella foto un’immagine tratta dal suo “Io Raimondo Ricci”) è stato sepolto oggi a Imperia, città in cui, mentre svolgeva il servizio militare alla Capitaneria di porto,  iniziò il suo percorso di partigiano contribuendo a formare un nucleo  che avrebbe operato nella zona del monte Faudo, sotto il comando militare di Vittorio Acquarone.

Di seguito pubblichiamo il telegramma del presidente di Arci Liguria Walter Massa, raggiunto nella lontana Cuba dalla triste notizia, il comunicato dell’Anpi e quello dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea di cui è stato a lungo presidente.

“A nome mio personale e di Arci Liguria partecipo al dolore dei familiari e della città intera per la perdita del compagno partigiano Raimondo Ricci, emblema di una generazione che ha superato prove indicibili per difendere la democrazia del nostro paese.

Walter Massa”

Il cordoglio della segreteria nazionale dell’Anpi.

Ai familiari di Raimondo RICCI, 

Carissimi,

la Segreteria Nazionale ha appreso con estremo dolore la notizia della scomparsa di Raimondo, da tempo affetto da problemi di salute ma fino all’ultimo indomito come sempre.

Raimondo ha avuto una vita complessa e importante di cui una parte ha voluto raccontare in un suo prezioso libro. Ma in realtà c’è stato, nella sua vita, un impegno così come una passione morale senza eguali. Combattente per la libertà, deportato, strepitoso avvocato, giurista finissimo, parlamentare, ovunque ha svolto la sua attività, Raimondo si è fatto apprezzare da tutti per il suo impego, per la sua capacità professionale, per la sua fedeltà a valori e ideali inopponibili.

Ha dedicato lavoro e impegno ad Istituti storici ed infine – in modo particolare – all’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza; infine, anche in condizioni non facili, si è dedicato con la consueta passione all’ANPI, diventandone poi Presidente Nazionale.

Con un curriculum simile, è logico che Raimondo Ricci lasci un grande vuoto e un grande dolore e il rimpianto di quanti l’hanno conosciuto o hanno lavorato con lui.

Per noi, Raimondo, è stato maestro e per lungo tempo amico. Per questo lo piangiamo, assicurando che non lo dimenticheremo mai.

L’ANPI Nazionale ha delegato Marisa Ferro che l’ha conosciuto, ha lavorato con lui, ha mantenuto rapporti amichevoli anche nell’ultimo, difficile periodo. Marisa, però ci rappresenta tutti nell’inviare alla famiglia, alla figlia Marina, al figlio Emilio, ai nipoti, la nostra commossa ed affettuosa partecipazione che ci sentiamo di esprimere anche a nome dell’intero Comitato Nazionale.

Vi siamo particolarmente vicini, con tutto l’affetto con cui ricordiamo Raimondo e con la commozione di un distacco particolarmente doloroso.

Un caro abbraccio a tutti voi.  La Segreteria Nazionale ANPI  

Il cordoglio dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec)

L’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec) annuncia la scomparsa di Raimondo Ricci, partigiano, deportato nel lager di Mauthausen, parlamentare e protagonista della vita democratica italiana, presidente nazionale dell’Anpi, presidente per vent’anni dell’Ilsrec di Genova. Ricordiamo con commozione l’uomo delle Istituzioni e il combattente antifascista che dedicò tutta la sua vita alla causa della libertà e alla testimonianza dell’orrore della deportazione.

La biografia  

Nato a Roma il 13 aprile 1921, Raimondo Ricci in età adolescenziale trascorse due anni in Africa orientale, insieme con la sorella Maura, essendo stato il padre Emilio, di professione magistrato, nominato presidente del Tribunale di Harar in Etiopia. Rientrato in Italia nel 1939, dopo aver conseguito la maturità classica venne ammesso al Collegio Mussolini, succursale della Scuola Normale di Pisa nell’ambito degli studi giuridici. Nella città toscana Ricci si formò alla lezione di maestri quali Guido Calogero e Aldo Capitini, entrando in contatto con gli ambienti dell’antifascismo.

Chiamato alle armi nel 1941 e destinato alla Capitaneria del porto di Imperia, nei giorni successivi all’8 settembre si adoperò per la costituzione di un primigenio nucleo di lotta partigiana che avrebbe operato nella zona del monte Faudo, sotto il comando militare di Vittorio Acquarone. Arrestato dai fascisti nel dicembre 1943, di ritorno da una missione a Genova ove aveva stabilito contatti con il locale Cln, e rinchiuso dapprima nel carcere di Imperia e poi in quello di Savona, sotto la custodia della Gestapo, successivamente venne preso in consegna dalle Ss e trasferito nella IV sezione del carcere genovese di Marassi, destinata ai detenuti politici.

