L’Arci esprime la sua indignazione per l’ovazione che ha accolto, al loro ingresso al congresso del Sap, i tre poliziotti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi. Episodi simili, oltreché oltraggiosi verso la memoria del giovane ragazzo ucciso, devono indurre ad aprire un’ampia riflessione sul ruolo delle forze dell’ordine, che deve essere, sempre, quello di garanti della sicurezza di tutti.

Sono tanti gli episodi che stanno venendo alla luce, grazie alla determinazione e al coraggio dei familiari delle vittime, in cui questo ruolo viene sostituito da comportamenti ingiustificatamente violenti, dall’ accanimento contro persone ormai inermi, fino a provocarne la morte.

Abbiamo ancora sotto gli occhi le immagini dei corpi martoriati di Cucchi, Aldovrandi, Uva, solo per citarne alcuni. Ultimo, l’episodio che riguarda la morte di Magherini a Firenze, su cui è stata aperta un’indagine.

Ma non possiamo non ricordare anche i comportamenti tenuti dalle forze dell’ordine in occasione di manifestazioni di piazza. Quanto successo a Genova nel 2001 ha aperto una ferita, che si rinnova ogniqualvolta gli agenti infieriscono contro i manifestanti, come documentato anche in occasione dell’ultimo corteo per la casa che si è tenuto a Roma. L’immagine dello stivale del poliziotto che calpesta il corpo della giovane ragazza stesa a terra suscita indignazione e getta discredito anche su chi, tra le forze dell’ordine, rifiuta simili comportamenti.

Anche per questo chiediamo che tutti gli agenti in servizio siano dotati di un codice identificativo, così come è finalmente giunto il tempo che nel nostro codice penale venga inserito il reato di tortura. Ma non basta. Accanto a queste misure urgenti appare sempre più necessaria una vera e propria azione di ‘rieducazione’ delle forze dell’ordine, che ne riporti i comportamenti entro le finalità assegnate loro dalla Costituzione e dalla nostra legislazione.

A Patrizia Moretti va la nostra affettuosa solidarietà, e a tutti i familiari delle vittime che si battono per ottenere verità e giustizia vogliamo far sapere che l’Arci sarà al loro fianco.

Roma, 30 aprile 2014