Quanto è accaduto negli ultimi vent’anni parla di un Paese schizofrenico. Da una parte i fatti hanno dato ragione alle idee della sinistra, dei movimenti pacifisti e ‘no global’, con i temi e le lotte che da Seattle in poi sono arrivati a Genova. Dall’altra, un paese ipnotizzato dalla propaganda di un regime in cui attorno a ‘Cesare’ imperversa una rete mafioso-clientelare che vede coinvolti anche alcuni settori del Vaticano. Nel frattempo dal G8 2001 sono passati nove lunghi anni di sofferenza e di piccole soddisfazioni, di incredulità di fronte a ciò che è potuto accadere in un paese un tempo democratico e civile. Profetiche ed inascoltate dai più furono le parole di un grande uomo di cultura come Edoardo Sanguineti: «Quando fu ucciso Carlo Giuliani, ci rendemmo conto che non poteva non accadere. Visto come si era svolta la questione. A mio parere era il primo esempio di guerra preventiva a livello di guerra civile». Noi dell’Arci avevamo profuso un grande impegno nella costruzione del percorso che portò al Genoa Social Forum e ci trovammo perciò confortati dalle parole di Sanguineti, e di altre autorevoli voci levatesi, nella richiesta di una commissione d’inchiesta che facesse chiarezza sulle responsabilità politiche che stavano dietro la scellerata gestione dell’ordine pubblico, oltre, ovviamente, ad un’azione ferma e decisa della magistratura. Nulla avvenne sul piano politico. L’azione della magistratura inquirente risultò lenta, e quella della magistratura giudicante di primo grado fortemente inadeguata, tanto che le sentenze sono state poi ‘ribaltate’ in appello. Questo grazie alla perseveranza dei pubblici ministeri che – con la sola, quanto gravissima eccezione dell’uccisione di Carlo Giuliani – non hanno rinunciato ad andare a fondo delle responsabilità. A proposito delle sentenze di appello, non è stato sottolineato forse a sufficienza, in quella per i cosiddetti ‘fatti di strada’, la condanna per l’arbitrarietà dell´intervento dei carabinieri sul corteo delle ‘Tute bianche’ in via Tolemaide – aggredito quando era ancora ben lontano dal punto d’arrivo concordato con le autorità – e la conseguente legittima reazione dei manifestanti. E non dimentichiamo che l’uccisione di Carlo Giuliani avvenne proprio in seguito al degenerare della situazione dopo quella carica. Con questo fardello sulle spalle ci accingiamo ad affrontare il decennale del G8 genovese, il prossimo anno, nel luglio 2011. Che cosa sarà quel momento? Non certamente la rimpatriata dei reduci ma sicuramente il momento in cui rimettere al centro le nostre ragioni, mai sopite, che allora come oggi ci fanno stare – con un po’ di presunzione – dalla parte giusta della vita, come avrebbe detto il nostro Tom. Lo faremo insieme a tante e tanti, soprattutto a chi in quei giorni non c’era e nel frattempo ha imboccato la strada dell’impegno contro il degrado culturale del nostro ‘civile’ Paese. Genova 2011 potrà diventare un nuovo trampolino per tutti coloro che non hanno mai smesso di lavorare ad un mondo diverso (e possibile).

Walter Massa, Presidente di Arci Liguria