Leggi il DOSSIER LIGURIA di Libera - Arci e Libera in Liguria

Arci Liguria ha dato un contributo determinante nella costruzione del percorso costitutivo del coordinamento regionale di Libera nel novembre del 2008, mettendo a disposizione della rete l’energia delle competenze dei suoi dirigenti territoriali, la qualità della sua proposta progettuale e l’entusiasmo delle 300 basi associative che tra Ventimiglia e Sarzana, rappresentano uno straordinario modello di partecipazione e elaborazione culturale.

Arci Liguria ha collaborato nel 2008 alla realizzazione della prima veleggiata della legalità, partita da Sanremo e giunta dopo un mese a Cinisi nel trentesimo anniversario della morte di Peppino Impastato.

Nel 2009 e nel 2011 Arci Liguria insieme a Libera ha promosso le tappe liguri della Carovana Antimafie su Genova, Bordighera, Ventimiglia e Imperia.
Dicembre 2009, convegno sui Beni Confiscati in Liguria presso l’auditorium di Palazzo Rosso a Genova, con interventi di Davide Pati, Nando Dalla Chiesa e Walter Massa.
Marzo 2011, incontro nel Liceo Aprosio di Ventimglia “Gli studenti incontrano Anna Canpea magistrato della DNA”
Bordighera ,Convegno sulle infiltrazioni criminali nelle pubbliche amministrazioni con il Prof. Vittorio Mete
Genova, Animazione territoriale alla Maddalena con le associazioni e le organizzazioni sindacali.
Cene della legalità al Circolo Arci Belleville di Genova ed al circolo “Arci Guernica” di Imperia.-

Nel 2012, per la prima volta su impulso decisivo di Arci Liguria entreranno a far parte della proposta di “Estate Liberi” i laboratori della legalità di Ventimiglia, stage di formazione alla cittadinanza attiva presso la Spes Onlus di Ventimiglia, a fianco dei ragazzi della Cooperativa Sociale della spes, impegnati nell’inserimento lavorativo di ragazzi con ritardo psichico.

Libera a Genova, Libera in Liguria.
Per festeggiare a Genova la giornata della memoria e dell’impegno del 17 marzo del 2012. E’ una scelta naturale. Un’altra grande e storica città del nord, dopo le esperienze di straordinaria partecipazione di Torino e di Milano. Perché ce lo stanno raccontando i processi, ce lo stanno dicendo ripetutamente le cronache e gli studi: è il nord ormai la vera terra di conquista delle mafie, la vera posta in gioco se si vuole rovesciare la strategia dei clan. Se si vuole decidere di non mettere a loro disposizione –pressoché indifese- le terre più ricche.  Se si punta a saldare invece la rivolta delle regioni meridionali, e dei loro giovani in particolare, con una rivolta di tipo nuovo; capace di crescere e mettere radici in quelle che una volta erano le aree “di insediamento non tradizionale” e che tali non sono più se mezzo secolo è in grado di fare “tradizione”.

Liguria, Lombardia e Piemonte. Nel nord-ovest, come anche nel Lazio, le organizzazioni mafiose si stanno scatenando. Non vogliono più gestire spazi residuali, non bastano più loro i tipici interstizi degli affari criminali. Pretendono, perché sentono di averne ormai la forza, di dettare legge, di conquistare il celebre “monopolio del ciclo del cemento”.

Vogliono penetrare l’economia legale, dai ristoranti ai centri commerciali alla sanità, ed espandere i business illegali, a partire dallo smaltimento dei rifiuti. Tendono a intensificare i rapporti con la politica, dimostratasi troppo permeabile e “avvicinabile”. Meno che mai, sia chiaro, sono disposte a retrocedere. Non è nella loro natura. Hanno piuttosto dimostrato, soprattutto la ‘ndrangheta, ormai egemone nel nord, una forte vocazione colonizzatrice. Per questo si apre con ogni evidenza un conflitto dalle grandi implicazioni civili e culturali. Al quale sono chiamati a partecipare, schierandosi con lo Stato di diritto, con la libertà, con la giustizia, con la trasparenza amministrativa, tutti i cittadini onesti e responsabili, gelosi dei propri diritti costituzionali.

In Liguria come in tutto il nord troppi sono stati gli occhi chiusi per quieto vivere, per incapacità di comprendere, talora per connivenza. Eppure (e proprio per questo) il comune di Bordighera è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, dopo molte e inascoltate denunce di esponenti delle istituzioni e della società civile. E forse non rimarrà il solo. Eppure (e proprio per questo) la provincia di Imperia è stata abbandonata alle pretese dei clan grazie a esponenti delle istituzioni di recente -e per fortuna- rimossi o perseguiti. Eppure (e proprio per questo) informazioni più precise e preoccupanti giungono su attività mafiose nella altre provincie liguri, Genova compresa.

Il contributo che Libera intende dare con la sua presenza nazionale sarà dunque come un atto di attenzione e di amore verso questa regione.