Si è tenuto sabato mattina, negli accoglienti locali del Circolo ARCI CAP di Genova, il seminario regionale “Dalla riforma del Terzo Settore alle novità del Job’s act. Le prospettive e le proposte per l’associazionismo e il mondo Arci”.  Obiettivo dell’incontro era quello di provare ad inquadrare le due riforme, analizzandole da differenti ottiche – istituzionale, associativo e sindacale – per provare a cogliere in positivo questa sfida, iniziando ad elaborare una nostra visione strategica che favorisca l’emersione di proposte concrete.

Introducendo i lavori, il vicepresidente di Arci Liguria, Giovanni Durante, ha sottolineato come, “di fronte ai cambiamenti significativi prospettati dalle due norme, l’approccio solo difensivo rischierebbe di farci perdere l’occasione di nuove e reali opportunità di crescita, rilancio e di positivo cambiamento”. Come hanno confermato anche numerosi analisti, infatti, l’unico dato certo è che molte cose che abbiamo conosciuto fino ad oggi non saranno più come prima: in positivo e in negativo. Da qui la necessità quindi di rafforzare il nostro essere motore di sviluppo e di promozione sociale del territorio per traghettarlo ad un definitivo consolidamento:  “possibilmente senza perdere nessuno per strada e senza rinunciare alla nostra specificità”.

In un contesto in cui il terzo settore italiano rappresenta a vario titolo quasi mezzo milione di lavoratori, e circa il 2,5 % del pil nazionale, l’Arci si ritrova, dopo la riforma del Jobs Act, con alcuni strumenti contrattuali storici che vengono cancellati: i contratti a progetto – e per un’associazione che lavora a progetti è un evidente problema – e l’associazione in partecipazione che, pur con tutte le riserve del caso e le evidenti storture che lo hanno caratterizzato in altri contesti, è stato uno dei pochi strumenti utili alla regolarizzazione della figura atipica del “socio barista gestore” dei circoli. “Questa discussione  – ha concluso Durante – vogliamo aprirla all’interno del tema più generale dell’occupabilità, della crescita professionale e, più in generale, con il riconoscimento di una figura professionale apposita che noi riconduciamo ad una definizione: quella del gestore/barista sociale.”

Ha preso poi la parola Giuliano Rossi, responsabile Ufficio Studi Arci nazionale, che ha proposto un significativo contributo di informazioni e riflessioni indispensabile per inquadrare correttamente la riforma del Terzo Settore nel suo iter parlamentare.

A Manuel Marocco, ricercatore ISFOL e consulente Ufficio Studi Arci nazionale, è toccato il compito di aiutare i presenti a districarsi nelle complesse norme della legislazione che sta modificando profondamente il mondo del lavoro, il cosiddetto Jobs Act. 

Dopo le tre relazioni è intervenuto Federico Vesigna, segretario generale CGIL Liguria, che ha ripreso alcuni dei punti salienti degli interventi più strettamente legati alla tematica del lavoro e della difesa, sempre più difficile, dei diritti di occupati e non.

L’assenza per malattia del presidente di Arci Liguria, Walter Massa, ha fatto sì che l’intervento della presidente nazionale dell’associazione, Francesca Chiavacci, costituisse anche una sorta di conclusioni dei lavori nel corso della quale ha ripreso alcuni concetti esposti dai relatori arricchendoli con osservazioni suggeritele dal suo osservatorio privilegiato sulla realtà dell’associazione.