Sfuggito fortunosamente alla rappresaglia nazista del Turchino, che il 19 maggio 1944 fece 59 vittime prelevate dal carcere di Marassi, due delle quali erano suoi compagni di cella, alla fine di quello stesso mese di maggio fu inviato al campo di Fossoli, centro di raccolta per ebrei e prigionieri politici destinati alla deportazione nei lager nazisti.

Ricci giunse nel lager di Mauthausen, vicino alla cittadina austriaca di Linz, alla fine del giugno 1944 e vi rimase sino alla liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio 1945 con l’arrivo delle forze armate americane. Fu all’interno del lager di Mauthausen, entrando in contatto con altri prigionieri politici italiani, tra cui Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo, che Ricci si iscrisse al Partito comunista italiano.

Dopo essersi laureato, nel dopoguerra, in giurisprudenza ed essere divenuto, come avvocato penalista, un principe del foro di Genova , Ricci intraprese una carriera politica nelle file del Pci che, a partire dal 1976, lo avrebbe portato in parlamento per tre legislature e, successivamente, al consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

Nel 1992 Ricci è stato eletto alla presidenza dell’attuale Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, carica che avrebbe mantenuto per vent’anni, lungo i quali si è adoperato con grande energia e lungimiranza per intensificare e ampliare le attività e i progetti di ricerca  scientifica dell’Istituto, divenuto, sotto il suo mandato, un punto di riferimento basilare della vita culturale genovese e non solo.

Membro del direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia di Milano, cui fanno capo gli oltre cinquanta Istituti storici della Resistenza italiani, dopo essere stato vice-presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, nel 2009 ne è divenuto presidente nazionale, carica mantenuta sino al 2011.

Nel 2006 il Comune di Genova gli ha conferito il Grifo d’oro, massima onorificenza cittadina.

Il libro “Io Raimondo Ricci”.

Il cordoglio della segreteria nazionale dell’Anpi.

Ai familiari di Raimondo RICCI, 

Carissimi,

la Segreteria Nazionale ha appreso con estremo dolore la notizia della scomparsa di Raimondo, da tempo affetto da problemi di salute ma fino all’ultimo indomito come sempre.

Raimondo ha avuto una vita complessa e importante di cui una parte ha voluto raccontare in un suo prezioso libro. Ma in realtà c’è stato, nella sua vita, un impegno così come una passione morale senza eguali. Combattente per la libertà, deportato, strepitoso avvocato, giurista finissimo, parlamentare, ovunque ha svolto la sua attività, Raimondo si è fatto apprezzare da tutti per il suo impego, per la sua capacità professionale, per la sua fedeltà a valori e ideali inopponibili.

Ha dedicato lavoro e impegno ad Istituti storici ed infine – in modo particolare – all’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza; infine, anche in condizioni non facili, si è dedicato con la consueta passione all’ANPI, diventandone poi Presidente Nazionale.

Con un curriculum simile, è logico che Raimondo Ricci lasci un grande vuoto e un grande dolore e il rimpianto di quanti l’hanno conosciuto o hanno lavorato con lui.

Per noi, Raimondo, è stato maestro e per lungo tempo amico. Per questo lo piangiamo, assicurando che non lo dimenticheremo mai.

L’ANPI Nazionale ha delegato Marisa Ferro che l’ha conosciuto, ha lavorato con lui, ha mantenuto rapporti amichevoli anche nell’ultimo, difficile periodo. Marisa, però ci rappresenta tutti nell’inviare alla famiglia, alla figlia Marina, al figlio Emilio, ai nipoti, la nostra commossa ed affettuosa partecipazione che ci sentiamo di esprimere anche a nome dell’intero Comitato Nazionale.

Vi siamo particolarmente vicini, con tutto l’affetto con cui ricordiamo Raimondo e con la commozione di un distacco particolarmente doloroso.

Un caro abbraccio a tutti voi.  La Segreteria Nazionale ANPI  

Il cordoglio dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec)

L’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec) annuncia la scomparsa di Raimondo Ricci, partigiano, deportato nel lager di Mauthausen, parlamentare e protagonista della vita democratica italiana, presidente nazionale dell’Anpi, presidente per vent’anni dell’Ilsrec di Genova. Ricordiamo con commozione l’uomo delle Istituzioni e il combattente antifascista che dedicò tutta la sua vita alla causa della libertà e alla testimonianza dell’orrore della deportazione.

