Arci e Acli di Savona – associazioni che sommano oltre 20.000 associati in provincia di Savona, compresi i centri maggiormente dalla

Centrale di Vado Ligure-Quiliano – si sono fatte promotrici di un’importante iniziativain merito alla controversa vicenda della Tirreno Power. Abbiamo chiesto a Giovanni Durante, presidente di Arci Savona, di illustracela.

“Le nostre – spiega Giovanni Durante, presidente di Arci Genova – sono associazioni di promozione sociale che comprendono la pratica della democrazia partecipata, la rappresentanza sociale, la qualità della vita delle donne e degli uomini, il diritto al futuro per le prossime generazioni, il diritto al lavoro, la responsabilità sociale. Per questo abbiamo voluto proporre un piano che consenta di uscire in positivo dalla situazione di stallo determinatasi. ” In questo senso la nostra iniziativa -precisa Durante – vuole costituire l’avvio di un percorso di concertazione e di raccolta di adesioni ricolto alle associazioni, agli enti locali, ai sindacati e alle forze politiche perchè una soluzione positiva, come spieghiamo nel documento, è possibile”. “Ci auguriamo .- conclude il dirigente Arci – che la proposta venga letta e valutata con attenzione e senza pregiudizi.”

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PROPOSTA “ENERGIA, SALUTE E LAVORO”
SUL FUTURO DELLA CENTRALE TIRRENO POWER DI VADO LIGURE
Proposta di ARCI e ACLI savonesi
Lo scenario politico e sociale: la proposta di ampliamento a carbone della centrale elettrica di Vado Ligure
avanzata da Tirreno Power che sarà analizzata dagli Enti proposti trova oggi schieramenti nettamente contrapposti, da
una parte l’azienda, la quale però produce energia nelle altre centrali in Italia con gas naturale, le organizzazioni
sindacali, che intravedono nell’investimento sicure opportunità occupazionali, l’Unione industriali che rappresenta
aziende interessate ai lavori di costruzione e ristrutturazione, dall’altra una rete di Amministrazioni Comunali che si
sono espresse nettamente contro l’ampliamento a carbone (oltre Vado Ligure e Quiliano anche Savona, Bergeggi,
Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte),
movimenti di cittadini, associazioni ambientaliste, personalità del mondo scientifico, culturale e politico della nostra
provincia, della nostra regione e di livello nazionale.
Poi ci sono i partiti, un po’ in ordine sparso, con il centro destra favorevole, i partiti del centro sinistra con posizioni
differenziate, addirittura all’interno degli stessi partiti.
La proposta di Tirreno Power e quello che può accadere: le discussioni pubbliche e sui quotidiani sul
futuro di Vado Ligure e Quiliano pare permettano qualsiasi soluzione energetica mondiale, ma bisogna ricordare che il
progetto in esame riguarda la costruzione di un nuovo gruppo a carbone da 460 mW e un “repowering” dei gruppi 3 e
4 a carbone, con una riduzione prevista del 3%(che pare oggettivamente una presa in giro..) di emissioni. Se il
progetto venisse bocciato di fatto non cambierebbe nulla, le emissioni rimarrebbero le stesse e Tirreno Power
continuerebbe a produrre energia da carbone per i prossimi 8-10 anni.
Se si vuole superare realmente un modo arretrato di produrre energia elettrica, è necessario fermare il progetto di
potenziamento a carbone e proporre un’alternativa che tenga insieme i bisogni produttivi, l’occupazione e la salute dei
cittadini.
Bisogna fare rete tra Enti Locali, associazioni, movimenti e forze politiche, per chiedere alla regione Liguria di proporre
una mediazione che però superi la produzione a carbone.
La proposta di ARCI e ACLI: si tratta di due associazioni che sommano oltre 20.000 associati in provincia di
Savona, associazioni di promozione sociale presenti in tutti i territori, compresi quelli interessati maggiormente dalla
Centrale di Vado Ligure-Quiliano.
Siamo associazioni che comprendono la pratica della democrazia partecipata, la rappresentanza sociale, la qualità della
vita delle donne e degli uomini, il diritto al futuro per le prossime generazioni, il diritto al lavoro, la responsabilità
sociale.
