3° GIORNO – ASSEMBLEA DI RESTITUZIONE. C’È DI TUTTO: RABBIA, INDIGNAZIONE, SPERANZA, IMPEGNO, RIFIUTO, PASSIONE E MOLTO, MOLTO ALTRO.

Cracovia, 1 febbraio 2011 ore 9

E' ultima sera che passo qui a Cracovia. Anche oggi le ore sono "piccole" quando arrivo in stanza per scrivere. Accendo il pc, scrivo due righe ma sono stremato...

L'ultimo giorno del Treno è quello della restituzione nei gruppi e
nell'assemblea collettiva che si svolge al Rotunda, un teatro adibito a
cassa di risonanza delle nostre emozioni.

Appuntamento alle 15 per tutte e tutti e con una puntualità da svizzeri i
trentini ci sono tutti. Questa mattina il tema era la zona grigia ossia l'indifferenza di ieri paragonata a quella di oggi. E i paragoni non mancano.

E' Michele Curto a gestire l'assemblea. Michele trasmette una carica e una passione che contagia chiunque. Una passione dettata dalla militanza non ideologica che sento si condividere con lui. Stare dalla parte buona della vita significa anche questo. L'assemblea è come al solito emozionante; i ragazzi si raccontano e raccontano che cosa si porteranno a casa dopo questa esperienza.
C'è di tutto: rabbia, indignazione, speranza, impegno, rifiuto, passione e
molto, molto altro.

Il paragone più immediato tra ieri e oggi è quello relativo all'immigrazione
ma, trattandosi di ragazze e ragazzi provenienti per la maggioranza tal
Trentino Alto Adige, non mancano gli accenni alle questioni dei rapporti tra
due mondi: quello austriaco e quello italiano. "Auschwitz ci insegna che non
hanno senso le contrapposizioni in Alto Adige" dice una ragazza strappando
l'applauso più forte del pomeriggio. "vi chiedo il permesso di urlare tutta
la rabbia che ho" dice ancora un'altra e fa partire un urlo che impressiona,
seguita a ruota da tutto il teatro.

L'assemblea termina dopo quasi tre ore e mezza...neanche a scuola c'è
l'attenzione che ho nuovamente respirato qui nel viaggio del Treno della
memoria.

La comunità viaggiante come la definisce Michele si è rimessa in marcia e ha
voglia di arrivare. Dove? Lontano certamente. Amlmeno questa è la speranze
che ho per loro.

La sera finisce con la festa e con mia grande sorpresa il concerto di
chiusura è quest'anno affidato ad un gruppo di Trento che canta le canzoni
di Fabrizio De Andrè. Sono ovviamente molto contento e in tanti non mancano
di dirmi che "era un genovese come te".

Oliviero, il presidente di Terra del Fuoco, una persona straordinaria per
generosità, non vendendomi in sala all'inizio mi "richiama" all'ordine per
farmi stupire di come questi ragazzi tra i 15 e i 20 anni sappiano tutte le
canzoni del grande Fabrizio a memoria!!!

La serata finisce tardi con il deejay che scatena le danze e anche per me,
per Franco, per Verena, per Mattia finisce questa straordinaria esperienza
di vita e di comunità.

Alla prossima!

Walter

2° GIORNO – INCONTRO CON DIEGO MILITANTE DELLA VERITA'”

Cracovia, 31 gennaio 2011 ore 03.00

La sveglia è tragica stamattina. Sono le 6.15 e le poche ore di riposo a

disposizione si sono trasformate in una nottata insonne. Forse un po’ di

stanchezza accumulata in queste settimane, forse un po’ di agitazione per

la mia quarta visita ai campi di Auschwitz e Birkenau. E’ sempre una prima

volta calpestare quei pavimenti, quelle terre; è sempre una prima volta

sfiorare i muri delle baracche o provare a stare nelle celle “in piedi” un

metro per un metro nella prigione di Auschwitz. Già, non l’ho mai scritto

nei miei precedenti diari ma anche Auschwitz aveva una prigione. E non è

strano.

I ragazzi sono puntualissimi; ore 7 davanti al bellissimo castello di

Cracovia e si parte. Siamo in tanti anche in questo viaggio e occorrono

circa una dozzina di autobus per portare tutti i 650 partecipanti fino ad

Oswiecim (Auschwitz in polacco). Ci accoglie una mattinata con il sole ma

con circa -10 gradi…

Ci accoglie Diego all’arrivo; sarà lui la nostra guida in questo viaggio nel

tempo e negli orrori della natura umana. Diego è italiano e lo conosco dal

primo viaggio. E’ una “guida militante”, uno che dopo un viaggio ad

Auschwitz ha deciso che il suo lavoro sarebbe stato quello di raccontare che

cosa era successo dentro quelle baracche. Ha studiato a Cracovia e poi si è

fermato ad approfondire la storia di come sia stato possibile arrivare a

tutto ciò. E’ un militante della verità e in questa veste incanta i ragazzi

che lo ascoltano con profonda attenzione con una serie di notizie (vere!)

