Con questo editoriale voglio rivolgermi soprattutto ai presidenti di circolo,  coloro che con tenacia e passione rappresentano la nostra Arci in Liguria. Lo faccio non solo per ringraziarli e per augurar loro una buona campagna di tesseramento oramai alle porte ma anche, e soprattutto, per sottolineare come il loro impegno garantisca una presenza dell’Arci in Liguria, quantitativamente e qualitativamente importante e indispensabile. Rappresentanti di un forte radicamento che oggi ci colloca, nel rapporto soci/abitanti a livello nazionale, come il terzo comitato regionale. Dopo Emilia e Toscana per intenderci.

Sappiamo bene che i dati quantitativi servono a poco se la qualità è irrilevante, ma in Liguria non è così, perché è patrimonio comune il fatto che se si spegnessero le luci dei nostri presidi sul territorio – anche del più piccolo – questa sarebbe una Regione completamente diversa, certamente più povera.

Siamo una delle più importanti reti di presidio sociale del territorio,  svolgiamo centinaia di attività sociali, culturali, ricreative e politiche in ogni angolo della nostra regione, siamo presenti nel dibattito pubblico con misura ed autorevolezza. Qualità e quantità che dobbiamo preservare, tutelare, rafforzare e, se possibile, sviluppare ulteriormente. Questo è il costante impegno e il primo dovere del gruppo dirigente diffuso. Continuare a promuovere associazionismo, fare in modo che le cittadine e i cittadini trovino sempre più il senso del “fare delle cose insieme”, con le giuste modalità e per il bene della propria comunità.

Con l’ultimo congresso e d’intesa con i comitati territoriali, il Comitato regionale, ha lavorato ad individuare strumenti che permettano alle nostre strutture di base di avere adeguate risorse per questo investimento associativo. Il primo, in ordine di tempo e credo anche per importanza, è il Fondo di Garanzia regionale, ossia uno strumento per accedere al credito in forma agevolata e senza obbligare i nostri presidenti e/o dirigenti a dover intervenire con garanzie personali.

Stiamo parlando di uno strumento che ripropone un principio valoriale fondante: quello mutualistico che è patrimonio della nostra storia associativa. A tutti i circoli infatti viene proposto di versare una quota minima di 200 euro – che rimane di proprietà dei singoli circoli ma vincolata per almeno tre anni – sull’apposito conto corrente aperto presso lo sportello genovese di Banca Popolare Etica.

Se tutti i circa 350 circoli Arci in Liguria versassero questa quota di sottoscrizione si raggiungerebbe la ragguardevole cifra di 70.000 euro in poco tempo, capitale che costituirebbe una base di garanzia, appunto, per le operazioni di microcredito dei singoli circoli.

Per fare questa operazione abbiamo scelto Banca Popolare Etica, banca di cui siamo soci fondatori e attivi per il suo continuo sviluppo, da cui abbiamo ottenuto la disponibilità ad attivare un “meccanismo moltiplicatore”: in sostanza significa disporre di una capacità di credito di 210.000 euro a fronte dei 70.000 raccolti settanta raccolti.

Nella storia della nostra associazione non abbiamo mai avuto una simile opportunità per tutelare e rafforzare la base circolistica, ma anche, cosa non meno importante, per mettere in campo risorse destinate all’avvio di nuove realtà associative.

E’ questa, dunque, la vera sfida dell’intera associazione per i prossimi due anni, e per vincerla dobbiamo crederci, tutte e tutti, ed agire di conseguenza. La campagna per raccogliere adesioni al Fondo di garanzia per i circoli è avviata e sono convinto che sapremo cogliere questa opportunità con intelligenza e con passione, tratti distintivi di donne e uomini dell’Arci.