IIl prossimo venerdì 12 ottobre gli studenti (leggi sotto il comunicato, ndr) saranno di nuovo in piazza, in tutte le città d’Italia, per difendere la scuola pubblica dall’ennesimo attacco: come se non bastassero i tagli imposti dalla cosiddetta ‘spending review’ si riaffaccia la famigerata ‘proposta Aprea’ che sancisce l’entrata dei privati nella scuola pubblica mortificando le rappresentanze studentesche e i processi partecipativi, imponendo dei modelli valutativi molto discutibili per scuole, insegnanti e studenti.

L’Arci sostiene questa mobilitazione, ne condivide le motivazioni ed esprime la propria preoccupazione per le conseguenze delle misure che il Governo vorrebbe adottare.

Riteniamo che la scuola del ventunesimo secolo non debba arretrare di un millimetro rispetto ai principi di universalismo e laicità, e alle sue funzioni di servizio pubblico e riduzione delle diseguaglianze sociali che ne hanno caratterizzato storia e identità negli ultimi decenni, ma debba semmai essere rafforzata nel suo ruolo di presidio democratico ed educativo per le giovani generazioni e per tutta la società italiana.

Oggi che i processi locali e globali mostrano una ineluttabile tendenza alla interdipendenza e complessità abbiamo bisogno di maggiori e più raffinati strumenti di conoscenza per poter interpretare la realtà che ci circonda e segnare un futuro di consapevolezza ed emancipazione per i giovani del nostro Paese.

Abbiamo bisogno un impianto legislativo che rafforzi il diritto allo studio, che garantisca l’accesso ai saperi per tutte e tutti, che sappia introdurre elementi di merito che non si traducano in competitività, che sancisca i livelli essenziali delle prestazioni. Il cambiamento può e deve partire anche da qui.

 Roma, 8 ottobre 2012

 12 ottobre 2012: prima data di mobilitazione studentesca nazionale

Scenderemo in piazza per riprenderci tutto ciò che ci è stato negato, per riprenderci il diritto ad essere cittadini attivi, a poter scegliere autonomamente dove e cosa studiare senza dover per forza affidarci alle nostre famiglie, per riprenderci le nostre scuole ormai in balia dei privati, per rompere le catene che ci destinano ad un futuro incerto e precario.

L’attacco alla scuola pubblica appare ancora una volta la scelta assunta nei “palazzi del potere”; non solo con la spending review si profilano nuovi tagli ma è stata riproposta la legge 953, l’ex pdl APREA, che di fatto sancisce L’ENTRATA DEI PRIVATI NELLE SCUOLE, mortifica le rappresentanze studentesche e la partecipazione e inserisce i tanto contestati criteri dell’INVALSI come metro di valutazione sistemico per scuole, studenti e insegnanti.

D’altro canto si è aperta una discussione sul merito assai deviante dalle vere problematiche che si vivono ogni giorno nelle nostre classi. Pensiamo che IL CONCETTO DI MERITO CHE CI VOGLIONO IMPORRE SIA DISCRIMINANTE,pensiamo che mascheri le disuguaglianze andando a caccia di eccellenze, che imponga nelle scuole il modello competitivo, antitetico alla naturale tendenza cooperativa dei saperi.

Ciò è aggravato dal fatto che, nonostante le promesse del Ministro Profumo, non si è agito realmente per risolvere la questione del diritto allo studio e non si è voluta recepire L’ESIGENZA DI UNA LEGGE NAZIONALE SUL DIRITTO ALLO STUDIO, che sancisca livelli essenziali delle prestazioni e finanziamenti, basilari regione per regione. I saperi per loro natura sono un prodotto sociale che non può in alcun modo essere ridotto a un servizio a pagamento. BISOGNA GARANTIRE L’ACCESSO AI SAPERI PER TUTT*.

Non possiamo più rimandare una forte riposta alla questione della PRECARIETA’, cifra dominante della nostra generazione. Una generazione nata e cresciuta con il dogma della flessibilità e della “sana competizione” che in realtà si sono rivelate parole per mascherare una compressione dei diritti, della democrazia, un’impossibilità di costruire una vera progettualità di vita e dunque individualismo, insoddisfazione e solitudine.

Sentiamo sulle nostre spalle una sfida storica; sentiamo il peso di anni e anni di politiche mancate, di scarsa partecipazione.

LA NOSTRA SCUOLA NON E’ IN VENDITA. Rivendichiamo una scuola PUBBLICA, LAICA e di qualità.
Vogliamo LIBERARE I SAPERI PER LIBERARE LE PERSONE.

Vogliamo scuole dove contiamo davvero.
Vogliamo scuole sicure ed ecosostenibili.
Vogliamo una Legge Nazionale sul Diritto allo Studio.
Vogliamo una scuola pubblica, di qualità e totalmente gratuita.
Vogliamo una valutazione, non un voto, e vogliamo l’abolizione immediata degli INVALSI.
Vogliamo una scuola alla nostra altezza, e la vogliamo subito!
Vogliamo costruire un’alternativa di sviluppo non più rimandabile!

Il cambiamento parte da noi, dalla nostra capacità di resistere e proporre, di contestare e creare. La risposta delle studentesse e degli studenti sarà complessiva e radicale, senza paura. Scenderemo IN PIAZZA IL 12 OTTOBRE per ribadire a gran voce che siamo NOI la forza propulsiva di cambiamento dal basso, dalle nostre scuole, dai nostri quartieri e dalle nostre città.

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!