Insieme vogliamo avanzare una proposta che superi definitivamente la produzione a carbone, sicuramente
vantaggiosa per l’Azienda ma con gravi ripercussioni e costi sociali per una zona comprendente ben oltre 80.000
abitanti, sui quali gravano molti disagi ambientali e di salute, e che per questo meritano un futuro diverso.
Vogliamo però farci carico di una proposta che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e dei bisogni energetici
generali e non solo della nostra Provincia.
Certo, l’ideale sarebbe consumare tutti meno, in modo intelligente, produrre energie da fonti rinnovabili, e così ci
aspettiamo che Tirreno Power investa davvero risorse in tal senso, tuttavia ci rendiamo conto che la Centrale continuerà
a bruciare carbone comunque, quindi siamo per proporre la costruzione di 2 nuovi gruppi a gas naturale che
sostituiscano definitivamente i gruppi alimentati a carbone.
Tirreno Power, sul proprio sito istituzionale si fa vanto di produrre in tutta Italia ormai in via quasi esclusiva attraverso
unità a turbo gas a ciclo combinato, a parte l’idroelettrico di Genova e un’unità di riserva a olio combustibile a
Civitavecchia.
Proprio a Civitavecchia è stata completamente sostituita con tre turbine da 1.200 mW la precedente produzione
inquinante. Perché proprio a Vado Ligure si dovrebbe continuare ad alimentare e potenziare al produzione a carbone?
Ci sembra logico e razionale quindi proporre addirittura anche un potenziamento produttivo che però chiuda
definitivamente con il carbone.
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Vediamo nel dettaglio la proposta che intendiamo avanzare ai Comuni interessati, alle altre
associazioni e movimenti contrari all’ampliamento a carbone, ai rappresentanti in Consiglio
regionale della Liguria, alle organizzazioni sindacali, ai partiti politici, ai cittadini e alle
cittadine di Vado e Quiliano.
La nostra proposta prevede:
Sostituzione degli attuali due gruppi 3 e 4 a carbone da 660 mw (obsoleti e risalenti a 40 anni
fa) con un nuovo gruppo a ciclo combinato da 760 mw a gas naturale (previo adeguamento dei
sistemi di abbattimento degli ossidi di azoto anche nel gruppo a gas naturale attuale).
Questa proposta va incontro a 5 richieste di Tirreno Power:
AMPIAMENTO POTENZA
1) aumento della potenza totale della centrale di 100 mw (da 1.420 a 1.520 mw), che va nella direzione richiesta di un
ampliamento della capacità di produzione energetica;
MANTENIMENTO DIMENSIONI DI PRODUZIONE
2) mantenimento di una potenza complessiva della centrale che permetta, secondo Tirreno Power, di conservare la
necessaria massa critica per stare in modo bilanciato sul mercato dell’energia.
Verrebbe quindi meno l’ipotesi prospettata inizialmente dai Comitati di lasciare soltanto il gruppo attuale a ciclo
combinato da 760 mw, che secondo la dirigenza Tirreno Power per dimensioni non permetterebbe all’unità produttiva
di essere competitiva;
MAGGIORE EFFICIENZA PRODUTTIVA
3) l’efficienza della produzione sarebbe del 58%, e quindi con un aumento notevole rispetto al 30-35% degli attuali
obsoleti gruppi a carbone 3 e 4. L’uso del ciclo combinato consente infatti un’altissima resa elettrica, con coefficienti di
trasformazione dell’energia termica in energia elettrica molto più elevati rispetto al carbone.
Questo andrebbe incontro a quanto ripetutamente richiesto dalla dirigenza Tirreno Power, e anche dalla cittadinanza
(più efficienza significa meno inquinamento a parità di kwh);
CONSOLIDAMENTO OCCUPAZIONALE
4) nella situazione attuale sarebbe comunque inevitabile la dismissione dei gruppi 3 e 4 obsoleti e non allineati alle
normative europee, con conseguente riduzione delle unità occupate. Con l’aggiunta del nuovo gruppo a ciclo combinato
invece si otterrebbe il risultato del mantenimento e consolidamento dei livelli occupazionali, venendo incontro in parte
alle richieste dei sindacati locali.
