Questo l’articolo de Il Secolo XIX sul blocco del cosiddetto ‘Giro della Padania’, ieri a Savona.  Il video de Il Secolo XIX.

Berruti difende i contestatori: «Reazione a provocazione»

Savona – Il sindaco Federico Berruti non c’era alla protesta, è arrivato alla Torretta negli istanti finali, ma ha comunque approvato la contro manifestazione anti padana.

«Le provocazioni rischiano sempre di provocare delle reazioni – è il suo commento – questa corsa era ed è una forte provocazione politica della Lega e ciò che è successo oggi è una reazione che può capitare quando ci sono delle proteste. In generale credo che la cosa più triste di oggi sia stata vedere centinaia di servitori dello Stato, poliziotti, carabinieri e vigili, costretti ad impegnarsi, faticare e in qualche caso anche ferirsi, per garantire una manifestazione provocatoria imposta dallo Stato come evento sportivo ma di fatto propagandistica».

Parole che avranno fatto piacere al segretario del Pd Livio Di Tullio che invece, insieme al segretario Cgil Francesco Rossello e ai responsabili di Rifondazione (Marco Ravera e Franco Zunino) e Arci (Giovanni Durante), si può considerare il vero regista della protesta tricolore. Lui, Di Tullio, tiene però a sottolineare che la loro protesta si è fermata prima dello “scontro” con i corridori in via Paleocapa. «Noi abbiamo fatto un sit-in in via Gramsci per bloccare la corsa ma quando gli organizzatori hanno deciso di modificare il percorso e farla passare da via Paleocapa, per noi la vittoria era già raggiunta e abbiamo desistito dal proseguire – chiarisce Di Tullio – lo dico perché chi come me era seduto in strada in via Gramsci poi non è corso a bloccare anche via Paleocapa dove sono andati pochi militanti e a mio parere anche sbagliando perché avevamo già ottenuto il nostro risultato»

Mentre alle critiche lo stesso Di Tullio ha risposto: «Lo sport è tra le cose più belle perché è di tutti e non appartiene a nessuna forza politica – ha detto – solo nelle dittature viene piegato alle esigenze di parte e solo la Lega, nella sua infinita ignoranza e presunzione, può pensare di costringere lo sport a piegarsi alle sue esigenze». Parole a cui il segretario del Carroccio Paolo Ripamonti ha subito risposto. «Io faccio un plauso al comportamento della sinistra alassina, non certo a quella savonese – ha detto – c’è una bella differenza tra manifestare anche con le bandiere ma pacificamente e far prendere a sberle da un anziano un giovanissimo ciclista che corre per pochi euro al mese».
Mentre il senatore del Pdl e sindaco di Albisola Superiore Franco Orsi ha aggiunto: «L’idea della Padania non si abbatte bloccando una corsa – ha attaccato – stupisce molto, poi, che segretari di partiti che si definiscono Democratici arrivino agli estremi visti oggi a Savona». E addirittura “sconvolto” si è detto Matteo Debenedetti, leader cittadino Pdl. «Sono sconcertato dalla sinistra -ha scritto – siamo in un paese libero ma credo che sdraiarsi in strada gridando ingiurie e motivetti nostalgici non sia il miglior modo per manifestare contro una corsa. Il mio pensiero va al poliziotto ferito».

Canta vittoria invece Rifondazione. «La Padania non esiste – ha scritto Marco Ravera – è una trovata di un partito politico e realizzare il “Giro di Padania” è assurdo e offensivo. La protesta spontanea di oggi ha dato i suoi frutti. La gara ha cambiato percorso a più riprese, è stata bloccata e i ciclisti si sono divisi in due gruppi falsando l’esito della stessa. Una bella giornata per la Savona democratica e per la Savona Medaglia d’Oro alla Resistenza». Mentre Franco Lirosi, assessore comunale presente in strada con tricolore in spalle (come lui, della giunta comunale, c’erano Isabella Sorgini e Jorg Costantino), puntualizza: «Solidarietà al poliziotto per prima cosa. Ma non sono d’accordo con chi ha insultato i ciclisti: lo sport è una cosa, la politica un’altra. Infatti un ciclista si è fermato davanti a me e io gli ho battuto la mano sulla spalla dicendo: “Non ce l’abbiamo con voi, ma con gli organizzatori”. Con mia grande sorpresa mi ha risposto: “Se mi dai la bandiera me la metto”. Bandiera che io avevo sulla schiena perché sono italiano e per chiarire che la Padania non esiste e non esisterà mai».

E infine i grillini, presenti anche loro alla protesta. «I savonesi non si sentono padani e lo hanno dimostrato – ha scritto il Movimento Cinquestelle – la protesta ha vinto, perché ha fatto cambiare il percorso del giro, ma ci domandiamo quando il Pd e Di Tullio faranno lo stesso energico sit-in per Tirreno Power e per gli altri temi decisivi su cui non si esprimono colpevolmente».