Come noi tutti abbiamo potuto constatare dal sovrapporsi delle notizie di questi giorni, le disposizioni contenute nella cosiddetta “manovra di Ferragosto, vale a dire del d.l. n. 138 varato in tutta fretta dal Governo lo scorso 12 agosto, tendono ad assumere ogni giorno caratteri e fisionomia diversi, al punto di porre a rischio la stessa capacità di copertura delle uscite. E’ pertanto evidente che “fare il punto” sulle novità introdotte in un quadro così confuso rischia di dare per certe disposizioni destinate ad essere smentite il giorno successivo.

Vi sono tuttavia alcune norme del decreto che non sembrano essere sfiorate da discussioni di merito e che pertanto si avviano ad essere approvate nella formulazione originaria. Vale la pena di esaminarle fin d’ora.

La prima riguarda l’anticipo al 2012 del taglio del 5% delle agevolazioni fiscali. Ne avevamo dato notizia in una precedente comunicazione, commentando la cosiddetta manovra estiva della quale costituivano in qualche modo “il piatto forte”. Tra le agevolazioni interessate, ci sono come ben sappiamo anche quelle relative al nostro mondo tra le quali, in particolare, quelle relative a quote e contributi-corrispettivo versati dai soci, di cui all’art. 148, t.u.i.r.

L’anticipo pone in tutta la sua urgenza il problema di come verrà, in un lasso temporale tanto breve, definita la modalità del “taglio”, sia sul piano sostanziale, sia rispetto agli adempimenti formali conseguenti. Si tratta in altri termini di una fase che dovrà essere attentamente monitorata, per evitare che l’attuazione della norma vada oltre “la delega” o si rifletta in aggravi insopportabili per l’associazionismo. A tal fine ci siamo attivati per seguire l’evoluzione normativa e svolgere le azioni opportune, anche attraverso il coinvolgimento del Forum del Terzo Settore e delle altre associazioni nazionali più fortemente rappresentative.

La seconda novità riguarda l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, che si avvia ad una completa liberalizzazione. L’art. 3 del decreto ha infatti imposto un termine (un anno dall’entrata in vigore della legge di conversione) a comuni, province, regioni e stato per attuare la liberalizzazione dell’esercizio delle attività d’impresa, decorso il quale tutte le attività economiche lecite saranno «… libere …» e sarà «… permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge …».  Quindi, nel nostro caso specifico, anche le attività di somministrazione.

Tra le novità dell’ultima ora per noi significative, c’è infine la devoluzione di poteri in materia di accertamento fiscale anche ai Comuni, con i quali spesso, negli ultimi tempi, le realtà circolistiche hanno avuto non pochi problemi già sul piano della corretta attuazione delle norme amministrative ad oggi di loro competenza; anche questo aspetto andrà monitoratocon la massima attenzione per capirne a pieno le conseguenze e attivare le azioni opportune.

Vi terremo ovviamente informati sui futuri sviluppi.

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