Il progetto Mir-Sportello di orientamento e servizi per la popolazione ucraina rifugiata è fondato su un’esigenza primaria: il bisogno di orientarsi all’interno di un nuovo Paese in ottica sociale, legale, sanitaria, scolastica, lavorativa, ludico/sportiva. In questo modo i rifugiati (adulti e minori) otterranno tutte le informazioni e il sostegno necessari per accedere ai servizi del territorio, in modo protetto, sicuro e utile, oltre a spazi strutturati e integrati di socialità e micro progetti di accoglienza.

Gli adulti hanno bisogno di orientarsi rispetto ai propri diritti in qualità di rifugiati col titolo di asilo temporaneo (servizio legale), di poter accedere ai servizi pubblici (dal servizio sanitario alle pubbliche amministrazioni territoriali), oltre che della necessità di un’accoglienza integrata che tenga conto delle loro esigenze quotidiane.

I minori accedono alle scuole e necessitano di un accompagnamento verso quella direzione, ma avranno bisogno anche di fruire di attività ricreative, sportive e sociali per recuperare un po’ di quella normalità improvvisamente persa.

Il progetto prevede tre tipi di attività:

–  il “front-office” con lo sportello di ascolto e orientamento rispetto alle esigenze rappresentate dai rifugiati (esempio: accesso ai servizi territoriali pubblici e privati), valutazione ed eventuale soddisfazione dei bisogni materiali;

– il “back-office” con gli operatori che letteralmente accompagnano le persone (specie se c’è una barriera linguistica, ma anche una difficoltà emotiva o fisica) presso gli uffici (si immagini: l’ottenimento della tessera sanitaria, l’accesso a un ufficio di collocamento, il rivolgersi alle segreterie delle scuole, ecc);

– l’accesso dei rifugiati alla rete sociale grazie all’affiancamento con organizzazioni sociali presenti sul territorio.

Il progetto, dall’esperienza sinora svolta, propone:

– l’implementazione del servizio dei due sportelli già attivi su Savona e Cairo Montenotte, finanziati dal bando della Fondazione De Mari della Primavera 2022, aggiungendo una terza sede presso Finale Ligure, per facilitare l’accesso al servizio anche nel ponente savonese;

– aumentare gli orari di accesso, le ore dei professionisti e le figure degli operatori;

– prevedere un capitolo di spesa per i beni materiali;

– disponibilità di un’abitazione per due nuclei familiari.

Attualmente sono attivi una mediatrice, un legale e una psicologa. A questi vanno aggiunti un secondo mediatore (per creare un canale linguistico funzionale tra le persone che necessitano di assistenza e i singoli operatori/professionisti del campo specifico di cui viene richiesta la professionalità), oltre a due operatori sociali/educatori che effettuino il raccordo operativo, il coordinamento e l’accompagnamento presso i servizi finali (dalle attività burocratiche, alle visite mediche, fino al CAF, i centri per l’impiego e il mondo del lavoro e della scuola in generale).

Dall’analisi dei bisogni, tenuto conto che il progetto si occupa anche dei rifugiati non seguiti dai sistemi di accoglienza, è scaturita la necessità di provvedere e assolvere ai loro bisogni materiali, ad esempio: libri/materiale scolastico, corredi sportivi, abbonamenti ai mezzi pubblici, beni di prima necessità per l’infanzia, iscrizione e quote per attività sportive, culturali e ricreative.
Ci sembra importante sottolineare l’inserimento della voce “corredi sportivi” per poter garantire ai minori l’accesso al mondo dello sport, fondamentale per percorsi di inclusività e socializzazione.

Le persone interessate possono telefonare o mandare un messaggio ai numeri 019 804433 e 380 930370524