A fine anno, dicono, si fanno i bilanci: si analizza quanto fatto, si tira una linea e si ricomincia.
Anche noi di Arci Liguria faremo una pausa e una riflessione, di metodo e contenuto, su quanto realizzato nel 2019. Ma certamente il nostro lavoro sulla solidarietà internazionale non si fermerà e, questo 31 dicembre, nessun “punto e a capo” sarà messo; con l’inizio del 2020, non si volterà pagina, ma si continuerà a definire quel percorso che – da qualche tempo – stiamo tracciando, in particolare, nell’Africa del Nord, in risposta ai bisogni delle organizzazioni locali e in collaborazione con alcuni partner italiani.
I progetti di solidarietà internazionale, infatti, proseguono, si moltiplicano e si legano, l’uno all’altro, grazie ad un fil rouge che si chiama “partecipazione, inclusione e ambiente”.
Ad un paio di mesi dal sopralluogo a Chenini de Gabes (Tunisia), sede del progetto IdéCol. Idéal École Écologique, con la bellezza di certi momenti vissuti ancora ben accesa nella mente e concentrati sui prossimi passi da compiere, ci prepariamo a dare l’avvio a Une mine de culture au Centre de Sidi Ahmed (Marocco). Siamo, infatti, felici di avere ottenuto anche quest’anno il contributo della Chiesa Valdese, su Bando Otto per Mille; ciò darà al nostro partner locale, il Comune, la possibilità di rafforzare le proprie capacità di attivazione dei giovani nelle attività culturali, per la comunità. Due luoghi aggrediti dallo sfruttamento del paesaggio, due luoghi paesaggisticamente straordinari trasformati in miniere a cielo aperto, trovano – attraverso lo sviluppo di processi, partecipativi e di responsabilizzazione – strumenti culturali e educativi, per il rafforzamento delle proprie memorie, per la difesa del proprio territorio e per lo sviluppo di nuove, positive progettualità.
Durante la missione in Tunisia, realizzata con il partner associato CIA Liguria (Confederazione Italiana Agricoltori) e dedicata allo scambio di buone pratiche, una delle parole chiave è stata “sostenibilità”, vista come rispetto dell’ambiente, recupero delle energie necessarie (a partire dall’acqua) e come possibilità di sviluppare attività che assicurino di potere vivere nella e della propria terra, difendendo la propria identità e creando un punto tra le tradizioni e le nuove tecnologie disponibili.
Al rientro, durante una riunione di sintesi, Alessandro Ferrante (Presidente CIA Liguria di Levante), commentando l’esperienza, ha detto: “È stata sorprendente la presenza di tanti portatori di interessi, dalle associazioni ai singoli tecnici, desiderosi di dare un contributo al progetto. Tutti insieme, intorno a un tavolo, ci siamo trovati testimoni di una unità d’intenti, uno spirito comune per recuperare quella che era una realtà consolidata, che in parte è stata già persa, ma che – con il contributo di tutti (noi compresi, n.d.A.) – può tornare a essere, compiutamente, viva”.
E, con la voglia di essere complici e promotori di processi come questo, affrontiamo il cambio d’anno e ci prepariamo, da un lato, a partire per il primo sopralluogo in Marocco e, dall’altro, ad accogliere l’Associazione tunisina Volontariat sans Frontieres, che avremo presto a Genova, anche nei nostri circoli. Insomma, tra una missione e un incontro, la nostra idea di solidarietà internazionale continua a prendere forza e forma.

Ci aggiorniamo, al prossimo viaggio.

Giuditta Nelli
giudittanelli@arciliguria.it