“Arrendersi al presente è il modo peggiore per costruire il futuro” (Tom Benetollo)

Tutti gli indicatori sulla situazione italiana, sul versante economico, sociale, culturale, sullo stato di salute delle stesse Istituzioni ci restituiscono la fotografia di un paese in forte difficoltà. Con il voto per il rinnovo dei Governi regionali può arrivare una spinta al cambiamento di cui sentiamo tutte e tutti bisogno. Riteniamo che alle Regioni competa un ruolo essenziale nell’attuazione del necessario processo di decentramento e trasformazione in senso federalista del sistema Paese che permetta un più forte protagonismo delle comunità locali. Il percorso avviato con la riforma del titolo quinto della Costituzione è tutt’oggi incompiuto e non esente da incertezze e ambiguità. Ma per salvaguardare la garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini in modo uniforme sul territorio nazionale, soprattutto in settori decisivi coma la sanità, l’assistenza e l’istruzione, occorre evitare che al centralismo dello Stato si sostituisca un nuovo centralismo delle Regioni. L’idea federalista che può realizzare questi obiettivi non è quella degli egoismi localistici con cui alcuni intendono minare l’unità del sistema paese e il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini: è quella di un federalismo solidale, di un Paese che riconosce la propria identità unitaria nella pluralità dei suoi patrimoni storici, culturali e ambientali locali, valorizza le risorse e le potenzialità di ciascun territorio e fa di questa complessità un fattore di crescita e di coesione. Un federalismo di Regioni forti della propria identità territoriale ma capaci di aprirsi alla relazione con l’Europa e col mondo, dentro una visione consapevole della complessità e della pluralità dei nuovi contesti globali.

Associazionismo: cittadini attivi, consapevoli e responsabili

Le associazioni di promozione sociale sono fondamentali nel tenere vivo il territorio grazie ad un costante lavoro di prossimità. Sono determinanti nel riequilibrare l’offerta culturale e ricreativa fra centro e periferie e nell’offrire occasioni di socialità. I circoli, definiti privati per legge, sono in realtà luoghi a forte funzione pubblica e al tempo stesso sono la più grande ed estesa rete di presidio sociale oggi esistente in Ligura. Una tutela per decine di migliaia di cittadine e cittadini. Valorizzar queste esperienze significa innanzitutto riconoscerle, incentivandone la diffusione e la capillarità e inserendole nei piani di sviluppo sociale e culturale della nostra regione.

Crescere una Regione com più Cultura e meno eventi

La promozione della cultura dovrebbe essere in testa alle priorità dell’amministrazione regionale se è vero che, secondo l’università di Harvard, ogni euro di finanziamento pubblico alla cultura ne genera altri 7 (ma secondo altri il moltiplicatore per l’Italia è 21). Tuttavia la politica sulla cultura della Regione Liguria è stata in questi anni estremamente “conservativa” nel senso che tutti i bandi, le opportunità e le iniziative culturali hanno sempre privilegiato chi già opera nel settore e/o chi aveva già ricevuto finanziamenti. Occorre tornare ad incentivare la produzione e quindi l’innovazione e non solo la fruizione, raccogliendo la sfida delle contaminazioni fra generi ed approcci, utilizzando quindi l’arte e cultura come veicoli di integrazione.

La Regione dei Diritti e dell’Accoglienza

Le politiche di welfare rappresentano una delle competenze più specifiche su cui le Regioni sono chiamate a qualificare il governo dei territori. In realtà i dati di scenario regionali confermano una situazione di crisi significativa anche sul versante delle tutele e delle politiche socio-sanitarie. Vi è un costante scivolamento verso politiche emergenziali, quando non di tamponamento, nei confronti delle falle che si continuano ad aprire nelle nostre città e nei territori. A corollario di tutto ciò si è persa completamente quella specifica attività propria del nostro mondo e del volontariato in genere quale la “prevenzione”. Questa va recuperata attraverso una reale e più incisiva programmazione a rete con i Comuni e con le organizzazioni del terzo settore.

Mutuo Soccorso e mutualità: un modo di vivere solidale

Mutualismo come forma di tutela e di progresso. Mutualismo non come retorica, quindi, ma ritrovato impegno attorno alle parole fondanti del nostro mondo, nate dalle prime esperienze delle Società di Mutuo Soccorso già a fine ‘800: uguaglianza, solidarietà e responsabilità. Un nuovo inquadramento del Mutuo Soccorso oggi si rende necessario proprio a causa della progressiva erosione dei diritti fondamentali acquisiti nel corso del ‘900. Anche le stesse Società Operaie di Mutuo Soccorso devono cogliere questo momento come una grande opportunità di tornare ad essere un pezzo significativo del welfare nazionale, inteso non solo come erogatore di servizi socio sanitari ma di vera e propria promozione della cittadinanza attiva e consapevole.

Vogliamo vivere il territorio, tutelarlo e quindi promuoverlo

Lo sforzo di coniugare tutela dell’ambiente e sviluppo è un impegno che riteniamo fondamentale per la nuova Liguria. Il 2015 è stato l’anno nero del dissesto idrogeologico e segna, a nostro parere, uno spartiacque nelle politiche di difesa del suolo.

Le diverse alluvioni col loro seguito di allagamenti e frane, determinano la necessità indifferibile di intervenire con una volontà nuova e fino ad ora mai attuata. Crediamo occorra prevedere una moratoria assoluta per tutte le costruzioni in alveo o in zone a rischio esondazione e dare la priorità al finanziamento del riassetto idrogeologico. Occorre altresì incentivare interventi anche privati sul flood proofing detassando o cofinanziando interventi privati prevedendo, come extrema ratio, lo spostamento di alcun attività fuori dalle aree più a rischio (delocalizzazione).