Dichiarazione di Alessandro Ribolini, presidente Uisp Liguria

GIRO DELLA PADANIA: CREDIAMO CHE IL CONI E LA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA DEBBANO CHIEDERE SCUSA A TUTTI GLI ITALIANI E ALLA STORIA DEL CICLISMO NEL NOSTRO PAESE

Da sempre il fascino delle due ruote ha rappresentato, nel nostro Paese, un motivo di evocazione di grandi storie, grandi imprese, grandi donne e grandi uomini. Dalle staffette partigiane, allo sport popolare, dai grandi miti sportivi come Girardengo e Binda, Coppi e Bartali ai personaggi più estroversi e leggendari, come il Sante Pollastri evocato pure dalle note di De Gregori. Eppoi le montagne, le imprese leggendarie, il Giro e il Tour. Credo che il ciclismo sia l’unico sport dove gli emblemi, i ricordi, le narrazioni diventino patrimonio di tutti.
Da quest’anno, grazie alla Federazione Ciclismo Italiana, gli appassionati avranno un’ulteriore e nuova effige da mettere nella propria bacheca virtuale dei ricordi: la maglia verde del Giro della Padania.
Fino ad oggi il Partito di Bossi & C. ci aveva abituato più a goliardate che ad eventi seri e ufficiali; rappresentative calcistiche di spaccalegna, gare di birra e wurstel (con immancabile appendice del torneo di rutti), concentramenti di atleti con kilt e corna vichinghe, tutto immancabilmente officiato da Renzo “Il Trota” Bossi, particolare che contribuiva sensibilmente a delegittimare ancor più quanto organizzato.
Questa volta però il salto di qualità c’è proprio tutto. Per la prima volta una Federazione Nazionale, riconosciuta dal CONI (e quindi oggetto di finanziamenti pubblici statali, oltre che di riconoscimenti internazionali e nazionali) organizza (non parliamo di un semplice patrocinio – che comunque sarebbe stato ugualmente grave) una competizione chiaramente contraddistinta politicamente, nel nome, nell’organizzazione, nell’immagine.
Non sappiamo quale sarà l’investimento economico da parte della Federazione (e quindi da parte di tutti gli Italiani); si sa che il principale sponsor sarà Alitalia (e quindi tutti gli Italiani, se solo non si sono già dimenticati della vicenda che ha riguardato il “salvataggio” della compagnia di bandiera italiana qualche anno fa), che parteciperanno atleti di rilievo (Ivan Basso, dopo la delusione al Tour, conta di rifarsi sulle strade del Po!!!) e che parte dei 900 km delle sei tappe si disputerà anche in Liguria, fra Savona e Loano.
Credo allora che sarebbe interessante conoscere il punto di vista del presidente del Coni Liguria Ottonello al riguardo, e magari del presidente ligure della Federazione Ciclismo, sperando di non vedere né loro, né altri importanti dirigenti sportivi liguri seduti nelle tribune d’onore fra un Calderoli in tutina da “crono man”, un Borghezio impegnato a bucare le gomme dei ciclisti nati sotto il Po e l’immancabile “Trota” con la bandiera a scacchi.
Saranno 5 giornate e 5 tappe di immancabili polemiche. E per fortuna 5 giornate delle quali gli sportivi italiani si dimenticheranno presto. Senza volate storiche, fughe epiche, scalate straordinarie. Ma solo con un po’ di amarezza in più. Già, forse vincerà Ivan Basso: e sul palco, una risata e un rutto lo seppelliranno.
Alessandro Ribolini
Presidente UISP Liguria