La biografia  

Nato a Roma il 13 aprile 1921, Raimondo Ricci in età adolescenziale trascorse due anni in Africa orientale, insieme con la sorella Maura, essendo stato il padre Emilio, di professione magistrato, nominato presidente del Tribunale di Harar in Etiopia. Rientrato in Italia nel 1939, dopo aver conseguito la maturità classica venne ammesso al Collegio Mussolini, succursale della Scuola Normale di Pisa nell’ambito degli studi giuridici. Nella città toscana Ricci si formò alla lezione di maestri quali Guido Calogero e Aldo Capitini, entrando in contatto con gli ambienti dell’antifascismo.

Chiamato alle armi nel 1941 e destinato alla Capitaneria del porto di Imperia, nei giorni successivi all’8 settembre si adoperò per la costituzione di un primigenio nucleo di lotta partigiana che avrebbe operato nella zona del monte Faudo, sotto il comando militare di Vittorio Acquarone. Arrestato dai fascisti nel dicembre 1943, di ritorno da una missione a Genova ove aveva stabilito contatti con il locale Cln, e rinchiuso dapprima nel carcere di Imperia e poi in quello di Savona, sotto la custodia della Gestapo, successivamente venne preso in consegna dalle Ss e trasferito nella IV sezione del carcere genovese di Marassi, destinata ai detenuti politici.

Sfuggito fortunosamente alla rappresaglia nazista del Turchino, che il 19 maggio 1944 fece 59 vittime prelevate dal carcere di Marassi, due delle quali erano suoi compagni di cella, alla fine di quello stesso mese di maggio fu inviato al campo di Fossoli, centro di raccolta per ebrei e prigionieri politici destinati alla deportazione nei lager nazisti.

Ricci giunse nel lager di Mauthausen, vicino alla cittadina austriaca di Linz, alla fine del giugno 1944 e vi rimase sino alla liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio 1945 con l’arrivo delle forze armate americane. Fu all’interno del lager di Mauthausen, entrando in contatto con altri prigionieri politici italiani, tra cui Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo, che Ricci si iscrisse al Partito comunista italiano.

Dopo essersi laureato, nel dopoguerra, in giurisprudenza ed essere divenuto, come avvocato penalista, un principe del foro di Genova , Ricci intraprese una carriera politica nelle file del Pci che, a partire dal 1976, lo avrebbe portato in parlamento per tre legislature e, successivamente, al consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

Nel 1992 Ricci è stato eletto alla presidenza dell’attuale Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, carica che avrebbe mantenuto per vent’anni, lungo i quali si è adoperato con grande energia e lungimiranza per intensificare e ampliare le attività e i progetti di ricerca  scientifica dell’Istituto, divenuto, sotto il suo mandato, un punto di riferimento basilare della vita culturale genovese e non solo.

Membro del direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia di Milano, cui fanno capo gli oltre cinquanta Istituti storici della Resistenza italiani, dopo essere stato vice-presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, nel 2009 ne è divenuto presidente nazionale, carica mantenuta sino al 2011.

Nel 2006 il Comune di Genova gli ha conferito il Grifo d’oro, massima onorificenza cittadina.

Il libro “Io Raimondo Ricci”.

 

A nome mio personale e di Arci Liguria partecipo al dolore dei familiari e della città intera per la perdita del compagno partigiano Raimondo Ricci, emblema di una generazione che ha superato prove indicibili per difendere la democrazia del nostro paese.

Walter Massa

Il cordoglio della segreteria nazionale dell’Anpi.

Ai familiari di Raimondo RICCI,

Carissimi,

la Segreteria Nazionale ha appreso con estremo dolore la notizia della scomparsa di Raimondo, da tempo affetto da problemi di salute ma fino all’ultimo indomito come sempre.

Raimondo ha avuto una vita complessa e importante di cui una parte ha voluto raccontare in un suo prezioso libro. Ma in realtà c’è stato, nella sua vita, un impegno così come una passione morale senza eguali. Combattente per la libertà, deportato, strepitoso avvocato, giurista finissimo, parlamentare, ovunque ha svolto la sua attività, Raimondo si è fatto apprezzare da tutti per il suo impego, per la sua capacità professionale, per la sua fedeltà a valori e ideali inopponibili.

Ha dedicato lavoro e impegno ad Istituti storici ed infine – in modo particolare – all’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza; infine, anche in condizioni non facili, si è dedicato con la consueta passione all’ANPI, diventandone poi Presidente Nazionale.

Con un curriculum simile, è logico che Raimondo Ricci lasci un grande vuoto e un grande dolore e il rimpianto di quanti l’hanno conosciuto o hanno lavorato con lui.

