Il referendum sull’acqua si farà. E si farà in pochi mesi, in una data fra il 15 aprile e il 15 giugno.

Solo in caso di elezioni anticipate il referendum sarebbe rinviato. Entro il 10 febbraio la sentenza della Consulta sarà pubblicata. A quel punto il Consiglio dei Ministri proporrà una data, e il Presidente della Repubblica convocherà la consultazione.

Il Comitato Promotore chiederà incontri ai massimi livelli istituzionali per chiedere che il referendum si svolga in contemporanea con le elezioni amministrative, previste in molte città in primavera e la cui data ancora non è stata decisa. Sicuramente i detrattori dell’acqua pubblica faranno il possibile perché questa coincidenza non si realizzi.

SU COSA ANDREMO A VOTARE

Dei tre quesiti su cui abbiamo raccolto le firme, due sono stati dichiarati ammissibili: il primo (che chiede l’abrogazione della legge Ronchi) e il terzo (per impedire ai privati di fare profitti sull’acqua).

Insieme ai nostri, sono stati ammessi anche due referendum proposti da Italia dei Valori: quello sul legittimo impedimento, e quello contro il nucleare. Di Pietro, ricorderete, aveva raccolto firme anche su un quesito sull’acqua, che non è stato ammesso. L’Italia dei Valori ha già informalmente proposto di unificare i due comitati promotori. Anche se fosse formalizzata, questa proposta non verrà da noi accettata: la forza del referendum sull’acqua sta nel suo schieramento ampio, plurale e trasversale e non può essere identificato con una forza politica. IdV può dare indicazioni a favore dei quesiti sull’acqua in ogni caso, come potranno fare tutte le forze politiche che lo vorranno.

In ogni caso, i quesiti nostri e quelli di Italia dei Valori saranno messi al voto nella stessa data: nella distinzione dei temi e dei comitati promotori, dovremmo quindi attrezzarci anche a lavorare per il no al nucleare.

Anche sul nucleare ci giochiamo molto. Questo referendum non era voluto dalle associazioni, pensavamo che era meglio tenersi ancora stretto l’esito vittorioso del referendum già svolto ed eventualmente aspettare il conflitto Governo-Regioni-Enti Locali- popolazioni locali nel momento dell’individuazione dei siti. Di Pietro non ha sentito ragioni, e ora siamo in ballo anche su questa questione così importante per il presente e il futuro. Si sta ragionando con le altre forze di società civile contrarie al nucleare per capire come contribuire alla campagna per il sì, nella nostra autonomia.

DOBBIAMO ORGANIZZARE LA NOSTRA CAMPAGNA

Abbiamo pochi mesi per portare a votare almeno il 50% degli italiani, e per far votare bene. A questo punto, ogni giorno è prezioso, e ognuno è chiamato a fare la propria parte.

Entro la fine di gennaio avremo la riunione della Presidenza Nazionale, del Gruppo di Lavoro Ambiente, e del Consiglio Nazionale che ci offriranno la possibilità di decidere un piano di lavoro dell’Arci per vincere il referendum.

Sarebbe utile se anche gli altri gruppi di lavoro nazionali, che hanno quotidianamente a che fare con specifici settori sociali o organizzazioni di società civile dedicate, dessero un contributo specifico alla riuscita della campagna referendaria.

Il lavoro più grande ovviamente sarà sulle spalle dei comitati regionali, dei territoriali, dei circoli. La propaganda contro l’acqua pubblica sarà grande, ricca e subdola. ll nostro comitato promotore non ha soldi né televisioni, e la sola cosa che ci può garantire un buon risultato è la comunicazione di prossimità, con le persone in carne ed ossa laddove vivono, studiano, lavorano, passano il loro tempo libero.

Il comitato promotore nazionale chiederà nei prossimi giorni incontri con le forze politiche, con le organizzazioni sociali e sindacali, con le organizzazioni di categoria per cercare di mobilitare il più possibile delle risorse democratiche di questo paese. La stessa cosa andrebbe fatta a livello locale dai comitati unitari laddove esistono, e anche dalle singole organizzazioni, ognuna delle quali ha i suoi contatti privilegiati e può meglio parlare a settori specifici.

Ricordiamo che tante organizzazioni religiose ed ecclesiastiche hanno dato la loro adesione, e che le parrocchie possono essere un veicolo fondamentale di comunicazione per il sì. Molte di queste organizzazioni, perlomeno a livello nazionale, non partecipano ai momenti di riunione o assembleari, vanno cercate e valorizzate per il contributo autonomo che possono dare.

