La Liguria è la regione più anziana d’Europa è un’affermazione ormai entrata nel linguaggio comune. Il risvolto concreto di questa situazione è la scarsa rilevanza demografica di tutta una fascia di residenti fino ai 35 anni, giovani nell’accezione più ampia. Se nel 2016 a livello europeo i cittadini giovani costituiscono il 40% di tutta la popolazione, in Liguria l’incidenza è ridotta al 29%, un quarto in meno. Le prospettive non sono di miglioramento: le previsioni ISTAT a cinquant’anni stimano che i giovani liguri nel 2065 scendano di altri 59 mila (tanti quanti gli abitanti di Savona), dai 458 mila attuali a 399 mila.
Questa fetta di popolazione ha patito e sta ancora subendo gli effetti della crisi in modo più grave del resto della popolazione. Il tasso di occupazione dei 15-24enni è passato dal 23,5% del 2004 al 16% del 2016. L’occupazione dei 25-34enni si è ridotta di un quinto, dal 79,3% al 64,4%. Nello stesso periodo, il tasso di occupazione complessivo è cresciuto dal 60,6% al 62,7%.
Lo stesso discorso vale per il tasso di disoccupazione. Sempre nella medesima finestra di tempo, il tasso complessivo ligure è cresciuto dal 5,8% al 9,7%. Quello riferito ai giovani 15-24enni è aumentato più della metà dal 21,1% al 37,9%; la disoccupazione dei 25-34enni è più che raddoppiata dal 6,8% al 15,5%.
L’incidenza di cosiddetti NEET, cioè giovani che non sono occupati e non stanno studiando, è passata dal 12,2% al 14,7% dai 15 ai 24 anni, dal 13,7% al 17,6% dai 15 ai 29 anni e dal 14,4% al 20,4% tra i 15-34enni. È subito in evidenza come ampliando lo spetto della fascia anagrafica aumenti anche l’incidenza di NEET, che colpisce maggiormente i ragazzi più grandi e i giovani adulti.
Questi sono solo alcuni indicatori esposti per sommi capi che raccontano una situazione di grave difficoltà per un insieme di popolazione che potrebbe essere una risorsa per la regione e invece rischia di trovarsi sempre più irrilevante. I giovani rischiano di trovarsi in una situazione di precarietà economica e sociale che non sarebbe più un fenomeno marginale ma una costante di vita per una parte consistente della generazione; avviati a perdere ogni voce nella politica regionale, sempre meno nei numeri e sfiduciati verso le istituzioni.
ARCI Liguria ha deciso di avviare un questionario capillare in regione per avviare un percorso di conoscenza e ascolto verso i più giovani dei giovani liguri, dai 15 ai 24 anni. La nostra intenzione sarà indagare le loro aspettative e la conoscenza dell’ARCI e dei servizi che possono essergli utili. Un passo importante per segnare un’inversione di tendenza.

Stefano Gaggero, staff Arci Liguria stefano.gaggero@arciliguria.it