Ringraziamo Arci La Spezia per l’interessante intervista a Cesare Bisleri che volentieri pubblichiamo.

1. Ciao Cesare, che cos’è l’UAAR e perché apre una sezione alla Spezia?

L’UAAR, è l’unione degli atei e degli agnostici razionalisti, un’associazione indipendente da partiti o da gruppi di pressione di qualsiasi tipo ed opera sul territorio attraverso i suoi circoli e i suoi referenti.

Tra i valori a cui si ispira l’UAAR ci sono: la razionalità; il laicismo; il rispetto dei diritti umani; la libertà di coscienza; il principio di pari opportunità nelle istituzioni per tutti i cittadini, senza distinzioni basate sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose.

In linea con questi valori, la nostra associazione persegue tre scopi:

· tutelare i diritti civili dei milioni di cittadini che non appartengono a una religione: la loro è senza dubbio la visione del mondo più diffusa dopo quella cattolica, ma godono di pochissima visibilità e subiscono concrete discriminazioni, pur essendo sempre in aumento.

· difendere e affermare la laicità dello Stato: un principio costituzionale ormai imprescindibile e, purtroppo, messo seriamente a rischio dall’ingerenza ecclesiastica, che non trova più alcuna opposizione da parte del mondo politico.

· promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo non religiose: gli atei e gli agnostici per i mezzi di informazione non esistono, mentre dilaga la presenza cattolica sulla stampa e sui canali radiotelevisivi, in particolare quelli pubblici.

Desideriamo che l’Italia diventi finalmente un paese europeo, in cui siano promulgate leggi che riconoscano le unioni civili e il testamento biologico, che non discriminino in base all’orientamento sessuale, che riducano gli insostenibili tempi di attesa per le separazioni e i divorzi, che depenalizzino il ricorso all’eutanasia.

Riteniamo che sia venuto il tempo che la coscienza civile del nostro paese ponga fine ai cospicui privilegi concessi alle confessioni religiose, primo fra tutti l’otto per mille; che sia data la giusta attenzione, anche economica, alla ricerca scientifica; che si sostituisca l’ora di catechismo nelle scuole di ogni ordine e grado con un’ora di educazione civica, promuovendo un’etica della responsabilità individuale e della convivenza civile di cui c’è ormai un bisogno urgente.

Alla Spezia mancava, sino ad oggi, una sezione dell’UAAR ed i soci spezzini potevano fare riferimento ai circoli di Genova o Pisa, essendo i più vicini. Se questa “aggregazione fuori porta” poteva in parte soddisfare le esigenze del singolo socio, che in tal modo poteva comunque seguire un po’ più da vicino le attività dell’associazione, di fatto limitava ad una partecipazione perlopiù passiva mentre, contestualmente, veniva a mancare sul nostro territorio la presenza concreta ed attiva dell’associazione. Il risultato finale era quindi una non conoscenza dell’UAAR a livello locale e, soprattutto, la mancanza della possibilità di affrontare le problematiche del territorio.

2. Avete inaugurato le vostre attività il 17 febbraio, data che ha una simbolicità particolare. Ci puoi spiegare e raccontare cosa avete fatto fino ad oggi e cosa vi proponete di fare nel prossimo futuro?

Il 17 febbraio 1600, condannato a morte dalla Santa Inquisizione, veniva messo al rogo il monaco e filosofo Giordano Bruno e, particolare molto significativo, condotto in Campo de’ Fiori con la lingua stretta in una morsa, perché non potesse parlare. Abbiamo scelto quella data per inaugurare il nostro gruppo proprio per il valore simbolico importante, essendo stato, Giordano Bruno, un ”martire del libero pensiero”.

Tra l’altro è un evento che solo da pochi anni viene ricordato e sempre da pochi. Alla Spezia abbiamo perlomeno un piazzale dedicato a Giordano Bruno, mentre ci sono città che non l’hanno ricordato né intitolando vie né posando lapidi o statue. E il libero pensiero, ancora oggi osteggiato dalla Chiesa Cattolica, è l’anima dell’UAAR. Il 17 febbraio di quest’anno coincide quindi con questa commemorazione e l’ufficializzazione del gruppo UAAR della Spezia, il cui impegno era iniziato già nel giugno dello scorso anno, con la partecipazione alla raccolta firme dell’associazione Luca Coscioni per testamento biologico ed eutanasia legale. Grazie all’inaugurazione, pubblicizzata dagli organi stampa ed alla costituzione ufficiale del nostro gruppo, riportata anche dal sitowww.uaar.it, abbiamo avuto anche le prime segnalazioni da parte di cittadini, riguardo a problematiche di nostra competenza, segnale dell’attenzione ed apprezzamento verso le attività della nostra associazione.

