Dalle testimonianze di Matteo Lupi, referente ligure di Libera, e di Stefano Fantino il racconto di due giornate fortemente volute da Arci Liguria e dai comitati di Imperia, Savona e Genova. La cronaca del pomeriggio nei vicoli con stralci degli articoli sul Corriere Mercantile, di Diego Curcio, e La Repubblica, di Raffaele Niri,. Guarda le immagini della tappa genovese. di Sandra Bettio.
Ventisettesima tappa – Ventimiglia, Camporosso, Bordighera, 29 marzo 2011
di Stefano Fantino
Ha tanti volti l’arrivo della Carovana Antimafie nell’estremo Ponente Ligure. Come tanti sono i modi in cui l’iniziativa dei carovanieri, arrivati di gran carriera dal Piemonte, ha cercato di sensibilizzare su un tema, quello della legalità che presenta molteplici sfaccettature. Non è un caso se nel bel mezzo di una iniziativa che voleva parlare di mafie rientrino visi e storie che parlano di inclusione, di speranza, di cambiamento.E così, impaurito e speranzoso il volto degli immigrati tunisini che da giorni affollano la stazione di Ventimiglia nel vano tentativo di arrivare nella vicina Francia. La carovana prima della pausa pranzo, reduce dalla mattinata, fa loro visita. Poi risaliti sui furgoni si viaggia verso Roverino, periferia di Ventimiglia, dove la Spes Auser, associazione da tempo attiva nell’assistenza ai diversamente abili ci offrirà il pranzo. Federico, affabile carovaniere livornese, io, Matteo, referente di Libera Liguria, e tutti i compagni di viaggio apprenderemo proprio dalla Spes il cui magnifico lavoro quotidiano appare minuto dopo minuto mentre pranziamo insieme, che in serata saranno loro stessi a portare del cibo agli immigrati tunisini che a centinaia sono in attesa alla stazione.
Una storia di sensibilità e inclusione, di gesti umani e purtroppo spesso dimenticati che racconta, ancora una volta, come da semplici pratiche del genere si possa dare un grande contributo al cambiamento. Che fine farebbero senza questi aiuti gli immigrati? Ingoiati dall’ennesimo “passeur” che tenterà di portarli in Francia dopo che insidie e rischi già li hanno portati via dalla terra natale. E prima di salutare le decine di ragazzi della Spes, diamo tutti consistenza e corpo alla carovana posando nel giardino del centro sociale tutti insieme con lo striscione, prima di imbarcarci verso le iniziative, fitte, del pomeriggio. Non che la mattinata fosse stata da meno. Anzi. L’arrivo della carovana poco prima di mezzogiorno aveva permesso un bello scambio di testimone tra Piemonte e Liguria, suggellando l’incontro mattutino dove il magistrato della Direzione Nazionale Antimafia Anna Canepa, ventimigliese, ha avuto modo di incontrare ragazzi del locale liceo Aprosio e dell’istituto Fermi. Due ore di lezione e domande da parte di centinaia di ragazzi coinvolti in una efficace e profonda analisi non solo di cosa siano e come operino in Liguria le mafie, ma anche in un fitto dialogo sulla giustizia, la funzione della magistratura. Argomenti che il magistrato antimafia ha sposato appieno, dando corpo e sostanza a una mattinata partecipata e piacevole. E non dimenticando di mantenere alta l’attenzione su una parte di Italia, il Ponente ligure, troppo abituato a minimizzare le problematiche relative alla presenza mafiosa.
