Questa l’aggiornamento della compagna Raffaella Bolini, della Presidenza nazionale, che dal primo istante ha seguito con attenzione gli avvenimenti tunisini a seguito dell’assassinio di Chockri Belaid

“Cari e care,

 da ieri mattina siamo in contatto con i nostri compagni e compagne tunisine che, sconvolti e indignati, stanno partecipando alla mobilitazione popolare seguita all’assassinio di Chockri Belaid.

 Chocki aveva lottato tutta la vita contro il regime di Ben Alì ed era uno dei leader progressisti della Tunisia odierna, impegnato affinché la difficile transizione democratica seguita alla rivoluzione della dignità progredisse verso la democrazia, la convivenza pacifica e i diritti.

 Era un comunista, era stato dirigente del sindacato tunisino UGTT, era a capo del Movimento Patriottico Democratico, e nell’ultimo anno si era fortemente impegnato nel progetto di riunificazione della sinistra in Tunisia.

 Fatto oggetto di pesanti attacchi politici da parte delle forze islamiste, era stato più volte minacciato. Il suo assassinio ha fatto precipitare la situazione in Tunisia, dove le intimidazioni e gli attacchi violenti contro il sindacato, i progressisti, i laici, le donne si susseguono da mesi, contrastati dalla resistenza democratica e nonviolenta dello schieramento laico e progressista.

 In tutti questo periodo, i democratici tunisini ci hanno sempre ripetuto che la Tunisia non è a rischio di guerra civile, perchè è un paese e una società che vuole usare pienamente lo spazio democratico aperto dalla rivoluzione anche quando è difficile, anche quando la libertà concede spazi di manovra a forze illiberali.

 I progressisti tunisini hanno deciso di giocare la partita democratica, e ci ripetono anche in queste ore drammatiche che nessuno verrà meno a questa scelta.

 La nostra associazione ha cercato di stare al fianco dei democratici tunisini nei momenti duri di Ben Ali, quando solo partecipare a una riunione costava il carcere, l’espulsione dalle scuole e dai posti di lavoro. Abbiamo ammirato la forza e il coraggio dei giovani tunisini due anni fa, quando sono riusciti a liberarsi della dittatura, dando l’esempio e la speranza ai democratici di tutto il Maghreb e di tutto il mondo.

 Abbiamo continuato a seguirli anche quando l’opinione mainstream ha voltato la faccia dal Maghreb, dando per sconfitta la rivoluzione dopo la vittoria alle elezioni dei partiti islamici. Li abbiamo incoraggiati e sostenuti nella scelta convinta di prendere sul serio la democrazia, anche quando sembra non portare i frutti sperati, impegnandosi nella opposizione politica, nella costruzione costituzionale e istituzionale, nel rafforzamento della società civile e della partecipazione popolare.

 Li abbiamo incoraggiati e sostenuti quando hanno deciso di ospitare il Forum Sociale Mondiale nel marzo prossimo a Tunisi, invitando la società civile democratica di tutto il mondo a dare una mano alla difesa e all’allargamento dello spazio democratico. E’ un impegno immenso, la costruzione politica e organizzativa di un evento come questo -noi, in Europa, non siamo mai riusciti a farlo. Lo stanno facendo loro, senza un soldo, senza strutture consolidate, senza esperienza.

 Per questo, in queste ore tragiche in cui si decide il futuro di un paese e di una speranza, insieme alla società civile di tutto il mondo, ci impegniamo a raddoppiare gli sforzi per costruire la partecipazione al Forum Sociale Mondiale di Tunisi. Sarà un Forum speciale: sarà prima di tutto un gesto di mobilitazione politica e di solidarietà. 

 La preparazione va avanti, con l’attenzione e la flessibilità che ovviamente la situazione richiede, confidando che l’evoluzione della situazione sia positiva. La riunione internazionale che si terrà a Tunisi la prossima settimana ci fornirà elementi ulteriori.

 La delegazione Arci è già numerosa, così come quelle di tutte le altre organizzazioni italiane. Invitiamo altri e altre a partecipare al FSM a Tunisi dal 26 al 30 marzo a passare una Pasqua diversa, a venire a conoscere e a sostenere la società civile democratica che ha aperto la strada alla democrazia e che ora la difende.

 Qui sotto il comunicato che abbiamo firmato, insieme a centinaia di organizzazioni di società civile di tutti i continenti, come prima risposta all’assassinio di Chocki.

 Cari saluti

Raffaella Bolini

 

“Noi, organizzazioni impegnate nella preparazione del Forum Sociale Mondiale che si terrà a marzo 2013 a Tunisi, siamo costernati e indignati dall’assassinio di Chockri Belaid, leader politico che ha consacrato la sua vita a lottare per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale.

Esprimiamo le nostre condoglianze alla sua famiglia, ai suoi compagni di lotta, ai democratici e alle democratiche tunisine, ai suoi amici, al popolo tunisino per la perdita di un uomo che non ha mai cessato di difenderlo.

Questo crimine odioso avviene dopo due anni dall’inizio delle rivoluzioni in Tunisia e nella regione, e a due mesi dall’inizio del Forum Sociale Mondiale 2013 a Tunisi.

Questo omicidio mira a far tacere coloro che lottano per la dignità, la libertà e la giustizia sociale, mira a creare un clima di paura e di odio, e di far scivolare la Tunisia verso la violenza.

Un simile atto non potrà bloccare né far arretrare il processo avviato dai democratici tunisini con i quali siamo solidali. Siamo convinti che le forze democratiche tunisine sapranno conservare la forte e incrollabile convinzione e scelta della risoluzione pacifica dei conflitti per far avanzare il loro processo democratico.

Ci appelliamo alle autorità tunisine a istituire d’urgenza una inchiesta imparziale per determinare gli autori di questo assassinio e di mettere in opera tutto ciò che è necessario perché questo atto non resti impunito e non si ripeta.

Noi siamo più che mai convinti di una mobilitazione internazionale per la riuscita del FSM, per farne un momento forte di sostegno al processo democratico in Tunisia.”

 

Rete italiana per il FSM Tunisie 2013