Per noi, Raimondo, è stato maestro e per lungo tempo amico. Per questo lo piangiamo, assicurando che non lo dimenticheremo mai.

L’ANPI Nazionale ha delegato Marisa Ferro che l’ha conosciuto, ha lavorato con lui, ha mantenuto rapporti amichevoli anche nell’ultimo, difficile periodo. Marisa, però ci rappresenta tutti nell’inviare alla famiglia, alla figlia Marina, al figlio Emilio, ai nipoti, la nostra commossa ed affettuosa partecipazione che ci sentiamo di esprimere anche a nome dell’intero Comitato Nazionale.

Vi siamo particolarmente vicini, con tutto l’affetto con cui ricordiamo Raimondo e con la commozione di un distacco particolarmente doloroso.

Un caro abbraccio a tutti voi. La Segreteria Nazionale ANPI

Il cordoglio dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec)

L’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (Ilsrec) annuncia la scomparsa di Raimondo Ricci, partigiano, deportato nel lager di Mauthausen, parlamentare e protagonista della vita democratica italiana, presidente nazionale dell’Anpi, presidente per vent’anni dell’Ilsrec di Genova. Ricordiamo con commozione l’uomo delle Istituzioni e il combattente antifascista che dedicò tutta la sua vita alla causa della libertà e alla testimonianza dell’orrore della deportazione.

La biografia

Nato a Roma il 13 aprile 1921, Raimondo Ricci in età adolescenziale trascorse due anni in Africa orientale, insieme con la sorella Maura, essendo stato il padre Emilio, di professione magistrato, nominato presidente del Tribunale di Harar in Etiopia. Rientrato in Italia nel 1939, dopo aver conseguito la maturità classica venne ammesso al Collegio Mussolini, succursale della Scuola Normale di Pisa nell’ambito degli studi giuridici. Nella città toscana Ricci si formò alla lezione di maestri quali Guido Calogero e Aldo Capitini, entrando in contatto con gli ambienti dell’antifascismo.

Chiamato alle armi nel 1941 e destinato alla Capitaneria del porto di Imperia, nei giorni successivi all’8 settembre si adoperò per la costituzione di un primigenio nucleo di lotta partigiana che avrebbe operato nella zona del monte Faudo, sotto il comando militare di Vittorio Acquarone. Arrestato dai fascisti nel dicembre 1943, di ritorno da una missione a Genova ove aveva stabilito contatti con il locale Cln, e rinchiuso dapprima nel carcere di Imperia e poi in quello di Savona, sotto la custodia della Gestapo, successivamente venne preso in consegna dalle Ss e trasferito nella IV sezione del carcere genovese di Marassi, destinata ai detenuti politici.

Sfuggito fortunosamente alla rappresaglia nazista del Turchino, che il 19 maggio 1944 fece 59 vittime prelevate dal carcere di Marassi, due delle quali erano suoi compagni di cella, alla fine di quello stesso mese di maggio fu inviato al campo di Fossoli, centro di raccolta per ebrei e prigionieri politici destinati alla deportazione nei lager nazisti.

Ricci giunse nel lager di Mauthausen, vicino alla cittadina austriaca di Linz, alla fine del giugno 1944 e vi rimase sino alla liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio 1945 con l’arrivo delle forze armate americane. Fu all’interno del lager di Mauthausen, entrando in contatto con altri prigionieri politici italiani, tra cui Giuliano Pajetta, fratello di Giancarlo, che Ricci si iscrisse al Partito comunista italiano.

Dopo essersi laureato, nel dopoguerra, in giurisprudenza ed essere divenuto, come avvocato penalista, un principe del foro di Genova , Ricci intraprese una carriera politica nelle file del Pci che, a partire dal 1976, lo avrebbe portato in parlamento per tre legislature e, successivamente, al consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

Nel 1992 Ricci è stato eletto alla presidenza dell’attuale Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, carica che avrebbe mantenuto per vent’anni, lungo i quali si è adoperato con grande energia e lungimiranza per intensificare e ampliare le attività e i progetti di ricerca scientifica dell’Istituto, divenuto, sotto il suo mandato, un punto di riferimento basilare della vita culturale genovese e non solo.

Membro del direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia di Milano, cui fanno capo gli oltre cinquanta Istituti storici della Resistenza italiani, dopo essere stato vice-presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, nel 2009 ne è divenuto presidente nazionale, carica mantenuta sino al 2011.

Nel 2006 il Comune di Genova gli ha conferito il Grifo d’oro, massima onorificenza cittadina.

Il libro “Io Raimondo Ricci”.