che sconvolgono. Qui la retorica della memoria non trova casa. Ed affiora

nei pensieri di tutta quell’ipocrisia insopportabile – anche del nostro

Paese – di chi ci ricorda che “la memoria è importante” e poi non tira fuori

un solo euro per questo ed altri luoghi dove è cresciuta l’Europa e dove si

è costruita la democrazia.  Scopriamo infatti che l’intero percorso museale

è possibile solo grazie ai finanziamenti del governo polacco e a pochi

spiccioli dell’UNESCO; scopriamo altresì dalle parole di Diego che se non si

provvederà a trovare ulteriori finanziamenti tra poco meno di 15 anni molte

delle strutture che hanno resistito al tempo e alla distruzione non

reggeranno. E gli altri Governi? E noi? Povera Polonia. Oltre al danno anche

la beffa. Già perché nonostante appaia nell’elenco dei i paesi vincitori

della seconda guerra mondiale la Polonia è l’unica che ha visto non

restituiti oltre 400 km di proprio territorio. La Germania, cioè colei che

la guerra l’ha persa, invece ne ha guadagnato…queste cose (come altre) i

libri di storia non le raccontano. Come non raccontano che molte fonti

autorevoli e documentate consegnano una verità devastante: si potevano

salvare almeno 500 mila ebrei ungheresi se americani e russi non ci avessero

messo oltre un anno a decidere come spartirsi l’Europa dopo l’uscita di

scena di Hitler e della Germania. Il più grande cimitero a cielo aperto

della storia dell’umanità è stato anche questo. Una guerra fredda – così

come l’abbiamo conosciuta nel dopoguerra – iniziata nel 1942 e cioè quando

in tanti oramai sapevano cosa bruciavano quei forni.

Diego ci congeda con un altro colpo. Ci ricorda che Auschwitz non è una

lezione della storia consegnata ai tedeschi; lui dice “oggi è fin troppo

facile. Questa è una lezione di vita per l’intera umanità e quindi anche

soprattutto per voi/noi che siamo impegnati a costruire il mondo di domani.

Auschwitz e Birkenau infatti non sono stati né il primo né l’ultimo dei

campi di concentramento della storia e del presente. Oggi hanno un nome

forse meno cupo ma continuano ad esistere. In tutto il mondo ed anche in

Italia”. Diretto ma efficace tanto che nell’immediato nasce una discussione

sul razzismo in Italia e sulla Lega Nord. Vuoi veder che ci salveranno

davvero questi straordinari studenti di oggi?

Come al solito le reazioni dei ragazzi sono le più diverse; molte lacrime

trattenute a stento, molta rabbia e molti perché. Molti paragoni con quello

che accade oggi in Libia come a Lampedusa. Molto stupore perché, come dice

Matteo, un ragazzo di Trento di 17 anni, “sono sconvolto dall’aver visto

tutto questo con i miei occhi”.

Ancora con la luce chiudiamo con una piccola celebrazione. Alcune efficaci

letture e poi ognuno ricorda un viso e un nome delle migliaia di foto di

detenuti viste questa mattina. Toccante come al solito. Troppo sentimento?

Troppo lavoro sull’emotività? Mi indispettisce il solito – idiota – commento

del realista di turno. Mi scuso in anticipo e lo mando a cagare. Non

reagisce.

Si torna indietro con molti visi tirati; la stanchezza e i pensieri della

giornata incombono. Domani è la giornata della restituzione. E’ al Teatro

Rotunda che capiremo che ciò che abbiamo visto non appartiene solo al

passato. Coraggio ragazzi!

La serata termina tardi. Una cena con lo staff di Terra del Fuoco e l’arrivo

improvviso di una degli sfidanti di Fassino a Torino: Michele Curto.

Una bella e brava persona come si usa dire dalle mie parti.

Ma di questo parleremo domani…

Buona notte.

Walter

1° GIORNO _ DI NUOVO A CRACOVIA, PENSANDO AL MEDITERRANEO IN FIAMME…..

Cracovia, 30 gennaio 2011 ore 1.36

Eccomi di nuovo a Cracovia. Quest’anno raggiungo il treno dopo un positivo Consiglio Nazionale dell’Arci.
Parto dall’Italia con le notizie drammatiche che giungono dall’Egitto. C’è una generazione intera che si ribella. Come in Tunisia, come in Albania e
come in Italia. Non è una generazione intesa solo anagraficamente; è una generazione che ha in comune la precarietà della vita, la difficoltà ad
organizzare il domani. Una generazione che vive alla giornata un po’ come i deportati nei campi di concentramento che insieme alle ragazze e ai ragazzi
del Treno visiteremo domani. La sveglia è alle 7 tra 5 ore e mezza…

Il Treno che ho raggiunto è il treno del Trentino Alto Adige e si vede. Si scherza infatti a tavola sulle differenze tra questo treno e quello dei
pugliesi, notoriamente più scalmanati. Lo si dice scherzando ovviamente e si sprecano, a supporto di tale tesi, gli episodi dei viaggi passati.

Terra del Fuoco, l’associazione che ha ideato e che organizza il treno, è in fermento. Parlo con Oliviero, il presidente, che mi racconta di ciò che sta
succedendo nella sua Torino. Questa candidatura di Fassino proprio non va giù e lo capisco. Del resto una batosta l’hanno già presa con le elezioni regionali e vorrebbero provare ad evitarne un’altra. Ma la politica pare noncapire. Eppure a Torino poco meno di due settimane fa qualcosa è successo.
Ma sembra già passato un secolo…

Che bella Cracovia. Mi sento un po’ a casa dopo quattro anni di fila. Anzi mi mancava ad essere sincero…
Mi mancava quest’atmosfera, questi ragazzi, gli amici di Terra del Fuoco ai quali mi sono davvero affezionato. C’è una comunanza che solo
quest’esperienza così intensa può dare. Domani, anzi tra poche ore, di nuovo ad Auschwitz e a Birkenau i luoghi dove
è nata la Costituzione Italiana come ci ricorda Piero Calamandrei. Quella stessa Costituzione così fortemente denigrata da gossip, arroganza e denaro.
Auschwitz e Birkenau; anche questi posti mi mancavano. Sembrerà strano ma è così.
Buona notte e a domani, Walter