IN&OUT – Prendersi cura dentro, cambiare fuori

In Breve
 

Le organizzazioni coinvolte in questo progetto hanno una lunga tradizione di lavoro condiviso nell’ambito dell’esecuzione penale, frutto di reti di lavoro, di cui la più importante, come estensione territoriale e temporale, è stata “La rete che unisce”.

Individualmente, inoltre, ogni organizzazione ha specifiche competenze maturate su progettazioni non direttamente rivolte alla popolazione condannata bensì trasversali a molte tipologie di fragilità personali e sociali. Mantenendo la logica di rete, fortemente auspicata negli ultimi dodici anni sia da Regione Liguria che dall’Amministrazione Penitenziaria, il gruppo di lavoro si è riunito formando una compagine capace di dare una risposta di ampiezza non solo territoriale, ma anche professionale dai contenuti variegati e complementari.

Questa circostanza facilita e rende attuabile la permeabilità tra carcere e territorio auspicata tra gli obiettivi del bando. Gli enti coinvolti nella rete di progetto, infatti, sono già operativi in differenti e ulteriori progetti in favore di persone sottoposte a misure penali. La compagine di lavoro opera sulle varie carceri nel rispetto della territorialità di ciascun ente ad eccezione dell’intervento proposto dalla Comunità di San Benedetto al Porto che prevede attività trasversali ai diversi territori.

Il progetto si svolge all’interno degli Istituti di pena di Sanremo, Imperia, Genova Marassi, Pontedecimo, Chiavari e La Spezia e si sviluppa secondo i seguenti settori di intervento:
a) recupero e reinserimento dei detenuti e dei condannati, mediante l’attivazione di percorsi di inclusione lavorativi e formativi, anche in collaborazione con le istituzioni coinvolte, con le scuole e le università nonché con i soggetti associativi del Terzo settore;
b) assistenza ai detenuti, agli internati e alle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione o soggette a sanzioni di comunità e alle loro famiglie, contenenti, in particolare, iniziative educative, culturali e ricreative;
c) la cura e l’assistenza sanitaria e psichiatrica, in collaborazione con le regioni;
d) recupero dei soggetti tossicodipendenti o assuntori abituali di sostanze stupefacenti o psicotrope o alcoliche; e) integrazione degli stranieri sottoposti ad esecuzione penale, cura e assistenza sanitaria

Contesto

Il progetto nasce come risposta al crescente bisogno di far fronte ad una situazione di forte disagio che coinvolge la popolazione detenuta, sia che essa manifesti disagio psichico, sia si tratti di assuntori di sostanze d’abuso sia si tratti di stranieri con difficoltà di integrazione.

Gli studi di settore, le statistiche dell’Amministrazione Penitenziaria stessa o delle molte organizzazioni che operano nelle carceri, nonché la non trascurabile esperienza pluridecennale maturata da Il Biscione in ambito di interventi psicosociali in carcere, ci indica come il disagio sia spesso complesso e risulti dall’intersezione di fattori ambientali, culturali, organici, economici e molto altro.

Spesso il disagio psichico subentra ad un uso di sostanze perpetrato nel tempo o talmente importante da determinare danni permanenti, talvolta l’uso di sostanze è legato a tentativi, evidentemente impropri, di autocura. Molto spesso matura in ambienti estremamente deprivati sotto molteplici fattori o è la risultanza di disagi lievi acutizzati da una scorretta gestione del problema.

In ambito psichiatrico è evidente come la sola soluzione farmacologica, sebbene necessaria, sia insufficiente a regolare stati di tensione e disagio che vanno affrontati anche attraverso la psicoterapia, la terapia occupazionale e azioni di servizio sociale. Il Biscione, insieme agli altri partner di progetto, hanno, negli ultimi vent’anni, messo a disposizione strumenti di supporto di cura della popolazione detenuta ed in affidamento al servizio sociale del Ministero di Giustizia.

Lo Stato Italiano per il sovraffollamento delle carceri rischia di incorrere nella violazione di trattamenti inumani o degradanti (‘art. 3 della Convenzione ECU) urge quindi provare a regolamentare e creare benessere nelle camere di detenzione al fine di riabilitare il senso della pena alla rieducazione “efficace” (art. 27 Costituzione).
Una buona detenzione è quella che crea nel detenuto delle possibilità di revisione critica del fatto-reato ma anche di ri-definizione della propria vita ed una impostazione al cambiamento.

Le attività scolastiche, ludiche, culturali, lavorative sono stimoli importanti a disciplinare i tempi e coltivare capacità, attitudini e competenze.

Attività

All’interno del progetto IN&Out, Arci Liguria realizzerà attività laboratoriali in tutte le tre province liguri interessate dalla presenza di un istituto di pena.

Ambito Ponente (Carceri di Imperia e Sanremo): il Di-Segno delle emozioni [D-Segno]

Con l’azione integrata sul Ponente Ligure realizzeremo il laboratorio Il Di-Segno delle emozioni [D-Segno], che attraverso l’attività artistica, di accompagnamento psicologico e  l’uso dei colori e della cromoterapia, offrirà innanzitutto uno spazio di libera espressione dell’emotività. Il laboratorio sarà destinato ad un minimo di 4 ed un massimo di 8 persone, per ciclo di 10 incontri da 2 ore ciascuno.

