Due delle misure più impattati del decreto Sicurezza promosso dal Ministero dell’Interno, seppur anche molte altre siano degne di nota, riguardano il sistema di accoglienza e di gestione dell’immigrazione in Italia. Con il ddl sicurezza si vanno ad eliminare due capisaldi del sistema di accoglienza in Italia eliminando il permesso di soggiorno per protezione umanitaria che garantisce, in caso di situazioni di emergenza umanitaria, un permesso di soggiorno ai cittadini stranieri che ne fanno richiesta, lasciando come unica altra opzione la protezione internazionale. Inoltre, vengono di fatto eliminati gli SPRAR, sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati lasciandoli aperti solamente ai minori non accompagnati e ai titolari di protezione internazionale de facto limitando immensamente chi ha diritto a partecipare a questi progetti.

Ma cosa significa l’eliminazione, de facto, dei progetti SPRAR per la nostra regione? Nel 2017 in Liguria sono stati accolti tra rifugiati e richiedenti asilo 687 persone molti di loro appartenenti a categorie di immensa fragilità, 7,8% vittime di tortura e violenze, 3,4% bisognosi di cure di salute mentale, 3,1% vittime di tratta solo per citare alcune delle situazioni di fragilità più grave. Con l’eliminazione di questo sistema queste persone non avranno più diritto a percorsi di istruzione, di reinserimento lavorativo e di conseguenza anche di valorizzazione dei territori in cui venivano ospitati.
In particolare, dobbiamo anche ricordare come la Liguria abbia anche delle caratteristiche differenti da altre regioni che rendono la presenza di percorsi di accoglienza di qualità, con percorsi di integrazione, reinserimento nel mondo della formazione e del lavoro un’opportunità e non di certo un “pericolo” come viene spesso declamato dal nostro Ministero dell’Interno. La Liguria ormai è diventata una terra di emigrazione, in cui la popolazione anziana è tra le più alte d’Italia e dove si è aperto un problema di spopolamento dei piccoli comuni del litorale e soprattutto dell’entroterra.
Uno strumento di integrazione come lo SPRAR può essere una fonte di rinnovamento sociale e culturale per i nostri territori con nuove energie e progetti che mirano alla rivitalizzazione dei territori.
A questi elementi va anche aggiunto un ulteriore elemento non per nulla ininfluente che è l’aspetto lavorativo generato dal sistema di accoglienza diffusa che nel 2017 vede impiegate solo in Liguria 229 figure professionali. Eliminare questo sistema significa anche cancellare quei posti di lavoro, altamente qualificati. Chissa il nostro Ministro dell’Interno cosa ne pensa dell’eliminazione di posti di lavoro altamente qualificati che impiegano moltissimi giovani (italiani)?

Con lo spostamento dei beneficiari SPRAR all’interno dei CAS (centri di accoglienza straordinaria) peraltro con il taglio del budget disponibile per migrante da 35€ al giorno a 20€ al giorno, poco più che un canile, si vedranno tagliate tutte le attività e i corsi positivi volti all’integrazione della popolazione migrante. Si andranno a creare sacche di disagio sociale, grandi ghetti in cui rinchiudere i migranti senza possibilità di integrazione solo per favorire la propaganda populista e demagogica di chi vede nel migrante, nella persona con un colore diverso della pelle un nemico da identificare e su cui fare campagna elettorale