Quasi singolare a riguardo il fatto che la carovana, nella sua tappa precedente, avesse toccato Bardonecchia, primo comune sciolto per infiltrazioni mafiose al Nord, anno di grazia 1995. Ora, 16 anni dopo la Carovana fa visita, nel pomeriggio, a Bordighera, secondo comune sciolto, nemmeno tre settimane fa. Impossibile trovare situazione migliore per parlare di legalità e presenza mafiosa: l’importante tavola rotonda ha visto una analisi tecnica e approfondita sull’”istituto” dello scioglimento comunale. Davanti a centinaia di persone il professor Vittorio Mete ha analizzato il dispositivo: un provvedimento amministrativo preventivo, che deve suonare come un campanello d’allarme, affinché il possibile condizionamento di un ente, qui il Comune, non arrivi a preoccupanti infiltrazioni. Un dato importante in una realtà storicamente soggiogata a forti infiltrazioni della ‘ndrangheta, la cui conoscenza, tramite attività sociali e di informazione, rimane fondamentale per una presa di coscienza netta. Il sociologo Pino Petruzzelli, ammonisce tutti, ad abbandonare il «non mi riguarda» invitando a una presa di posizione netta, al volere andare oltre le verità e le apparenze. Invito raccolto dai tanti sindacati, Cgil, Cisl, Uil, presenti e capaci, con interventi mirati, di invitare la cittadinanza a non nascondere la testa nella sappia.
Quanto al futuro, c’è da ben sperare. Sempre il pomeriggio ha visto classi di giovanissimi delle elementari confrontarsi con i carovanieri sui temi della legalità, del volto, dell’educazione civica, in una realtà come Camporosso che rappresenta in Liguria una mosca bianca, per la sua adesione alla rete civica “Avviso Pubblico” che riunisce gli enti locali per la formazione contro le mafie, e sempre riesce a riunire giovani e giovanissimi in percorsi condivisi sui temi della legalità.
E la serata, mentre chi scrive gode il meritato riposo, riprende dal circolo Arci Guernica, ad Imperia. Una cena della legalità che rimetta benzina nel corpo dei carovanieri. Prossima tappa Savona, e poi Genova. Già li vedo sfrecciare tra sopraelevate e gallerie verso il cuore della Liguria.
Ventottesima tappa Savona e Genova, 30 marzo 2011
di Matteo Lupi
Mercoledì 30 marzo, ore 7,30 per Marco e Federico inizia un’ultima intensa giornata di viaggio a guida dei due furgoni di Carovana 2011. Il sole della Riviera dei fiori che ha accolto i carovanieri martedì sulla frontiera italo francese è parzialmente velato da qualche nuvola capricciosa, quando gli studenti del Liceo classico “Giuliano della Rovere” di Savona incontrano in aula multimediale la Carovana e Giovanni Durante, presidente Arci Savona che non poteva certamente mancare all’appuntamento. Nel frattempo, dopo aver accompagnato in aeroporto a Genova, il Prof. Vittorio Mete, introducevo i lavori di una lunga giornata di laboratorio e attività alla Scuola Media Statale “Parini Merello” di Corso Galilei a Genova San Fruttuoso, in attesa dell’arrivo di Carovana Antimafie previsto intorno al mezzogiorno. Al mio arrivo al liceo savonese, gli studenti avevano appena cominciato a visionare il video sui campi di lavoro che Arci e Libera promuovono in Sicilia. Quest’anno la loro gita scolastica avrà come meta proprio Corleone, ospiti del “Giusto di viaggiare”: sul tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati e sulla questione delle infiltrazioni criminali al nord si è concentrata la discussione tra gli studenti e i carovanieri. Giovanni non ha trascurato di sottolineare tutti quei segnali preoccupanti che nella provincia di Savona, apparentemente la più “calma” di Liguria, fanno presagire una escalation della presenza mafiosa: danneggiamenti a ditte del movimento terra, crescita delle licenze, aumento del fenomeno dell’usura. Come sempre dai ragazzi è emersa la volontà di impegno: impegno vero, stimolato da insegnanti molto sensibili che proprio qualche giorno prima avevano coinvolto molti di loro in una partecipata iniziativa delle memoria alla fortezza del “Priamar” con l’associazione culturale “Don Peppe Diana”, Libera e Nanda dalla Chiesa. Lasciamo Savona a malincuore, perché le domande dei 75 studenti vi avevano stimolato a proseguire con loro altri ragionamenti, ma la “Parini Merello” impaziente ci aspetta e soprattutto ci attende il rischio di qualche ingorgo genovese….
ore 12 l’arrivo a Scuola è particolarmente “forte” e inusuale: luci spente, in auditorium, tante voci, e soprattutto 180 ragazzi di terza cantano a squarciagola “Pensa” la canzone di Fabrizio Moro. Con noi, Lavinia una ex studentessa della Scuola, ora all’Università racconta ai ragazzi cosa significhi impegnarsi nel contrasto culturale alle mafie. Lavinia ha fondato insieme ad altre amiche ed amici il primo presidio di Libera a Genova dedicato a Francesca Morvillo. Materiali info di Carovana, quaderni e segnalibro sono distribuiti in fretta e furia, prima che suoni la campanella.