L’attività si svolgerà sia ad Imperia (2 cicli previsti) che a Sanremo, dove, alla luce del numero dei detenuti, potrà essere realizzato fino ad un massimo di 5 cicli.

È prevista la presenza di due figure in tutte le fasi laboratoriali: una psicologa e psicoterapeuta e la conduttrice del laboratorio espressivo creativo, esperta in cromoterapia. Queste due figure si interfacceranno con un coordinatore e supervisore esperto anche in formazione laboratoriale e accompagneranno i partecipanti in un percorso che arriverà alla materializzazione, in colore, delle emozioni attraversate.

Le attività laboratoriali saranno precedute, accompagnate e seguite da incontri con l’equipe educativa e sanitaria della Casa Circondariale e momenti di preparazione e follow-up, fra operatori.
I prodotti del laboratorio diventeranno la base per la veicolazione di contenuti progettuali, attraverso l’elaborazione di prodotti grafici e informativi.

D-Segno, quindi, raggiungerà 56 destinatari diretti (16 su Imperia, 40 a Sanremo). I destinatari indiretti saranno: l’intera popolazione carceraria e i familiari/persone di contatto delle persone coinvolte; i cittadini.

Ambito Centro (Carcere di Genova Marassi): Laboratorio Podcast dal carcere

Partendo dall’esperienza precedente della web-radio “Radio-logia” realizzata presso la Casa Circondariale di La Spezia all’interno del “progetto Ponte” (Ats Giustizia – La rete che unisce) e dalla stretta collaborazione con Radio Gazzarra (la webradio di Arci Liguria), si realizzerà un laboratorio di scrittura, registrazione e montaggio audio di podcast all’interno della Casa Circondariale di Genova Marassi, intervenendo su beneficiari giovani adulti che si trovano in condizioni di particolare fragilità.

Le azioni, gestite da Arci Genova, consistono nella realizzazione di workshop e sessioni di formazione: un esperto di podcasting, accompagnato da un’educatrice, introdurrà le tecniche radiofoniche, attraverso un percorso che va dalla pianificazione, alla progettazione e alla registrazione.

Questa attività è finalizzata a sviluppare competenze trasversali (ad esempio, la capacità di ascolto, di dialogo e di confronto costruttivo), acquisire competenze operative, tecniche e di linguaggio, sviluppare abilità trasferibili nel mondo del lavoro una volta usciti fuori dall’istituto penitenziario.

I laboratori sono costituiti da 8 incontri della durata di 2 ore ciascuno. Sono previste 3 sessioni destinate a un gruppo di 10 persone (max).

Ambito Levante (Casa Circondariale di La Spezia): Laboratorio scrittura e creazione di “barre”

Nel contesto della Casa Circondariale di La Spezia andremo a realizzare attività laboratoriali di gruppo utili a favorire la socializzazione, stimolare il superamento delle difficoltà di comunicazione ed eventuali conflitti e a fornire uno strumento per la “verbalizzazione” e la creazione di uno spazio creativo, condiviso e generativo.

Queste attività nascono dall’esperienza maturata da diverse anni all’interno della Casa Circondariale con soggetti rispondenti al gruppo target del bando (giovani adulti, anche con doppia diagnosi e abusatori di sostanze, spesso di ordine straniera).

Nello specifico, il progetto proporrà incontri di scrittura e creazione di “barre”, con realizzazione di un beat comune: è comprovato come il linguaggio del rap e il mondo dell’hip hop siano un riferimento per i giovani e – sotto una conduzione esperta – possano diventare uno spazio per l’elaborazione e la crescita di contenuti e processi positivi.

Si prevedono 8 incontri da 2 ore ciascuno per 6 persone ripetibili per tre edizioni o, in alternativa, il coinvolgimento dagli stessi beneficiari con diversi step laboratoriali.

A queste attività verrà affiancata un’azione di coordinamento interno, che – sul Ponente ligure – si struttura in coordinamento territoriale e viene condiviso con la Cooperativa Jobel.

Obiettivi

Obiettivo generale delle attività integrate sul Ponente Ligure (Case Circondariali di Sanremo e Imperia)

Migliorare il benessere fisico e psichico delle persone detenute, in condizione di sofferenza psico-fisica e mentale, anche aggravata da esperienze (pregresse o in corso) di dipendenza, offrendo loro strumenti necessari a migliorare la qualità della propria vita, a ridurre i danni provocati dalla “sedentarietà” fisica e mentale imposta dalla carcerazione, a migliorare gli aspetti cognitivi e relazionali.

