Venerdì scorso, 4 maggio, il Consiglio Nazionale ARCI riunitosi a Roma ha approvato il bilancio consuntivo 2017. Un bilancio che si chiude in pareggio ma con una serie di numeri che destano preoccupazione, soprattutto in chiave del cammino futuro della nostra Associazione.

Come ARCI Liguria abbiamo realizzato a livello di presidenza regionale – allargata ai presidenti di Comitato – e di delegazione al Consiglio Nazionale un importante lavoro di analisi e valutazione critica del bilancio che abbiamo presentato nel corso del dibattito, attraverso un documento che abbiamo chiesto accompagnasse la votazione del bilancio stesso.

Da un lato si rilevano indubbi sforzi ed anche positivi risultati sia sul terreno dell’abbattimento dei costi della struttura nazionale sia su quello dell’abbattimento del debito pregresso nel corso di questo mandato congressuale, principalmente grazie al cambio della validità del tesseramento avvenuto nel bilancio 2016 ed al relativo “tesoretto” prodotto, dall’altro si registra una significativa contrazione del capitolo ricavi.

Infatti, se si tengono in considerazione i bilanci nazionali degli ultimi anni emerge con evidenza che le ragioni dell’aggravamento della situazione economica risulta causata proprio da una forte staticità delle fonti di entrata e da un loro progressivo e sempre più evidente ridimensionamento che rischia, oggettivamente, di diventare insostenibile già nel breve periodo. Un dato su tutti: nel consuntivo 2013, quello precedente l’ultimo congresso, il volume dei ricavi complessivo era superiore all’attuale centinaia di migliaia di euro.

Tali difficoltà, però, hanno determinato una serie di effetti concreti sull’azione politica dell’associazione:

1) l’attuale situazione economico/patrimoniale ha avuto ricadute anche sul fronte delle attività istituzionali (partecipazione ad organismi, taglio delle commissioni di lavoro, aggravio delle spese al territorio per partecipazione alle attività nazionali o per inviti a dirigenti nazionali, etc), riducendo di fatto la partecipazione democratica e cooperativa che è propria del nostro essere Arci;

2) anche il nostro ruolo politico e associativo ne risulta pesantemente indebolito dato che sono venute meno le risorse per investire adeguatamente nella filiera e nella cura dei rapporti tra centro e territorio: non a caso risultano quasi nulle risorse investite nel corso del 2017 servizi al territorio e delle politiche di sviluppo, nonostante le somme indicate nel preventivo 2017;

3) alla luce dei risultati del tesseramento 2016/2017 e delle proiezioni 2017/2018 quel salto di qualità quantitativo auspicato con la variazione della stagionalità non solo non è avvenuto ma non ci ha neppure permesso di recuperare gran parte quelle 40/60 mila tessere che venivano cedute dai circoli nel periodo ottobre/dicembre con conseguenze anche sul piano economico;

4) sul 5×1000 e più in generale sulle politiche di finanziamento non istituzionali occorre un forte cambio di rotta dato che queste alla fine, nonostante le spese resesi necessarie e gli sforzi compiuti da molti, i risultati prodotti non sono affatto soddisfacenti per un’Associazione come l’Arci.

Come indicato all’inizio, il bilancio consuntivo 2017 si chiude in pareggio anche grazie alla scelta di accantonare meno della metà delle risorse preventivate ad inizio esercizio per diminuire il debito pregresso.

Il bilancio consuntivo 2017, pertanto, consegna al nuovo gruppo dirigente – che sarà eletto ad inizio giugno a Pescara – uno scenario complicato e difficile per la nostra Associazione. Come Arci Liguria siamo convinti che, proprio alla luce della fase che stiamo vivendo, sia necessario un cambio di passo significativo, in particolare sul terreno della programmazione e degli investimenti.

Il tutto per il bene dell’Arci e per poter proseguire, senza paure, il nostro cammino associativo ultrasessantennale.