Lo scenario che si delinea in seguito al voto alle amministrative di Alassio è molto interessante. Innanzitutto si è palesata la voglia di cambiamento degli alassini, una voglia di cambiare cauta, ma al tempo stesso decisa. Avogadro è tornato ad Alassio con un piano ed un programma all’insegna del rinnovamento, mantenendo però la sua posizione e la sua identità politica che di fatto non è molto distante da quella della coalizione di centrodestra rappresentata da Pdl e Lega.

Il grande sconfitto senza ombra di dubbio è Marco Melgrati. Il risultato ha dimostrato che Alassio non è la sua roccaforte. Molti dicevano che Villani avrebbe vinto grazie a Melgrati, altri l’esatto contrario. Hanno avuto ragione questi ultimi. Certo è che passare dai 4.944 voti del 2006 ai 2.284 di questa tornata deve far riflettere i responsabili di questo tracollo, perché significa che non c’è soddisfazione per come è stato governato il nostro paese in questi anni, al di là di ogni proclama o dichiarazione.

L’outsider di questa tornata, Angelo Galtieri, ha avuto un risultato forse inferiore alle aspettative, ma occorre riconoscergli il merito di aver presentato una lista coraggiosa, composta da persone scelte per qualità e non per il potenziale consenso elettorale. E’ indubbio che il suo approccio, il suo modo di porsi, le sue proposte presentate durante i vari dibattiti han dimostrato che ha tutte le carte in regola per correre da vincente alle prossime amministrative.

Una riflessione particolare le meritano la scelte di Jan Casella e ill Partito Democratico. Il primo ha dimostrato che ad Alassio c’è una grande voglia di cambiamento e una grande voglia di sinistra. Il suo risultato è netto 763 voti contro i 234 del Partito Democratico. A quest’ultimo il merito di aver indovinato il carro dei vincitori e di esserci salito per tempo. Chiaro è che il risultato di questo se da un lato riporta un consigliere in maggioranza dall’altro deve far riflettere i relativi dirigenti perchè prendere meno di un terzo delle preferenze di Sinistra Alassina nonostante il “voto utile”, è una delusione per il secondo partito nazionale.

La riflessione finale è che ci si trova di fronte ad un cambiamento maggiore di quanto palesato dai risultati elettorali. Innanzitutto l’analisi delle preferenze prese nella liste di Galtieri, Avogadro e Casella dimostrano una voglia di Alassio giovane, che antepone la cultura, i progetti seri ed anche la politica all’interesse “di paese”. Più In generale si sono affrontati finalmente argomenti importanti come l’aggregazione giovanile, la necessità di allungare la stagione, il problema della fuga dei giovani, della necessità di infrastrutture adeguate, del problema del caro casa e via dicendo. Tutti argomenti non adeguatamente trattati dalla precedente giunta.

Sicuramente cresce anche l’importanza del circolo Arci Brixton nella comunità alassina, o meglio la sua importanza è consolidata da anni, diciamo che la si inizia a riconoscere anche a livello istituzionale. Chi non si ricorda gli attacchi usciti sui giornali locali da parte di Melgrati in questi anni? Beh, vedere che a questa tornata tutti i candidati hanno chiesto incontri col circolo e speso belle parole al riguardo, a partire dallo stesso Melgrati, non può non essere motivo di soddisfazione. All’interno del Brixton si sono sviluppati molti dei temi che sono emersi in questa campagna, sono stati ascoltati e son diventati promesse elettorali, speriamo possano diventare anche dei fatti. Molte persone elette in consiglio (non solo Casella) sono associate al Brixton (o lo sono i loro parenti diretti), le attività del Brixton caratterizzano sempre più questa città e sono la prima reale risposta che trovano i giovani alle loro necessità immediate. Ad Alassio mancano tante cose ancora, ma esiste un luogo di confronto, cultura ed aggregazione senza pari, i nuovi amministratori sapranno far tesoro di quanto hanno già ed invece di combatterlo, valorizzarlo al meglio?