Obiettivi generale delle attività integrate sul Centro (casa Circondariale di Marassi):

a) supportare il detenuto a superare i propri momenti di crisi e tensione, attraverso l’implementazione delle parti funzionanti di sé e finalizzato a fornire strumenti per gestire le proprie emozioni, esprimere i propri bisogni senza aggressività, formulare richieste di aiuto coerenti e comprensibili, gestire i conflitti ed impulsi distruttivi, rendere meno rigidi e più flessibili i propri pensieri, pianificare i propri obiettivi – piccoli o grandi che siano – secondo step affrontabili, leggere la realtà nei suoi aspetti generali superando la tendenza a fermarsi sui dettagli e molto altro;
b) lavorare in termini di introspezione personale e condivisione dei propri vissuti e contrastare il fenomeno del revolving doors (porte girevoli, termine che indica la facilità di recidiva) comune sia in ambiente carcerario che nei servizi sanitari dedicati alle dipendenze e alla salute mentale;
c) sviluppare competenze trasversali quali ad esempio, la capacità di ascolto, di dialogo e di confronto costruttivo; l’acquisizione di competenze operative, tecniche e di linguaggio; sviluppare abilità trasferibili nel mondo del lavoro una volta usciti fuori dall’istituto penitenziario.

Obiettivi generale delle attività integrate sul Centro (Casa Circondariale di Pontedecimo)

L’obiettivo è di accrescere la propria consapevolezza e il contatto con i propri pensieri e le proprie emozioni. Inoltre, l’obiettivo è che queste donne abbiano un’apertura di sguardo su di sé, sia sulla propria tossicodipendenza sia sul proprio disagio psichico. I laboratori quindi agiscono sull’impatto del disagio psichiatrico e tossicomanico rispetto alla genitorialità.

Infine, un ulteriore obiettivo è quello consolidare una rete di supporto all’interno della casa circondariale dedicata a queste donne, potenziare le loro competenze e attivare mirati interventi di welfare comunitario: educatori, psicologa, agenti di polizia penitenziaria, volontari, insegnanti, medici.

Obiettivo generale delle attività integrate sul Levante (Casa Circondariale di La Spezia)

Tra gli obiettivi del progetto si delinea il rafforzamento dei servizi di salute mentale intramurari attraverso il superamento della storica “separazione” ereditata dalla sanità penitenziaria, in modo che possano funzionare come parte integrante dei Dipartimenti di Salute Mentale, capaci di individuare le risorse di rete territoriale per la cura delle patologie gravi al di fuori dal carcere e di collaborare a tal fine con la Magistratura di Cognizione e di Sorveglianza.

Obiettivo generale delle attività integrate sul Levante (Casa Circondariale di Chiavari)

La proposta vuole andare a migliorare il benessere dei detenuti nella convivenza ristretta nelle camere di detenzione, attraverso l’integrazione dei detenuti stranieri di etnie diverse con detenuti fragili, con povertà educative, patologie psichiatriche o subdole e non individuate, dipendenze da sostanze.

Monitoraggio e valutazione

Le attività di monitoraggio e valutazione sono fondamentali per l’apprendimento organizzativo, la responsabilità, il miglioramento delle prestazioni e la rendicontazione ai finanziatori o agli stakeholder. Esse verranno svolte secondo la seguente modalità.

Monitoraggio

Indicatori di Monitoraggio: partecipazione dei detenuti alle attività proposte, completamento dei programmi da parte dei detenuti, feedback dei detenuti sulla qualità dei programmi (attraverso un questionario di valutazione), incidenza di episodi di auto/eterolesionismo dei partecipanti dopo la conclusione dell’attività.

Attività di Monitoraggio: registrazione della presenza dei detenuti alle attività e del loro progresso, raccolta periodica di feedback anonimi dai detenuti riguardo ai programmi, per identificare eventuali problemi o aree di miglioramento, monitoraggio della frequenza di episodi critici ad opera dei beneficiari in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria al termine dell’attività proposta.

Azioni in caso di deviazione: se la partecipazione o il completamento delle attività proposte è inferiore agli obiettivi stabiliti, il team del progetto può esaminare i motivi e apportare modifiche alle stesse o alle procedure previste per aumentare l’adesione;  se l’incidenza di atti di auto/eterolesionismo tra i partecipanti alle attività, al termine delle stesse è elevata, potrebbe essere necessario rivedere e migliorare ulteriormente i programmi di riabilitazione e supportare una migliore reintegrazione nella comunità.

Valutazione

Indicatori di Valutazione: tasso di auto/eterolesionismo tra i partecipanti ai programmi rispetto ai detenuti con simili criticità non partecipanti (da valutare in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria e gli operatori sociosanitari, anche attraverso la somministrazione di questionari agli operatori o focus group).
Attività di Valutazione: dopo 6 mesi, viene condotta una valutazione tra i partecipanti alle attività tramite un questionario somministrato ai beneficiari; dopo 6 mesi di attività si chiede, tramite intervista diretta o focus group, il feedback agli operatori dell’Amministrazione Penitenziaria e dei servizi sociosanitari.
Azioni basate sulla Valutazione: sulla base dei risultati della valutazione, il team del progetto può apportare modifiche ai programmi per migliorare l’efficacia nella riduzione della recidiva; si possono condividere i risultati della valutazione con le parti interessate con l’obiettivo di implementare le attività a maggior efficienza ed efficacia

Capofila
Partner

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