Iran Genova: Pace e diritti globali, una sfida per il futuro”, così Genova ha concluso la “Settimana dei Diritti” ricordando l’incessante lotta per la democrazia di un Iran che non si arrende alla dittatura della Repubblica islamica.

L’incontro, organizzato dal Comitato promotore della Tavola della Pace genovese, ha visto la straordinaria partecipazione dell’avvocato Shirin Ebadi (nella foto) prima donna musulmana alla quale, nel 2003, è stato attribuito il premio Nobel per la pace.

Le sue parole, la sua forza d’animo e la sua fiducia verso la possibilità di un futuro migliore insegnano e promuovono una lotta pacifista volta ad affermare la dignità umana ed a pretendere riscatto dalla tirannia politica e religiosa che logora da anni il suo amato Paese.

Shirin racconta di un Iran sconvolto dalla violenza di un regime totalitario, un Iran assai lontano dall’ideale di democrazia che la società civile iraniana tenta quotidianamente di promuovere con la sola forza delle idee e delle parole. Un paese in cui i diritti individuali vengono costantemente soffocati dalla violenta repressione del governo e dalla forza della censura.

“Il problema non è culturale ma politico”, afferma a testa alta l’Avvocatessa che da molto tempo è costretta ad un’esilio forzato. Del resto non ci resta difficile comprenderlo a fronte del continuo proliferare di arresti ed esecuzioni utilizzati dal regime di Ahmadinejad per soffocare ogni forma di resistenza e di difesa di una libertà ormai schiacciata dal suo pressante controllo.

Proprio di recente Mohammed Mostafaei , avvocato conosciuto in Iran per la sua intensa attività in difesa dei diritti umani, lo scorso sabato ha subito un forte gesto di intimidazione: la moglie e il cognato sono stati arrestati senza alcuna motivazione. Secondo quanto riferito da Mostafei stesso all’interno del suo blog, egli sarebbe stato contattato dalle autorità e si sarebbe dovuto presentare alla prigione di Evin, ma in sua assenza le autorità si sarebbero invece presentate nell’ufficio dell’avvocato e, senza averlo trovato, hanno arrestato la moglie e il cognato.

Probabilmente la rappresaglia delle autorità è dovuta alla maniera risoluta con cui l’avvocato iraniano ha difeso Sakineh Mohammadi Ashtian, la donna di 43 anni condannata alla lapidazione in base ad una confessione estortale con la tortura. http://freesakineh.org è il sito per firmare la petizione contro la sua lapidazione.

La democrazia è un fiore che deve essere curato ogni giorno. Non potete nemmeno dimenticarvi un giorno di curarlo, altrimenti appassisce“. Queste parole di Shirin Ebadi devono insegnarci che quanto sta accadendo in Iran non può e non deve per alcun motivo lasciarci indifferenti.

Anche in Iran Human Rights, organizzazione per i diritti umani in Iran che ha sede a Oslo, ricorda alla comunità internazionale che fatti come quelli accaduti all’avvocato Mostafaei, non devono passare inosservati . Si tratta di un evento assai preoccupante, un uomo colpito in prima persona per il lavoro che svolge è solo il singolo l’esempio di un problema che riguarda, oltre che lui anche gli altri avvocati che ancora non si sono rassegnati all’esilio.

La nostra lotta per la democrazia è fortemente legata a quella iraniana. Difendere la libertà di ciascun individuo deve significare innanzitutto l’interesse e l’impegno nell’abolizione di tali dinamiche di governo e di repressione dei diritti, in qualsiasi Paese, in qualsiasi società.

Come ricordato anche dall’Assessore Enrico Vesco, che ha chiuso il dibattito con il suo intervento, il concetto di democrazia è davvero solido solo nella misura in cui, in Iran così come in Italia, le libertà individuali e collettive vengono tutelate e garantite senza eccezioni. “Sta a noi il compito di trasmettere conoscenza, documentare e far riflettere le nuove generazioni”, ha continuato Vesco ribadendo con fermezza l’importanza delle testimonianze dei protagonisti e della condivisione delle forme di protesta da parte di tutti i paesi.

Giada Cecchin