Il Consiglio Comunale di La Spezia era chiamato giovedì 2 dicembre la richiesta di modifica dello Statuto  così da “riconoscere l’esistenza di altre forme di convivenza che tutela nei limiti previsti dall’ordinamento giuridico”. La mancanzadel numero legale non ha impedito la messa in votazione della proposta che, al termine di un dibattito piuttosto ‘prevedibile’, è stata approvata a maggioranza ed ora sarà riproposta in una prossima riunione.

Tutto normale quindi? Assolutamente no, spiega Antonella Franciosi, presidente di Arci La Spezia, intervistata in proposito da La Spezia Cronaca4 (guarda il video) :”Questo piccola, anzi minima, dichiarazione di intenti é bastata a suscitarepreoccupazione e sdegno in tutte le associazioni cattoliche spezzine che si sono sentite in dovere di rivolgere un appello al Consiglio stesso perché valorizzi la famiglia e successivamente anche la Cisl ha pensato fosse bene di ricordare a tutti noi il valore della famiglia”.

Spiega ancora Antonella Franciosi: Con la modifica statutaria proposta, il Comune della Spezia si limiterà  a riconoscere l’ovvio, quello che é sotto gli occhi di tutti noi, cioé che esistono forme di amore verso il prossimo che non si esauriscono nella forma tradizionale della famiglia fondata sul matrimonio e che le persone si sostengono e garantiscono la prosecuzione della società e allevano figli con affetto anche al di fuori della famiglia tradizionalmente tutelata. E anche queste formazioni sociali per le funzioni identiche e fondamentali che svolgono anch’esse con pari attenzione ed efficacia, sono per ciò solo meritevoli di di tutela. Ciascuno di noi ha esperienza diretta o indiretta delle altre forme di convivenza di cui il Comune si appresta a riconoscere l’esistenza”

Le associazioni cattoliche spezzine non avevano infatti mancato di tuonare contro ” sentendosi in dovere di rivolgere un appello al Consiglio stesso perché valorizzi la famiglia e successivamente anche la Cisl ha pensato fosse bene di ricordare a tutti noi il valore della famiglia”, spiega Antonella Franciosi. Importante segnalare la presa di posizione della Chiesa Battista e della Chiesa Metodista di La Spezia che hanno sottolineato il concetto espresso dall’Arci di La Spezia attraverso la presidente. “Viviamo in una società plurale. Anche il volto della famiglia è cambiato, e la società non può che prenderne atto e valorizzare i momenti positivi e le spinte di solidarietà sociale che i diversi modi di convivenza oggi propongono.” – afferma il comunicato – “Le chiese evangeliche sono liete che il Comune della Spezia si proponga di ragionare in modo più ampio sulle diverse forme di famiglia. Per la loro tradizione radicalmente laica le chiese evangeliche vedono nella famiglia un prodotto della cultura, che si trasforma ed è in dinamico movimento. Al suo interno sempre ci sono un’alta attenzione alla cura e all’educazione delle nuove generazioni, la cura verso gli anziani, la costruzione di reti sociali di solidarietà e di vicinato: tutto questo insieme contribuisce a fare della famiglia un luogo di condivisione anche in tempi duri di recessione economica come questi. Come protestanti siamo altresì convinti che non esista una forma “naturale” di famiglia, ma che cisia famiglia umana ovunque si esprimono vincoli di affetto che danno origine a una convivenza.”