Nel mese di marzo abbiamo pubblicato una lettera aperta al sindaco di Portovenere, per contestare e criticare in modo costruttivo la posa del crocifisso nella sala consiliare del Comune, decisa arbitrariamente ed avvenuta con tanto di cerimonia e di benedizione.

Non che tale atto sia vietato dalla legge ma, nel 2014, è doveroso evidenziarne l’inopportunità, essendo il nostro uno Stato laico che necessariamente, per crescere, deve iniziare ad abbandonare certi retaggi culturali.

Sempre a marzo infine, abbiamo esposto due manifesti 6×3, che trovate in allegato, aderendo alla campagna informativa voluta dall’UAAR, denominata “bene senza D”, manifesti che riportavano in grande la scritta: “DIO” con una croce sulla D e sotto la frase “10 milioni di italiani vivono bene senza D e quando sono discriminati c’è l’UAAR al loro fianco”.

Il bilancio di questa campagna, alla Spezia, lo possiamo vedere come un risultato positivo, ha contribuito ulteriormente a far conoscere l’associazione sul territorio, ha suscitato curiosità e nello stesso tempo tolleranza verso il messaggio che, a parte un modesto e un po’ confuso disappunto di alcuni esponenti del mondo cattolico non ha scatenato reazioni plateali, come invece avvenuto in alcune città.

Possiamo dire che l’attività dell’UAAR alla Spezia e provincia sia di fatto cominciata. C’è ancora molto da fare e il nostro impegno sarà quello di portare nel nostro territorio tutte le iniziative promosse e sostenute dall’associazione oltre a seguire da vicino le problematiche locali, fornendo ai cittadini uno sportello sempre aperto sulle tematiche della laicità.

3. L’Arci, tramite il Circolo Borgata Marinara di Lerici, ha incontrato UAAR in un’iniziativa pubblica in piazza Garibaldi, durante il Piasseo del 2012. L’incontro si intitolava “Liberi di non credere” ed ha suscitato una discussione molto animata, con interventi provenienti anche dalle persone sedute nei ristoranti intorno alla piazza. Affermare che si può vivere senza Dio, provoca ancora disappunto?

Purtroppo oggi ne provoca ancora tanto ma, fortunatamente, in fase calante, bisogna guardare ai dati positivi e fare una piccola obbiettiva analisi.

Oggi sono sempre in crescendo le persone che rispettano il libero pensiero, (una piccola dimostrazione lo è anche l’esito della campagna dei manifesti alla Spezia), sono sempre di più anche i non credenti e, soprattutto, moltissimi dei credenti, forse la maggior parte, lo sono più per tradizione, per abitudine e quieto vivere, che per vera devozione. Questa situazione, oggi più di ieri, permette di affrontare dialoghi e dibattiti su argomenti delicati quali la fede religiosa, l’esistenza e inesistenza di Dio, ma anche temi importanti come la libertà di non curarsi, l’eutanasia ecc., con meno resistenze aggressive.

Non si possono cancellare secoli di storia e tradizioni con un colpo di spugna dall’oggi al domani, siamo convinti che, per esempio, le reazioni più aggressive ai manifesti “bene senza D”, siano state la conseguenza di una valutazione del messaggio affrettata e formulata cavalcando l’onda emotiva dell’impatto visivo, ovvero effetto prima occhiata. Forse è questione di abitudine a ciò che siamo abituati a sentire, se si è sempre sentita una sola campana è chiaro che un’altra, diversa, ci pare subito stonata.

Riflettendoci bene, come si fa ad offendersi del fatto che 10 milioni di italiani vivono bene senza D?

Si è forse mai sentito offendersi qualcuno di questi 10 milioni di italiani del fatto che tutti gli altri vivono bene con la D?

Il dialogo ed il confronto, saranno sempre la base necessaria ed indispensabile per una crescita sociale.

Grazie Cesare, del tuo tempo e del vostro impegno, buon lavoro!

Arci La Spezia.