Caro Sindaco Enrico Ioculano,
ti rispondo pubblicamente come pubblicamente tu mi hai chiamato in causa, insieme a tutta l’organizzazione che rappresento.
Una sottolineatura non secondaria dato il grande lavoro che in questi anni abbiamo fatto con te – e prima di te – nella comunità che oggi rappresenti, insieme a tante altre realtà e organizzazioni sociali e del volontariato. Lo abbiamo fatto sempre con discrezione, con grande passione e umiltà, avendo cura a non innescare inutili quanti dannose polemiche e facendoci carico dei problemi concreti delle persone in transito e dei cittadini. E, aggiungo, sopportando insieme a voi quella fastidiosa e ingiusta solitudine in cui è stata lasciata l’intera comunità di Ventimiglia. Abbiamo accompagnato e spesso condiviso con te e con i tuoi cittadini, passo dopo passo, il carico emotivo e le problematiche, agendo sempre con quello spirito di solidarietà diffusa che, ancora oggi, contraddistingue la maggior parte della popolazione di Ventimiglia e tutti noi. E’ nato grazie a questo impegno un nuovo circolo – chiamato non casualmente “Al Confine” – che diventerà un prezioso presidio del tuo territorio. E’ poco lo so ma è quello che possono fare le associazioni e il volontariato lasciate sole. Come i Comuni. Ma, e’ inutile girarci attorno, quell’ordinanza, come ti diciamo da tempo e come ben sai, per noi è del tutto sbagliata e, se permetti, inutile e dannosa. In primis per te e per Ventimiglia. È sbagliata nel merito, perché da l’idea di un’amministrazione convinta di risolvere i problemi contrastando i poveri e non la povertà. Cosa che, per come ti abbiamo conosciuto, non ti rappresenta e non rappresenta i tuoi concittadini: E’ sbagliata nel metodo perché non risolve i veri problemi, che la tua comunità sta vivendo. E’ sbagliata perchè criminalizza, nei fatti, la solidarietà di molti uomini e molte donne. E’ sbagliata perchè alimenta quell’idea di processo ingovernabile che si può affrontare solo con repressione e in uno stato di perenne di emergenza. Ed entrambi sappiamo bene quanto la logica emergenziale abbia fatto danni al nostro Paese.
Sono uno che a Ventimiglia praticamente è di casa, come sai. Ma, non posso non domandarmi: vogliamo veramente far credere all’opinione pubblica che il problema a Ventimiglia siano i volontari, francesi o italiani, che aiutano i migranti per strada? O, vogliamo invece denunciare con grande forza, insieme, le Istituzioni – come la Regione Liguria o il Governo – che non muovono un dito da anni per sostenere te e la tua comunità? E quando lo fanno creano danni incalcolabili? Oppure, vogliamo, denunciare i diversi comuni, anche della provincia di Imperia che, a differenza vostra, scelgono il “chissenefrega” nei confronti delle persone in transito e quindi anche della situazione di Ventimiglia, esibendo con orgoglio la chiusura del propri confini comunali?
Noi siamo qui caro Enrico. Ci siamo sempre stati e sempre ci saremo. Con profilo basso a fare cose concrete. Disponibili a farci da tramite anche per altri e mantenendo sempre quel profondo rispetto del tuo ruolo e dei tuoi concittadini. Ma cancella quell’ordinanza, abbassiamo tutte e tutti i toni e convoca associazioni di categoria, organizzazioni sociali, sindacali e volontari a un tavolo. Chiama a raccolta le associazioni nazionali (i partiti e le loro dinamiche lasciamoli fuori da questa storia); convoca le associazioni francesi e, insieme, proviamo a dare risposte concrete con il coordinamento del tuo comune. C’è da tutelare il diritto dei migranti in transito a essere sostenuti e assistiti e c’è una città solidale che ha bisogno di tutelare la propria vocazione turistica, economica e la propria serenità. Chiamiamo i problemi con il loro nome e affrontiamoli. Il problema non sei tu; il problema è quell’ordinanza figlia di un altro tempo e di un’altra cultura.
Con stima sincera,
walter massa