Verranno contattati testimonial di vario genere, capaci di farci arrivare anche a un pubblico diverso da noi: dagli attori ai cantanti agli sportivi. Chiunque abbia rapporti con personaggi capaci di parlare alle persone cerchi di contattarli, di farsi rilasciare una dichiarazione, di convincerli a dire o fare qualcosa per l’acqua nei prossimi mesi.

Il Comitato Promotore si è già attivato per il Festival di Sanremo e per il Carnevale di Viareggio. Ciascuno di noi può muoversi per trovare spazi negli eventi sportivi, nelle partite, nelle maratonine, nelle feste patronali, nelle mostre, nei concerti, negli spettacoli teatrali e dovunque ci sia tanta gente con cui parlare.

GLI ENTI LOCALI POSSONO FARE MOLTO

C’è già una relazione stretta con molti Enti Locali, che possono fare la differenza nella comunicazione con la popolazione in tante parti d’Italia. Il 21 gennaio si terrà l’Assemblea del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’Acqua Pubblica, che promuoverà due diverse iniziative a favore del referendum. Agli Enti Locali che delibereranno il loro sostegno ai referendum sarà concessa una targa da esporre (tipo quelle di ente locale denuclearizzato), e verrà promossa la campagna “Mille sindaci per l’acqua” con la lista dei primi cittadini che sottoscriveranno anche a titolo personale per la campagna di autofinanziamento per il referendum.

Sarebbe utile che i comitati Arci verificassero se il proprio Ente Locale ha aderito al Coordinamento Nazionale e invitassero quelli che sono in condizione di farlo a deliberare le proprie adesioni.

SERVONO SOLDI, ANCHE IN PRESTITO

La campagna per il sì dovrà essere necessariamente connessa a quella per il finanziamento popolare. Avete già ricevuto i materiali prima di Natale: oltre alla normale sottoscrizione, è possibile versare somme che verranno restituite nel caso che il referendum raggiunga il quorum dei votanti (in quel caso infatti la legge prevede il rimborso elettorale per i promotori).

L’invito ai circoli è che versino (eventualmente anche con la modalità rimborso) almeno 50 euro per la campagna. I versamenti possono essere effettuati tramite il sito www.referendumacqua.it

Anche i comitati sono invitati a versare quanto possono e vogliono, eventualmente anche chiedendo il rimborso in caso di quorum. Il versamento dei contributi e anche l’eventuale richiesta del rimborso sono automatici, si fa tutto con pochi click sul sito, e il meccanismo del rimborso è garantito e gestito da Banca Etica.

Sullo stesso sito www.referendumacqua.it è possibile scaricare i materiali da utilizzare nei circoli, nei banchetti, nelle caselle di posta dei condomini, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle sale cinematografiche e nelle strade delle città. Controllate regolarmente il sito: ulteriori materiali utili verranno aggiunti nei prossimi giorni, in modo da poter rispondere con strumenti diversi a diverse esigenze.

DATE COMUNI DELLA CAMPAGNA

Il Comitato Promotore inviterà nei prossimi giorni a realizzare su scala locale:

–         una giornata di conferenze stampa nazionali e locali (possibilmente nella stessa giornata in cui la Consulta depositerà i quesiti) per presentare il referendum e i comitati per il sì, che dovranno essere costituiti anche a livello locale.

–         una giornata nazionale decentrata in tutti i territori per la raccolta fondi

–         una giornata nazionale decentrata per chiedere la moratoria di tutti i processi di privatizzazione in corso fino al referendum

–         la manifestazione nazionale per l’acqua il 19 marzo

UNA GRANDE RESPONSABILITA’

Abbiamo una grande responsabilità. Senza un forte impegno delle organizzazioni più grandi e diffuse nel territorio, sarà impossibile vincere. Dovremo competere con forze potenti, ricche e organizzate. I comitati, le strutture, gli attivisti dedicati da tempo alla vertenza acqua – che pure hanno fatto un lavoro gigantesco in questi anni e in questi mesi – da soli a questo punto non bastano. Serviamo noi.

L’acqua e la democrazia del nostro paese non meritano una sconfitta.

C’è davvero bisogno dell’impegno di tutta l’Arci.