Nell’anno dedicato al centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, dall’osservatorio privilegiato del suo insediamento sociale, l’Arci si sforza di leggere le trasformazioni del paese e vuole contribuire attivamente alla costruzione di un progetto che guardi al futuro.


Lo fa con cinque messaggi – guardamitoccamiascoltamiparlamiannusami – da altrettanti testimonial, volti anonimi scelti fra i tanti che popolano l’universo dei suoi circoli. Per raccontare con poche e incisive parole il disagio di un’Italia che sta perdendo fiducia nel futuro, lacerata dalle divisioni e dalle ingiustizie, dal disagio sociale e dallo scempio dell’ambiente, preoccupata per la precarietà di tanti giovani, segnata dal vuoto culturale e dall’indifferenza. Ma anche per dire che crede nel futuro di questo paese perché ha fiducia nelle persone e nella loro capacità di riscatto. Per dire che dobbiamo ripartire dal nostro patrimonio di saperi e di culture, imparare a riconoscerci fra diversi e aprirci al mondo che cambia; trovare il coraggio di scommettere sui giovani, prenderci cura dei territori e delle comunità, tornare a praticare la democrazia. Ridare un senso a parole come libertà, diritti, giustizia sociale.

Soprattutto, questi messaggi ci dicono che dobbiamo provare a cambiare le cose se vogliamo ridare un senso alle parole: interrogarci sul tempo che viviamo, cercare le risposte e provare a praticarle insieme agli altri, con l’associazionismo.