In occasione della Festa del 2 giugno Paolo Beni, presidente nazionale Arci, e Flavio Mongelli, responsabile nazionale Arci Area Pace e solidarietà internazionale, hanno diramato oggi il comunicato che segue, ripreso e rilanciato dalle agenzie di stampa – AdnKronos, Redattore Sociale, Ansa e Asca – e da Huffington Post, di cui riportiamio l’articolo.

“In un paese in cui il termometro della sfiducia politica continua a salire e gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire, la rappresentazione della festa della Repubblica è ancora affidata a una parata militare seppure in forma dimessa. In più, alla vigilia della sua celebrazione, il ministro della Difesa Mauro conferma, altrettanto simbolicamente, come oltremodo necessaria la scelta di acquisto dei 90 F35.

Che rappresentazione si ha e si vuole dare del nostro paese? Che priorità si sottolineano di fronte all’opinione pubblica?

La nostra politica estera, quella di un paese europeo immerso nel mediterraneo, dove altri popoli soffrono e lottano per affermare democrazia e diritti, deve mostrare il volto di un paese armato, preparato a interventi offensivi o quello della diplomazia, di un paese artefice di relazioni e di pace?

La nostra politica interna, stretti nella morsa della crisi economica, non ha bisogno, oggi più che mai, di dare coerenza al motto “svuotare gli arsenali e riempire i granai”?

La festa della Repubblica ha bisogno ancora nel XXI secolo, quello della globalizzazione non dei confini da difendere, di rappresentare l’identità e l’unità del paese intorno agli strumenti di difesa armata?

La scelta di acquisto degli F35 è sbagliata da tanti punti di vista, da quello tecnico a quello economico, rappresentato dallo spreco di risorse pubbliche, tanto più in tempo di crisi, ma soprattutto, trattandosi di strumenti offensivi, è una scelta che viola l’articolo 11 della nostra Costituzione.

Il 2 giugno sia la festa della Costituzione, del patto di alta convivenza della nostra collettività nazionale, dei legami che ci uniscono in questa nostra Repubblica intorno ai diritti da difendere, da promuovere e da rendere esigibili, dell’ingresso di nuovi cittadini, del rinnovo del patto di cittadinanza scritto nella prima parte della nostra Costituzione.

Il 2 giugno di questo anno sia l’occasione per un ripensamento del nostro modello di difesa, per una riflessione sulla necessità della riduzione delle spese militari, per un investimento in nostre più adeguate politiche di pace e di convivenza civile nel mediterraneo.

Il 2 giugno di questo anno sia l’occasione per decidere di chiudere finalmente con una rappresentazione superata della nostra Repubblica e per metterci al lavoro per una nuova, intorno all’idea di una collettività che festeggia la sua Costituzione.”

Roma, 31 maggio 2013

 

> Da Huffington Post del 31/05/13

> 2 giugno: parata militare costerà 1,5 milioni di euro, il ministro Mauro difende la spesa, l’Arci attacca

> Quest’anno la parata militare del 2 giugno ai Fori Imperiali costerà allo Stato circa 1,5 milioni di euro. Meno dello scorso anno – quando il preventivo era compreso tra i 2,6 e i 2,9 milioni di euro – ma comunque una cifra che, in tempi di crisi, non può certo passare inosservata. A riferire il costo della parata – in un’intervista all’Adnkronos – è lo stesso ministro della Difesa Mario Mauro. “Il costo – spiega il ministro – si aggira attorno al milione e mezzo di euro”. “È meno dello scorso anno – tiene a sottolineare Mauro- cifra quest’ultima che era già la metà della spesa rispetto al 2011. Attraverso questa sobrietà vogliamo non dare il senso di un indistinto e immotivato taglio, ma richiamare il Paese e la vita del Paese a contribuire a un periodo difficile, assumendoci una responsabilità di fronte ai nostri concittadini e al mondo intero”.Il ministro della Difesa invita ad andare oltre le polemiche, rimarcando il senso della festa che “mette in evidenza le ragioni per le quali stiamo insieme e promuoviamo la nostra convivenza civile, portando nel mondo la nostra missione pacifica”. “Aver promosso la sobrietà – spiega ancora Mauro – non significa però ‘Arci cancellare la memoria e il valore che esprimono le nostre forze armate”.”Non dobbiamo mai indulgere nella retorica – chiarisce il ministro della Difesa – ma sottolineare che Patria, pace, dialogo e libertà sono valori veri che ogni giorno vanno ripetuti e sostenuti”. Il punto, però, è che la scala dei valori non è uguale per tutti. Per molti in un momento di crisi così drammatica la spesa per la parata – seppur ridotta – non è comunque giustificabile. “In un Paese in cui il termometro della sfiducia politica continua a salire e gli effetti della crisi economica continuano a farsi sentire, la rappresentazione della festa della Repubblica è ancora affidata a una parata militare seppure in forma dimessa. In più, alla vigilia della sua celebrazione, il ministro della Difesa Mauro conferma, altrettanto simbolicamente, come oltremodo necessaria la scelta di acquisto degli F-35. Che rappresentazione si ha e si vuole dare del nostro Paese? Che priorità si sottolineano di fronte all’opinione pubblica?”, si domandano, ad esempio Paolo Beni, presidente nazionale Arci e Flavio Mongelli, responsabile nazionale Arci Area Pace e solidarietà internazionale.