Conoscersi Meglio per Essere Tolleranti e Accoglienti, è un progetto finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità, un’azione innovativa di rete, che ci vede coinvolti insieme ai centri antiviolenza genovesi Centro per non subire violenza e Il cerchio delle relazioni, insieme alla cooperativa Il Biscione e Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro, ed è nato per rispondere alle specificità del lavoro con le donne di origine straniera vittime o potenziali vittime di violenza. Cometa è un lavoro di rete e di approfondimento, che parte dall’analisi e dalla decostruzione dei modelli, prima di tutto a partire da noi stessi in quanto operatori del sociale, e che sviluppa la comprensione dei meccanismi culturali e antropologici per poter rendere migliore la relazione di aiuto e il percorso di autonomia delle donne che sosteniamo.
La settimana scorsa la visita di un’ospite dal Marocco, Hayat Ndichi, fondatrice e presidente dell’Associazione Aspirazioni Femminili e responsabile del Centro Antiviolenza di Meknes, è stato uno dei momenti più significativi del progetto e ci ha fatto vivere giornate intense di scambio. La prima giornata è stata dedicata alla formazione per operatrici e avvocate: Hayat, a partire dalla storia delle “donne marocchine degli anni ‘60 che erano coraggiose” ci ha condotto sulla strada delle conquiste del movimento femminista marocchino, narrando dei cambiamenti sociali, politici e normativi, per arrivare ad illustrare il funzionamento dei centri antiviolenza oggi e a fornire un fondamentale approfondimento legale sul nuovo codice del diritto di famiglia marocchino. L’intenso e proficuo scambio è proseguito con la visita ai Centri genovesi e agli altri partner di progetto, ma il momento più significativo è stato sicuramente l’incontro con un gruppo di donne marocchine presso il circolo Arci La Ciclistica, sede di uno dei nostri storici sportelli di cittadinanza per migranti e punto di riferimento sul tema nel quartiere.

L’incontro, oltre a fornire informazioni utili e fare chiarezza su aspetti cruciali, ha stimolato il legame tra le donne e la loro volontà di mettersi in gioco in prima persona per poterlo mantenere vivo, superando ogni nostra aspettativa. Abbiamo già programmato un secondo incontro nel mese di gennaio, e questo gruppo di donne sta pensando alla possibilità di costituirsi in associazione per proseguire attività di incontro e approfondimenti informativi con il nostro sostegno. Auguri a questo gruppo di donne per la strada che intraprenderanno e per quel pezzettino che faranno insieme a noi! Occasioni come queste ci ricordano che dovremmo farlo più spesso: nutrire i legami con l’incontro è la forza e la bellezza di riconoscerci società civile senza confini.

Serena Ospazi, Arci Solidarietà Genova
s.ospazi@arcigenova.it