Ier sera a Valleggia (Sv) si è tenuta un’importante assemblea pubblica – assenti i sindaci di Vado e Quiliano -sui danni alla salute pubblica nel corso della quale sono stati illustrati i dati contenuti in un documento inedito di oltre 200 pagine in cui si parla di monossido di carbonio e di anidride solforosa oltre i limiti previsti dalle normative europee e della gravità dei danni che ne derivano. Leggete la cronaca in diretta dell’assemblea fatta da Savonanews. Di seguito la dichiarazione  che ribadisce le ragioni del no al carbone.

 

Perché dire stop al carbone?

L’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica è una SCELTA NOCIVA E SBAGLIATA. Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso al mondo.

IL CARBONE AVVELENA NOI E IL NOSTRO AMBIENTE: è la più grave minaccia per la salute di tutti. Numerosissimi studi scientifici confermano che la combustione del carbone causa in modo diffuso malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia addirittura i feti ai primi stadi evolutivi.

IL CARBONE AVVELENA IL LAVORO: le centrali a carbone deprimono settori economici fondamentali.

Non è affatto vero che una centrale a carbone fornisce maggiore occupazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, anzi è vero il contrario. Basandosi sui calcoli di Confindustria, ad esempio, se i soldi previsti per la riconversione della centrale di Porto Tolle si investissero in Efficienza Energetica si avrebbero 10 volte più posti di lavoro. Analogo discorso per le rinnovabili. Ma il carbone avvelena anche altre attività economiche, minacciando l’occupazione di chi lavora nei settori della pesca, dell’agricoltura e del turismo, attività fondamentali dell’economia savonese.

IL CARBONE DANNEGGIA LE COMUNITA’: i costi ambientali ricadono sulla società e non sulle aziende produttrici.

Il carbone è conveniente solo per le grandi lobby proprietarie delle centrali, che non rispondono dell’inquinamento causato e usano un combustibile a buon mercato grazie anche allo sfruttamento dei minatori. L’industria del carbone non sostiene i costi economici, sociali e ambientali collegati a questi impatti, che ricadono sulle comunità locali e sulla società in genere (140 milioni di euro di costi ‘esterni’ all’anno per una centrale come quella di Vado Ligure, secondo lo studio Externe dell’UE). Questa “omissione” è fondamentale per mantenere basso il prezzo di mercato del carbone: se, al contrario, questi costi venissero contabilizzati nei costi delle aziende energetiche, la convenienza di realizzare nuove centrali verrebbe meno, a vantaggio delle fonti rinnovabili. Non esiste infatti il “carbone pulito”.

IL CARBONE NON SERVE: è inutile per l’Italia perché la capacità di generazione elettrica italiana è quasi doppia rispetto al più alto picco di consumi mai registrato.Ci sono troppe centrali termoelettriche che lavorano per un terzo della loro potenzialità. E’ quindi possibile chiudere le centrali che non servono, a cominciare da quelle più inquinanti, rimpiazzandole con efficienza energetica e fonti pulite e rinnovabili.

Molti Comuni della Provincia di Savona hanno deliberato contro l’ampliamento della centrale di Vado Ligure, una centrale sprovvista della obbligatoria Autorizzazione Integrata Ambientale, che continua da 40 anni a bruciare migliaia di tonnellate di carbone al giorno senza un controllo pubblico sulle emissioni delle ciminiere e agli scarichi idrici.

L’Ordine dei Medici di Savona  parla di“minaccia reale e consistente alla salute ed alla vita dei cittadini” e la ormai enorme letteratura scientifica internazionale quantifica i danni alla salute delle polveri ultrafini derivanti dalla combustione del carbone, anche con filtri di nuova generazione.

I GUADAGNI VANNO ALLE GRANDI LOBBY MENTRE AI CITTADINI SAVONESI RESTANO LE MORTI PREMATURE E I COSTI SANITARI.

È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica, sul risparmio e sulle rinnovabili.

È necessario che, a Savona come nel resto del pianeta, non si costruiscano nuovi gruppi a carbone e che si chiudano progressivamente quelli esistenti.