Oltre 50 città, 15mila manifesti, 45 mila volantini e 8mila locandine. Sono questi i numeri di altrettanti baci di gay e lesbiche che Arcigay diffonderà grazie alla campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’omofobia di quest’anno. La campagna, che sarà diffusa nel mese di maggio per la ricorrenza del 17, Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, rappresenta un modo per associare la visibilità delle persone, delle coppie, degli affetti omosessuali alla sfida del compimento della democrazia, dell’uguaglianza e quindi della civiltà ed unità del Paese. C’è un altro numero di questa campagna nazionale da ricordare, il 15, come le associazioni che hanno aderito e sostenuto l’iniziativa, e, tra queste, l’Arci che si aggiunge con tutta la sua autorevolezza alle troppo rare voci civili di questo Paese per dire ‘no’ all’odio, al pregiudizio, alla violenza e alla discriminazione a gay, lesbiche e trans. Quel ‘no’ diventa un ‘sì’ netto alla piena affermazione della dignità e al raggiungimento della felicità per migliaia di persone, per i loro amici, le loro famiglie e i loro familiari. è un ‘sì’ al dettato costituzionale, ignorato nel caso della minoranza specifica di gay, lesbiche e trans e di troppe minoranze che vivono il Paese e che ancora attendono la cancellazione di quegli ostacoli sociali e dei tanti limiti di fatto alla libertà e all’eguaglianza che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Nel 2010 i casi che hanno assunto dignità di cronaca nell’arena di un dibattito pubblico vergognosamente concentrato sul nulla di veline, denaro e fiction sono stati due omicidi, 39 casi di violenza, 6 casi di estorsione, 2 casi di bullismo, 8 casi di atti vandalici. Sono numeri che sottostimano ampiamente un fenomeno immenso e che resta sommerso e relegato, esattamente come la violenza alle donne, alla paura, al silenzio e al pianto. Per questo Arcigay ha scelto di mostrare esattamente il più semplice e immediato gesto di affetto di una famiglia di uomini e di una famiglia di donne, lo stesso gesto che il Paese, nelle sue maggioranze e spesso nelle minoranze, rifiuta. La visibilità che assumerà quel bacio città per città, associazione per associazione, è una vittoria contro coloro che vedono e tacciono e consentono che si continui ad ingannare, derubare ed usare violenza. Non si può essere contro l’omofobia «un poco» o «quando è possibile», perché l’omofobia crea ingiustizia, infelicità e crimini sempre ed in qualunque caso. Quella di Arcigay, di Arci, e di tanti cittadini, vuole essere una sfida ed insieme un invito a combattere tutti insieme l’omofobia, ma anche il razzismo, il sessismo e le iniquità sociali. Combattere tutto ciò che divide, ed offende la dignità ed i diritti delle persone, restituisce senso e slancio alla Civiltà ed all’Unità del Paese.