Ore 14 “Istituto Majorana”, 25 ragazzi del gruppo legalità ci incontrano per concludere un percorso di lavoro sulle mafie, intrapreso con Libera Liguria a ottobre. Federico ha appena letto la notizia delle sopsette connessioni tra un Ministro della Repubblica di fresca nomina e l’ex avvocato della famiglia Provenzano. Dallo spunto parte una importante riflessione sul ruolo della partecipazione e dell’informazione. Il messaggio è chiaro: “ragazzi non limitatevi alla superficie, siate attenti, leggete ed approfondite, non lasciamo vincere l’incultura!”
ore 15 si riparte, la Maddalena ci attende!
Raffaele Niri, La Repubblica
“….Ovviamente, a Genova, la zona scelta per far parlare i “carovanieri” non poteva che essere la Maddalena. «Dopo aver portato in tante scuole della Liguria i contenuti della guerra alla mafia – racconta Matteo Lupi, referente ligure di Libera – è stato bellissimo confrontarsi con i commercianti della Maddalena che si sono impegnati, in prima persona, nella medesima lotta».
Non si tratta di discorsi teorici: lunedì, in vico della Rosa, verrà dato l´avvio dei lavori per il nuovo asilo, in una zona finora regno della prostituzione e, soprattutto, di chi la sfrutta. Un piccolo passo avanti, ma la mafia si combatte proprio con le piccole azioni quotidiane.”
Diego Curcio, Corriere Mercantile
“….E così ieri sera la Carovana, un corteo colorato di bandiere, spille e magliette a cui hanno partecipato i sindacati confederali, l’Arci, il Comune, gli scout del Cngei (quelli laici), i commercianti e gli abitanti, ha sfilato sulle note dell’orchestra Bailam per via Garibaldi, via ai Quattro Canti di San Francesco, piazza della Cernavia e via della Maddalena. Una manifestazione festosa nel cuore dei vicoli più bui e dimenticati, fra decine di saracinesche abbassate, spacciatori e prostitute. «Da qualche tempo siamo riusciti a riprendere in mano la nostra libertà – ha detto fra le lacrime il presidente del Civ della Maddalena, Andrea Piccardo – Noi l’antimafia la facciamo con il presidio del territorio, ma è difficile. Da soli non ce la possiamo fare. Anzi: sarebbe stato impossibile arrivare a questo punto, senza l’aiuto prezioso del Comune e della associazioni. Ma bisogna che anche la gente cominci a tornare a vivere e a passeggiare alla Maddalena. Se siamo soli è facile che questi criminali si infiltrino. Se restiamo uniti, cominceranno a perdere terreno come hanno fatto in questi ultimi tempi». Parole rotte dal pianto: un appello disperato e commovente, che ha fotografato alla perfezione le difficoltà di chi ogni giorni vive in questo territorio. Anche per questo, nei mesi scorsi, in soccorso dei loro colleghi e amici, trentasei commercianti della zona hanno cominciato ad esporre nei propri negozi i banchetti con i prodotti di Libera, ricavati dai terreni confiscati alle mafie. «Il Comune ha cercato di consolidare le ultime aziende rimaste e presto, in vico de Rosa, dove fino a poco tempo fa imperversavano le prostitute, realizzeremo un asilo» ha ricordato Oliva. Anche perché se non si interviene al più presto si rischia davvero di perdere per sempre un intero quartiere. «Più passa il tempo più è difficile uscirne – racconta una negoziante di vico Inferiore del Ferro, a due passi dalla Maddalena – Sono davvero tante la saracinesche abbassate. E la criminalità continua ad avere una presenza ingombrante».