Chiuse le urne, valutati i dati e ragionato sui responsi si riparte. Dai contenuti possibilmente. Non è questo il momento per le valutazioni che, si sa, hanno bisogno di dati certi e tempi adeguati altrimenti si corre il rischio di lavarsene le mani poiché è sempre facile incolpare qualcun altro.

Arci Liguria riparte dalla cultura e dalla creatività mettendo al centro, insieme ad Arci nazionale, una due giorni dedicata ai diritti creativi! Un appuntamento fortemente voluto da Arci Liguria, naturale sbocco di una sperimentazione che abbiamo promosso e realizzato nell’ultimo anno con un sportello online di supporto dedicato ai giovani artisti e ai creativi. Gratis. E di questi tempi questa rischia di essere la novità più significativa…Un lavoro che non solo ha un senso ma ha una sua coerenza nell’idea di fondo che a noi non interessa “subire” gli eventi culturali, poco importa di avere a che fare con istituzioni centrate solo sull’organizzazione del singolo evento, magari con ingenti risorse, dirette o indirette, dedicate; a noi interessa evitare che il sistema culturale ligure, fatto anche di strutture importanti e significative diventino sempre più a luoghi per una elite o, peggio, si trasformino in cattedrali nel deserto.

Manca un tessuto diffuso, che senta primariamente nella conoscenza e nell’apprendimento (la Cultura con la c maiuscola) una crescita, uno sviluppo delle proprie competenze e delle prossime capacità che, insomma, si emancipi e pensi. Una cultura diffusa, di periferia che promuova l’arte e la creatività, dopo aver riscoperto la curiosità, per se e per l’altro.
La creatività che, se intesa come uno stimolo, deve necessariamente nascere non solo dall’individualità, ma dal contesto storico e sociale che la circonda. Questo è il punto da cui partire se si vuole iniziare ad imbastire una politica pubblica per la creatività, questione assente dai programmi elettorali degli ultimi decenni. La creatività nasce e si sviluppa grazie a contesti favorevoli e a sua volta sviluppa contesti di crescita, generalmente intesa come crescita, benessere e miglioramento della qualità della vita. L’argomento della creatività è un argomento difficile da affrontare, ma di fondamentale importanza nel momento in cui si vuole iniziare a pensare all’identità del contesto locale e capire le potenzialità che in esso sono contenute.

La creatività consente di trovare soluzioni non convenzionali a questioni di difficile risoluzione e di sviluppare soluzioni diverse in modo quasi casuale. Queste sono le definizioni che più spesso vengono utilizzate dagli studiosi (antropologi ma anche altri scienziati) che si occupano di questa dote umana, che rappresenta la scintilla dell’intelligenza, qualcosa di difficilmente controllabile ma necessaria per lo sviluppo di ogni contesto sociale. E’ quello che contraddistingue il genio creativo e che spesso si accompagna alla passione. La convergenza di questi tre elementi consente ed offre alla collettività la possibilità di porsi nei confronti delle scelte non più in modo passivo o comunque scarsamente partecipativo, ma piuttosto come artefice delle scelte.

#DirittiCreativiTalk, quindi, permette a noi dell’Arci di ancorare queste aspettative alla realtà . Ed è una riflessione che apriamo a tutte e tutti gli interessati, siano essi singoli o collettivi, privati o Istituzioni poichè sentiamo, coerentemente, la necessità di una ritrovata emancipazione culturale. Una emancipazione che si fonda nell’idea che debba esistere un diritto alla cultura, inteso come diritto di accesso ed anche come welfare per la cultura: una pratica amministrativa che abbia l’obiettivo di forzare retaggi e cattive abitudini, vicende personali e di classe sociale, una politica con l’obiettivo di incoraggiare la fruizione di fatti culturali, e quando non basta incoraggiare comunque saperli determinare con la cortese insistenza con la quale si determina l’accesso ad un servizio di assistenza sociale o una buona pratica di comportamento civile.
Ecco, questo è un altro modo per noi di fare politica. Senza averne paura.