(ArciReport, 17 dicembre 2013) – Il 18 dicembre del 1990 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e delle loro Famiglie.

Sono passati 23 anni dall’approvazione di questa Convenzione e, purtroppo, la salvaguarda dei diritti delle e dei migranti, rifugiati e sfollati è ancora un traguardo da raggiungere.

Nessun paese del ‘Nord’ del mondo l’ha ancora sottoscritta e in molti degli Stati in cui è stata ratificata non viene assolutamente rispettata.

È necessario continuare una battaglia affinché essa venga adottata da sempre più paesi nel mondo e soprattutto affinché l’adesione non si limiti a un fatto puramente formale.

Le violazioni dei diritti umani che quotidianamente vivono nel mondo i/le migranti evidenziano l’urgenza della costruzione di percorsi di lotta e di rivendicazione che possano affermare un maggiore rispetto dei loro diritti. Queste violazioni avvengono in diversi luoghi e a diversi livelli. Accadono sempre di più lungo le rotte migratorie, nei luoghi di transito (diventati a volte soste permanenti) dove la violenza diventa brutale e mortale come dimostrano le deportazioni dei migranti subsahariani ad opera dello stato marocchino (agli ordini dell’Europa Fortezza) o lungo il territorio messicano dove diventa impossibile denunciare i massacri commessi con la complicità tra mafia e Stato, giacché i corpi vengono bruciati e le ceneri disperse nel mare.

Si violano i diritti delle e dei migranti quotidianamente nei paesi di ‘accoglienza’ dove non li si considera essere umani o lavoratori e quindi soggetti di diritto, ma manodopera da sfruttare o da schiavizzare e che può essere rinchiusa e privata della propria libertà contro qualsiasi logica di diritto, espulsa e deportata verso luoghi in cui rischia la vita.

In quasi tutti gli Stati si criminalizza la figura delle e dei migranti.

Vengono presentati alla popolazione autoctona come delinquenti, come quelli che rubano il lavoro, responsabili della crisi e dell’insicurezza cittadina, dei capri espiatori usati dai governi per distogliere l’attenzione delle società dai veri responsabili della crisi mondiale.

Noi, associazioni e organizzazioni di migranti e di solidarietà con i/le migranti, vogliamo lanciare un forte segnale questo 18 dicembre 2013, terza Giornata d’azione Globale per i Diritti delle e dei Migranti, Rifugiati e Sfollati affinché si fermino questo massacro continuo e la violazione permanente dei loro diritti.

Un messaggio da far arrivare alle istituzioni internazionali, agli Stati e ai governi, ma anche alle società civili del mondo intero.

Le migrazioni ci stanno offrendo la possibilità di ridisegnare un mondo nuovo, un mondo in cui i diritti non siano un privilegio di chi è nato nelle zone geografiche ‘giuste’ ma qualcosa di valido per tutti e tutte, e che quindi non costringa nessuno/a a rischiare la propria vita per avere un futuro migliore.

Un mondo dove migrare o non migrare sia una decisione presa per libera scelta e non per costrizione, un mondo in cui la libertà di circolazione non sia concepita solo per le merci, ma dove anche le persone possano circolare liberamente, fermarsi e non essere sfollate forzatamente.

Un mondo in cui si rispetti il principio che gli essere umani sono portatori di diritti non solo nei luoghi in cui sono nati, ma oltre e al di là delle frontiere. Un mondo nel quale nessun essere umano, né lavoratore o lavoratrice sia illegale!

www.globalmigrantsaction.org