E’ previsto inoltre l’utilizzo di un numero significativo di unità lavorative durante il periodo di edificazione del nuovo
impianto a turbogas, e di adeguamento dell’impianto a turbogas esistente;
COMMESSE PER LA COSTRUZIONE DEL NUOVO GRUPPO
5) attivazione delle commesse a favore delle aziende specializzate (con preminenza per quelle regionali e locali), per la
costruzione del nuovo gruppo a ciclo combinato. Questo verrebbe incontro anche alle richieste più volte manifestate dai
sindacati regionali;
MIX DI PREZZO
6) l’unico punto su cui non si potrà andare verso la direzione prospettata dall’azienda (e a cui l’azienda dovrà
rinunciare per arrivare a un accordo) è di utilizzare ancora il carbone come combustibile, e quindi su questo punto
l’azienda non potrà ottenere un miglioramento del mix dei costi di produzione (che comunque rimarrà ben al di sotto
del prezzo di mercato dell’energia, permettendo quindi a Tirreno Power di ottenere comunque un significativo margine
di profitto). D’altronde Sorgenia (la controllante di Tirreno Power) sta ultimando entro l’anno l’apertura in Italia di altre
3 centrali da 800 mw, tutte a gas naturale (e non a carbone).
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La dirigenza Tirreno Power dovrà quindi rinunciare a una parte del suo cospicuo utile annuo di esercizio (negli ultimi
anni ha anche superato i 100 milioni annui) per arrivare a tale compromesso con la comunità savonese (Regione,
Comuni, associazioni, Ordine dei medici, ecc), e per poter ridurre i dati drammatici di mortalità e i costi esterni per il
territorio, valutati dalla Comunità Europea (Progetto Externe) in 140 milioni di euro annui in termini di danni sanitari,
all’agricoltura, agli edifici, al turismo, alle multe dovute all’eccessiva emissione di CO2.
In sintesi, questa soluzione permetterà, a fronte di una modesta riduzione dei profitti di Tirreno
Power, di ridurre di circa il 85% il danno ambientale in termini di inquinamento, riducendo di
conseguenza in modo assai significativo i tassi di mortalità prematura della popolazione
savonese.
CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE
Di seguito, gli oneri richiesti a Tirreno Power e dovuti alla cittadinanza e alle istituzioni savonesi, a fronte dell’attivazione
di questo progetto alternativo di ampliamento della centrale:
A) prima dell’attivazione del progetto, la dirigenza Tirreno Power, in collaborazione e sotto il controllo degli enti pubblici
preposti, deve provvedere a istituire un’efficace e capillare struttura di monitoraggio di misurazione delle polveri sottili,
andando anche al di là dei limiti di legge (in particolare per le misurazioni delle pericolosissime PM 2,5) per garantire
una maggiore sicurezza per la collettività;
B) prima dell’attivazione del progetto, la dirigenza Tirreno Power dovrà fornire alla Regione e ai Comuni coinvolti un
Progetto ben definito e vincolante di sviluppo delle fonti energetiche alternative (in particolare, fotovoltaico e solare).
C) è fortemente auspicabile che Tirreno Power, con altri operatori locali pubblici e privati (Depuratore, Enigas, ecc) e
con la collaborazione di Regione e Comuni, avvii una società allo scopo di sviluppare il teleriscaldamento (ovvero il
procedimento di riscaldamento di abitazioni, scuole, ospedali alimentato dal calore residuo della centrale a turbogas),
come ormai operativo nelle comunità più avanzate dal punto di vista del risparmio energetico.
Questo permetterebbe di ottenere un grande beneficio per la città di Savona, sia in termini di un minor inquinamento (il
teleriscaldamento è alternativo alle caldaie delle abitazioni), sia di un maggior risparmio sul costo del riscaldamento per
le famiglie, e sia di una maggior crescita occupazionale legata all’attuazione di questo alternativo procedimento di
riscaldamento abitativo.
Questo documento è presentato inizialmente da ACLI e ARCI provinciali di Savona, le quali
aprono da subito un percorso di concertazione e di raccolta di adesioni.