E’ partita ieri la campagna per la raccolta di firme a sostegno delle tre proposte di legge di iniziativa popolare – frutto del lavoro condiviso di molte organizzazioni, tra cui Arci –  il cui obiettivo é contribuire a ripristinare la legalità internazionale e costituzionale, di contrastare in modo sistemico il sovraffollamento agendo su quelle leggi che producono carcera zione senza produrre sicurezza, di cambiare paradigma in materia di droghe.

Su questo tema, venerdì mattina alle 10, e in replica alle 17, Radio Gazzarra (Gazzarra.org) trasmetterà l’intervista a Marco Solimano, responsabile Aerci per il settore carcere e opg.

Più che soddisfacente l’avvio della campagna a Genova, con una coda dalle 15 fino alle 19,30 di persone, prevalentemente giovani,  che hanno firmato le tre proposte di legge di iniziativa popolare. Arci Genova, Amnesty International, Antigone, CGIL e Conferenza Regionale Volontari ato Giustizia dell Liguria, hanno raccolto in 4 ore oltre 500 firme per ciascuna proposta di legge. La foto in apertura ed altre ancora è tratta da
https://picasaweb.google.com/sandraester/130409RaccoltaFirme3Leggi

Le tre proposte di legge, come si è detto,  affrontano l’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento, il problema del sovraffollamento carcerario  – rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla ex-Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere –  e quello della depenalizzazione del consumo di sostanza stupefacenti con la modifica della famigerata legge Fini-Giovanardi.

La prima vuole sopperire a una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nel la Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico. Va ricordato che la pratica della tortura nel nostro paese è tutt’altro che sconosciuta: dalla vicenda dell’ anarchicoPinelli, protrattosi

La seconda delle proposte di legge vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzio ne dell’affollamento penitenziario. Il 29 giugno 2010 è stato approvato il piano carceri dall’a llora Governo Berlusconi , che prevede va la realizzazione di 9.150 posti, per un importo totale di € 661.000.000. Oggi i fondi sono calati a 450 milioni ma neanche un mattone è stato posto . Le persone in misura alternativ a s ono calate nonostante tant e parol e spese a loro difesa . Non è con l’edilizia che si risolve la questione carceraria ma intervenendo sui flussi in ingresso e in uscita ovvero su quelle leggi che producono carcerazione senza produrre sicurezza pubblica. Le norme da noi elaborate vogliono ro mpere l’anomalia italiana ripristinando la legalità nelle carceri come anche il Csm ha chiesto. Esse in primo luogo tendono a rafforzare il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio , pur previsto nel nostro ordinamento, con la previsione dell’eccezionalità della detenzione cautelare in carcere per privilegiare altre forme di misure coercitive. La modifica normativa si rende indispensabile per porre fine al ricorso sistematico al carcere nella fase cautelare come una forma di pena anticipa ta prima del processo. Viene abrogato l’odioso reato di clandestinità. Si interviene drasticamente inoltre sulla legge Cirielli in materia di recidiva ripristinando la possibilità di accesso ai benefici penitenziari e azzerando tutti gli aume nti di pena. I noltre si prevede che nessuno debba entrare in carcere se non c’è posto e che a tutti va assicurato il diritto a far valere i propri diritti . Si chiede al governo di mettere mano al sistema delle sanzioni diversificandolo, di introdurre il meccanismo della messa alla prova, di intervenire sulle misure di sicurezza custodiali, dall’opg a scendere.

La terza proposta, infine, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini – Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.