Sabato 6 giugno 2015,  ore 9.30/13,30, presso il  Circolo ARCI CAP ( Via Albertazzi 3, Genova)  – Dalla riforma del Terzo Settore alle novità del Job’s act. Le prospettive e le proposte per l’associazionismo e il mondo Arci – Il programma:

ore 9.30 – Apertura lavori e relazione introduttiva
Giovanni DURANTE, vice presidente Arci Liguria
ore 9.50 – Contributo e inquadramento sul DDL “Terzo Settore”
Giuliano ROSSI, responsabile Ufficio Studi Arci nazionale
ore 10.10 – Contributo e inquadramento su “Job’s Act
Manuel MAROCCO, Ricercatore ISFOL, consulente Ufficio Studi Arci nazionale
Ore 10.40 – pausa caffè
ore 11 Interventi di
Francesca CHIAVACCI, presidente Arci nazionale
Anna GIACOBBE, Parlamentare PD
Stefano QUARANTA, Parlamentare SEL
Federico VESIGNA, segretario generale CGIL Liguria
Gianluigi GRANERO, presidente Alleanza Cooperativa Liguria
Claudio BASSO, Portavoce Forum Terzo Settore ligure
Ore 13 Conclusioni di Walter MASSA, presidente Arci Liguria

Le riforme normative del lavoro e del Terzo Settore ci impongono una attenta e immediata riflessione. Entrambe infatti interessano da vicino il nostro mondo, sia come forma associativa complessa, sia per il sistema di rete delle associazioni aderenti che, noi dell’Arci, chiamiamo circoli.
La prima considerazione è che, di fronte ai cambiamenti significativi prospettati dalle due norme, l’approccio solo difensivo rischia di farci perdere l’occasione di nuove e reali opportunità di crescita, rilancio e di positivo cambiamento. Per noi e, crediamo, del terzo settore italiano. In questo quadro ci confortano e ci spronano diversi analisti che, da tempo, vanno ripetendo con convinzione che l’unico dato certo è che molte cose che abbiamo conosciuto fino ad oggi non saranno più come prima.
In positivo e in negativo s’intende.
Da qui, quindi, ripartiamo come associazione per rafforzare il nostro essere motore di sviluppo e di promozione sociale del territorio e per traghettarlo ad un definitivo consolidamento. Possibilmente senza perdere nessuno per strada e senza rinunciare alla nostra specificità. Jobs Act e DDL Terzo Settore assumono una importanza vitale per l’Arci anche perché inquadrati in una realtà quantitativamente significativa come la nostra.

Più in generale dobbiamo tenere in considerazione che, già oggi, il terzo settore italiano rappresenta a vario titolo quasi mezzo milione di lavoratori, e circa il 2,5 % del pil nazionale.
L’Arci si ritrova, dopo la riforma del Jobs Act, con alcuni strumenti contrattuali storici che vengono cancellati; i contratti a progetto (e per un’associazione che lavora a progetti è un evidente problema) e l’associazione in partecipazione, utilizzata diffusamente dalle nostre basi associative da decenni spariscono di colpo rischiando di mettere in seria difficoltà centinaia di basi associative. Pur con tutte le riserve del caso e le evidenti storture che lo hanno caratterizzato in altri contesti, il contratto di associazione in partecipazione è stato uno dei pochi strumenti utili alla regolarizzazione delle figure,
atipiche del “socio barista gestore” dei circoli che, non essendo un dipendente, ma un lavoratore autonomo senza “padrone”, che si autogestisce in un contesto che non è e non può essere equiparato al pubblico esercizio con licenza commerciale. Siamo e svolgiamo funzioni differenti così come riconosciuto dalla legislazione vigente.

Questa discussione vogliamo aprirla all’interno del tema più generale dell’occupabilità, della crescita professionale e, più in generale, con il riconoscimento di una figura professionale apposita che noi riconduciamo ad una definizione: quella del gestore/barista sociale.
L’obiettivo dunque di questo momento seminariale è quello di provare a mettere sul tavolo questi aspetti, inquadrando le due riforme, analizzandole dai diversi osservatori (istituzionale, associativo, sindacale) per provare a cogliere in positivo questa sfida, proponendo al contempo una nostra visione strategica che, favoriscano l’emersione di proposte concrete.