Si è riunito sabato 13 luglio il consiglio regionale ARCI per affrontare alcuni punti importanti per la vita associativa quali l’approvazione del bilancio consuntivo 2018, il regolamento del tesseramento 2019/2020, le modifiche statutarie in recepimento del codice del Terzo Settore e per avviare, nella sessione pomeridiana, una riflessione condivisa dopo diversi mesi di lavoro del rinnovato gruppo dirigente in vista delle prossime tappe del percorso dell’associazione.
Anche questo bilancio, come ormai avviene da diversi anni, si è caratterizzato in termini di entrate, tra le voci principali, per l’importanza della componente progettuale che si va ad aggiungere a quella del tesseramento mentre fra le uscite, oltre alle stesse spese legate ai progetti, vanno sottolineate quelle relative al personale poiché l’anno scorso c’è stata una generale riorganizzazione dello staff che oggi garantisce lo svolgimento delle numerose attività nelle quali il comitato è coinvolto.
Come avvenuto per l’associazione a livello nazionale e per molte altre realtà del mondo del Terzo Settore, si è provveduto all’adeguamento dello statuto agli obblighi introdotti dal Dlsgs 117/2017, nonostante il termine ultimo per tali modifiche, originariamente fissato per il 3 agosto, sia stato prorogato con i provvedimenti connessi al decreto “crescita” al 30 giugno 2020, proprio nel momento in cui molti soggetti avevano già convocato organismi e assemblee. Va ribadito ulteriormente come si sia arrivati a questo appuntamento in un clima di continua incertezza che perdurerà ancora, almeno sino alla istituzione e operatività del Registro Unico del Terzo Settore.
La riflessione sui prossimi impegni dell’ARCI ha preso il via dalla consapevolezza delle difficoltà del contesto politico attuale, accresciute sempre più nel corso degli ultimi mesi per una serie di provvedimenti governativi che hanno evidentemente avuto un impatto significativo sul nostro mondo, in particolare sul fronte dell’accoglienza con il decreto sicurezza e tutte le successive modifiche che hanno smantellato il sistema con pesanti conseguenza anche sulle tante persone coinvolte in un lavoro quotidiano diffuso in tanti territori e con l’atteggiamento muscolare imposto dal ministro dell’interno nei confronti dell’opera umanitaria delle ONG. In un tale situazione, tuttavia, ci sono gli spazi e soprattutto la necessità per l’associazione di essere un elemento aggregante per le comunità che non intendono rassegnarsi ad un presente fatto di sentimenti e azioni negativi. Non possiamo non pensare all’avvio di un percorso verso le elezioni regionali nel quale credo dovremo svolgere un ruolo per superare la negativa esperienza dell’attuale governo: negativa per il welfare e la sanità, il lavoro, la cultura. Credo che si debba lavorare per la costruzione di un fronte unitario alternativo a tutto questo, con una idea di Liguria vicina ai valori nei quali crediamo e ai tanti temi nei quali siamo impegnati. Un fronte dalle anime diverse ma con una visione condivisa.
Vogliamo farlo? Come possiamo avere un ruolo?
Avviamo una riflessione tra noi, nei comitati e nei circoli, con la consapevolezza di poter dare un contributo importante di esperienze e capacità di innovazione.
Buone vacanze a tutte e tutti!

Francesco Marchese