CONCENTRAMENTO ORE 17, LARGO EROS LANFRANCO (Genova) – A seguire presso il LABORATORIO SOCIALE di Vico Mele inaugurazione della mostra fotografica “100.000” di Giorgio Bergami, in occasione del ventennale della Strage di Capaci.

Contro la violenza e il terrorismo gli studenti invitano a reagire. La violenza cieca e criminale del terrorismo ha colpito ancora. Colpisce vittime innocenti, ragazzi, studenti nella loro scuola, presidio di legalità e spazio di giustizie e libertà, luogo in cui dovrebbe nascere la speranza di un futuro migliore, e che invece è stato teatro di una orribile tragedia. Il fatto che si possa morire a scuola è per noi inconcepibile da sempre, ma il fatto che questo accada in una dinamica folle ed omicida è un dato preoccupante che non può lasciarci in silenzio. Il teatro di questo orrore è la scuola che porta il nome della moglie di Falcone. Poco importa quale sia la pista, certo è che la violenza in questi territori, nel Sud Italia, è figlia di una cultura che deve essere distrutta e cancellata. Indipendentemente dall’esito delle prime indagini, quello che è successo è un atto gravissimo, senza precedenti. La risposta delle studentesse e degli studenti deve essere immediata, come quella di tutta la cittadinanza italiana, colpita ancora una volta al cuore, aggredendo al futuro del Paese, agli studenti. Per chi è morto, per chi è ferito, senza motivo, solo perché era uno studente con dei sogni, con delle passioni, con dei desideri, con un futuro di libertà per cui lottare. Per chi aveva dei sogni che sono stati spezzati dalla follia della cieca violenza. Perché non si può morire così, entrando a scuola. Non ci faremo terrorizzare, non possiamo darla vinta a chi vuole, attraverso la violenza e il terrorismo, mettere in scacco la democrazia nel nostro Paese e mettere a rischio la vita di innocenti. Non abbiamo paura di urlare, di opporre la conoscenza e la voglia di libertà alla vile azione violenta.
Contro la violenza e il terrorismo,cendiamo subito in piazza, insieme, uniti da un solo spirito e da quella voglia di libertà e democrazia che ancora una volta hanno provato a scalfire, ma che non potranno mai soffocare. Scendiamo in piazza a ridosso del ventennale dalla morte del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla violenza mafiosa nel 1992, nella strage di Capaci. Scendiamo in piazza per non dimenticarci di chi è morto, perchè noi non siamo stati abbastanza vivi.

ARCI, LIBERA, UDS