Come scrive questa mattina l’ex magistrato Livio Pepino sulle colonne de Il Manifesto, “la Corte di cassazione ha deciso e ora quel che già sapevamo, nella accezione pasoliniana del termine, è verità giudiziaria…”.  E come per incanto  il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri dichiara subito che “La sentenza della Corte di Cassazione di oggi va rispettata come tutte le decisioni della Magistratura. Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte”. Le fa eco il capo della polizia che  “accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

Amnesty International nel commentare la sentenza sulla Diaz  sottolinea che le pene “non riflettono la gravità dei crimini accertati”. Sacrosanto, visto che l’uinico reato sopravissuto alla prescrizione è il falso. Adesso però dobbiamo sperare – e premere perchè ciò avvenga sostenendo la campagna 10X100 –  che la prossima sentenza della Cassazione, prevista per il 13 luglio,  affermi questo principio, seppur al contrario: dichiarando cioè inapplicabile il reato di devastazione e saccheggio perché non riflette, per eccesso, la reale gravità dei reati commessi, e prevede la “compartecipazione psichica”, un mostro giuridico che consente di condannare qualcuno per quanto fatto da altri, solo perché presenti sul posto.

Significativa, in proposito, la requisitoria dell’allora Procuratore Generale Mantegna nel processo che vedeva imputati alcuni giovani per scontri di piazza avvenuti a Milano: “la Polizia ha una cultura deviata delle indagini perché pensa che identificare una persona che partecipa a una manifestazione  consenta, poi, di attribuirle tutti i reati commessi nell’ambito della stessa manifestazione. La Giustizia deve essere amministrata con equità e non con due pesi e due misure: quel che è stato affermato per i poliziotti della Diaz, nel processo di Genova, deve valere anche per il cittadino qualunque e non solo per i colletti bianchi”.


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