Gentile Assessore Stretti,

ho letto le poche parole con cui hai voluto liquidare -credendo di rassicurare – le preoccupazioni di tanti spezzini e nuovi cittadini in ordine alla chiusura della più importante realtà che in città si occupa di integrazione e immigrazione, bene e con grande serietà.

Intervengo pubblicamente perché ho letto essere tua intenzione consultare le realtà sociali e immagino che sarò una di quelle cui ti rivolgerai, per cui voglio essere pubblicamente chiara.
Intanto assessore ti consiglierei di imparare il nome di ciò che il tuo assessorato è intenzionato da anni, ben prima che tu arrivassi, a chiudere.
Si tratta di una associazione di volontariato esistente e operante da oltre 20 anni e da sempre denominata COMITATO SOLIDARIETA’ IMMIGRATI e non centro di solidarietà immigrati.

Questa osservazione te la faccio con tono un pò sarcastico e un pò infastidito perché dal tuo errore capisco che nessuno dei tuoi collaboratori ti ha spiegato davvero cosa sia il Csi.
Altrimenti, assessore, non sbaglieresti il nome e ti ricorderesti che comitato è diverso da centro, perché presuppone un’esperienza sociale che non si limita ad erogare servizi – e benissimo – ma perché questa esperienza è stata capace nel tempo di far nascere idee e suscitare dibattiti nella difficile materia dell’integrazione e realizzare scambi di esperienze tra le diverse comunità e tra comunità e realtà associative spezzine di ispirazione completamente diversa, esempio unico nel nostro territorio e – permetti la presunzione- non solo nel nostro territorio.

Siccome si tratta di una realtà basata essenzialmente sul volontariato democratico, caro assessore, al suo interno si discute e spesso si litiga e può capitare che ogni tanto qualcuno si metta da parte, nella normale dialettica politica democratica magari perché pensa che non si possa separare l’attività di servizio dall’azione civile, sociale e politica, che permettimi è poi un po quello che vorrebbe farti fare il tuo assessorato.
Ma per chi è stato parte essenziale e fondante della sua storia e della sua identità, il valore originale di quella esperienza nella sua integrità resta intatto come anche per chi ha goduto dei suoi servizi e per il resto della città.

Caro assessore, se vuoi chiudere un’esperienza politica e di servizio come quella del Csi puoi farlo con ogni diritto, però dillo apertamente alla città che stai amministrando e rivendica la tua scelta con coraggio.
Per favore non nasconderti dietro parole come “programmazione di una serie di interventi di miglioramento dei servizi offerti”. Perché non è questo che il tuo assessorato si accinge a fare.
Te lo dico perché non sei il primo assessore al Welfare che “convoca” il Csi e i suoi volontari per spiegare perché ne vuole decretare la fine, l’onda della chiusura viene da lontano e ha fatto perdere ai suoi dirigenti molte giornate che potevano essere meglio spese in altre attività.
Sono anni che volete andare a gara, appalto o come si dice adesso tavolo di concertazione e programmazione partecipata, sulle attività del Csi, dimenticando ogni volta che la forza di questa esperienza, che è unica, sta nel tenere insieme grandi professionalità e anche grande passione civile, che non è possibile avere un servizio migliore separandolo dalle attività sociali e politiche che lo affiancano, perché a bando ragionevolmente non potete mettere la passione civica, che come noto non si compra a peso.

Sono anni che parlate di evidenza pubblica, asserendo senza sostanziose argomentazioni, che si tratti di necessità imposta dalla legge e da linee guida che regolamentano altro.
Se deciderete di interrompere – o meglio come vi piace dire – superare l’esperienza del Csi nonostante le proteste che vi stanno sommergendo, non potremo fare nulla. Però possiamo pretendere chiarezza di intenti, possiamo pretendere di sapere cosa pensiate davvero del Csi, cioè pretendiamo l’esplicitazione di un giudizio politico e tecnico sulla ventennale e parsimoniosa attività del Csi e pretendiamo di sapere a chi, o per meglio dire a quale tipologia di interlocutore, vorrete rivolgervi per sostituire questa esperienza.

Osserveremo con attenzione il nuovo servizio che renderete alla città, lo monitoreremo e lo valuteremo attentamente; ti prometto che saremo sereni e ti renderemo merito se sarai riuscito a migliorare, ma se, come credo, renderai la città più povera, dovrai trarne le conseguenze.

Antonella Franciosi
Presidente Arci La Spezia